With Mo Papa, her second fiction feature film after Mo Mamma (2023), Estonian director Eeva Mägi returns to explore the most fragile part of human relationships, this time choosing the bond between father and son. The film speaks with intensity and clarity: the story of a man who longs for an ordinary life and strives to act rightly, yet remains trapped by his past and unresolved traumas. Haunted by a city that condemned him and a stolen childhood, he is slowly driven toward self-destruction.
Con Mo Papa, suo secondo lungometraggio di finzione dopo Mo Mamma (2023), la regista estone Eeva Mägi torna a esplorare la zona più fragile delle relazioni umane, scegliendo questa volta il legame tra padre e figlio. Il film si esprime con forza e chiarezza: la storia di un uomo che, pur desiderando una vita ordinaria e sforzandosi di agire rettamente, non riesce a liberarsi dal proprio passato e dai traumi irrisolti. La città che lo ha giudicato e un’infanzia che gli è stata sottratta lo spingono lentamente verso la distruzione.
Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino
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