Mio cugino è il sindaco di New York è un interessante documentario di Vincenzo Lerose presentato in anteprima nazionale nella sezione Panoramica Doc del Glocal movie Piemonte FilmFestival. Con ironia e autocritica ci mostra un paese di cinquemila anime che può vantare l’origine del ceppo famigliare del Sindaco di New York.
Grassano è un paese in provincia di Matera, luogo originario della famiglia del regista in cui questo si reca d’estate a salutare i parenti. Un paesino da favola, arroccato su un pendio. Vi sono tutti gli aspetti del “bel paese” che noi tutti amiamo: i bambini giocano nella piazza principale tirando pallonate alla Panda parcheggiata della Polizia Municipale, le nonnine vanno a messa la domenica e si fermano a chiacchierare davanti alla chiesa rigorosamente all’ombra. Ma dove sono finiti i giovani? Tutti immigrati al Nord per studiare nelle grandi università. Molti vorrebbero tornare perché sentono la mancanza di Grassano, ma il paese non offre nulla.
Presentato nella sezione Panoramica Doc del Piemonte Movie gLocal Film Festival, When We Talk About KGB è un documentario di Maximilian Dejoie e Virginija Vareikytè che racconta, tramite l’utilizzo di testimonianze e ricostruzioni storiche, cosa accadde a Vilnius, in Lituania, durante l’epoca dell’Unione Sovietica, quando operava il Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti, meglio noto come KGB.
Lavorare con lentezza è un film del 2004 di Guido Chiesa, da lui stesso sceneggiato assieme al collettivo “Wu Ming” (divenuto celebre per il romanzo Q). Il film è stato presentato al Piemonte Glocal Movie Film Festival nella sezione che omaggia i lavori del regista torinese.
L’odore della notte è il secondo lungometraggio dopo Amore tossico, di Claudio Caligari, scomparso prematuramente. E’ stato presentato fuori concorso alla 46° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1989 e ora presentato come omaggio alla carriera del regista al Piemonte Movie gLocal Film Festival.
Gli studenti del Dams Cinema guardano ai film in concorso al Torino Film Festival con passione, critica ed ammirazione. Romanticamente sperano di essere lì, un giorno, a presentare una loro opera.Samuele Sestieri ha un passato come critico cinematografico e Olmo Amato come regista di cortometraggi; la loro giovane età e il fatto di essere in concorso con la loro opera prima, ci dà fiducia e speranza.
Li abbiamo incontrati ed intervistati per cercare di capire le difficoltà che giovani cineasti possono incontrare nella realizzazione del loro primo lungometraggio.
Sophie Deraspe, regista canadese già nota al Torino Film Festival per una sua precedente partecipazione in concorso con Un soffio di vita nel 2009, quest’anno presenta nella sezione TFF33 Les loups. Protagonista è una comunità di pescatori che vive sulla riva dell’Oceano Atlantico ignorando le sovrastrutture e le regole della civiltà metropolitana. La quotidianità che si vive in città è molto distante da questa “utopica” comunità.
Moonwalkers è il primo lungometraggio di Antoine Bardou-Jaquet. Si tratta di un’action-comedy incalzante e con una trama molto originale. Un susseguirsi di azioni e colpi di scena mai banali fanno procedere la narrazione in modo fluido. In concorso nella sezione After-Hours. Le risate sono assicurate.
Mauro Herce, di origine catalana, al suo debutto da regista ci propone Dead Slow Ahead, un lungometraggio che – è stato detto in sede di proiezione, con il regista presente – è stato “conteso” fino all’ultimo tra la sezione “Cose che verrano” per il suo carattere fantascientifico e la sezione Tffdoc che infine è riuscita ad aggiudicarselo. Continua la lettura di “Dead Slow Ahead” di Mauro Herce→
La sezione TFFDoc si apre con un film molto interessante del regista Rithy Panh, documentarista di origine cambogiana che da sempre compie ricerche sull’individuazione delle ingiustizie sociali vissute dal suo popolo. S21: La macchina di morte dei Khmer Rossi, premiato a Cannes nel 2003, ne è un esempio. Gli eventi legati al regime di Phnom Penh l’hanno costretto a fuggire dalla sua terra natale per rifugiarsi in Francia dove ha iniziato i suoi studi cinematografici.
La France est notre patrie si apre con una sequenza che mostra la giungla inarrestabile e sovrana che con le sue radici inghiotte gli spazi di una casa. Probabilmente è una metafora del tema che il regista sta per affrontare.