“L’ immaginazione può trasformare un’idea proveniente da una lezione teorica in una sconvolgente esperienza emotiva. Per questo abbiamo scelto di raccontare We Are the Tide come una moderno lungometraggio di science- fiction“. Queste le parole di Sebastian Hilger, regista del film Wir sind die Flut, in corsa in questo trentaquattresimo Torino Film Festival.
The river Bojana and its natural reserve lie on the border between Albania and Montenegro. Here 16-year-old Mina, motherless, is forced to spend the holidays with her father Andrej. Every day the same story is repeated, the young girl lies on the beach or studies, until she meets Saša, an older kite-surfer whose girlfriend, Sonja, is a hippie nudist.
Al confine tra il Montenegro e l’Albania si trovano il fiume Bojana e la riserva naturale che si sviluppa attorno alla sua foce. È qui che la sedicenne Mina, orfana di madre, è costretta a passare le vacanze con il padre Andrej. I giorni di Mina si susseguono tutti uguali, tra la spiaggia e i libri da studiare, fino a che incontra Saša, un kite-surfer più vecchio di lei fidanzato con Sonja, hippie e nudista.
Excessive, reckless, maverick, unscrupulous. But Sion Sono has also got flaws. Before talking about Antiporno, it might be better to explain what watching a movie by this incredible Japanese director really means.
Have you ever heard people saying “Asiatic movies are far too complex, I can’t understand them”? There you go, I’m sure that not even Asians can “understand” Sion. At least not at the first viewing.
Esagerato, sconsiderato, anticonformista, spregiudicato. Ma Sion Sono ha anche dei difetti. Prima di parlarvi di Antiporno forse è meglio che vi spieghi che significa andare a vedere un film di questo incredibile regista giapponese. Avete presente quando vi dicono “Il cinema orientale è troppo complesso e non riesco a capirlo”? Ecco,sono convinto che non “capiscano” Sion Sono neanche gli orientali. Almeno, non alla prima visione.