17 Maggio 1980, il colpo di stato del generale Chun Doo-hwan distrugge le speranze di democrazia della popolazione sudcoreana. Il regime militare impone fin da subito la legge marziale e si nasconde dietro a un muro di censura e disinformazione. La popolazione della cittadina di Gwuangju, spinta dai moti studenteschi, scende in piazza, rivendicando a gran voce la libertà; il governo risponde però con la violenza, reprimendo i moti nel sangue, aprendo il fuoco sui civili, uccidendone a dozzine e ferendone centinaia. Il giornalista Jürgen Hintzpeter (Thomas Kretschmann) riesce a riprendere questi giorni di scontri con la sua macchina da presa e, aiutato dal tassista Kim Man-seob (Song Kang-ho), riesce ad attirare l’attenzione mondiale su quello che sta accadendo nella Corea del Sud.
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Opening press conference of the 35th TFF
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Marco De Bartolomeo
Translation by: Valeria Alfieri, Valeria Tutino
Blue, piercing, indiscrete: it were Kim Novak’s eyes of a witch that opened the press conference of the Torino Film Festival, which reached its 35th edition. Director Emanuela Martini has revealed all the details of the event in room 2 of Cinema Massimo in front of journalists, institutions and onlookers.
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“Microbo & Gasolina” di Michel Gondry – 2
Al centro della storia due adolescenti, Daniel e Theo, i Microbo e Gasolina del titolo. Uniti da grande amicizia decidono di sfruttare le abilità meccaniche di Theo per costruire un’automobile con la quale girare la Francia durante le vacanze estive. Il tutto all’insaputa dei loro genitori. Continua la lettura di “Microbo & Gasolina” di Michel Gondry – 2
Conferenza stampa di apertura del 35º TFF
Azzurri, penetranti, indiscreti. Sono gli occhi da maga di Kim Novak ad aprire la conferenza stampa del Torino Film Festival, giunto ormai alla sua 35ºesima edizione. Nella sala 2 del cinema Massimo, di fronte a giornalisti, istituzioni e semplici curiosi, il direttore Emanuela Martini svela i dettagli della manifestazione.
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“L’uomo dei cinque palloni” di Marco Ferreri – Serata di chiusura Sottodiciotto 2016
Il Festival Sottodiciotto si è concluso dopo un’ intensa settimana di programmazione, con la proiezione del film di Marco Ferreri L’uomo dei cinque palloni (1965).
Il film è stato presentato da Steve Della Casa e da tanti ospiti d’eccezione, come il presidente del Museo Nazionale del Cinema Paolo Damilano e il direttore della Film Commission Torino Piemonte Paolo Manera, concordi a dedicare la serata di chiusura a due personalità molto importanti per la città di Torino: Gianni Volpi e Gianni Rondolino.
“BOZZETTO NON TROPPO” DI MARCO BONFANTI
Il primo documentario sul Maestro dell’animazione
Presentato al Festival del Cinema di Venezia, Bozzetto non troppo racconta i retroscena del lavoro e la quotidianità del maestro del disegno animato Bruno Bozzetto. Candidato agli Oscar, chiamato come collaboratore da John Lasseter, vincitore di numerosi premi e “poco abituato a stare da quella parte della macchina da presa”, Bozzetto si presenta allo spettatore come un uomo semplice e pieno di entusiasmo. Continua la lettura di “BOZZETTO NON TROPPO” DI MARCO BONFANTI
Serata “Super8 Rock’n Memories”
Dopo la collaborazione con Steve Della Casa per il documentario Nessuno ci può giudicare – presentato durante il 34 esimo Torino Film Festival – il collettivo dei Superottimisti si lancia in una nuova avventura: una serata dedicata a vecchie pellicole e filmini girati a Torino. Presentati durante il Film Festival Sottodiciotto, i filmati sono stati donati dai cittadini torinesi – presenti in sala – grazie ai quali è stata possibile l’ideazione di questa serata.
Tavola rotonda “Fra la via Emilia e il West – Il western nel fumetto italiano”
L’esplorazione di mondi sconosciuti, il significato della frontiera e il mito dell’avventura hanno messo radice in Italia sin dai primi anni del dopoguerra. Nel 1948 nasce il fumetto Tex Willer e con esso nasce il fumetto western all’italiana, che da più di cinquant’anni viene letto dagli italiani. Nel corso degli anni il mito del lontano Ovest si afferma tra le impalcature della settima arte e l’Italia diventa la madre del genere spaghetti western, rendendo prestigio nel mondo alla produzione nostrana del settore cinematografico. Nel 1976 esce nelle sale Keoma, capolavoro del regista Enzo G. Castellari, che diventa un asse portante del genere western all’italiana. I paesaggi e i personaggi delle storie dei fumetti e del grande schermo diventano complementari, eroi e portatori di morte si alternano sui paesaggi desertici dell’immaginazione e disegnano a colpi di pallottola la conquista di una terra sconosciuta e selvaggia.
“Yo Yo” di Ugo Nespolo
Essere gemelli è una questione d’intesa. Un’avventura che parte da una cameretta e riesce a vedere l’anima in tutte le cose, a rendere disegni su carta degli esseri viventi. Proprio come dimostra Ugo Nespolo, nella sua ultima collaborazione con Rai Yo Yo.
“The Eagle Huntress” (“La principessa e l’aquila”) di Otto Bell
«Hukaa!», «Hukaa!», «Hukaa!!»: così grida la libertà. Nella voce puerile di una giovane donna che impone l’emancipazione del suo genere, senza smettere di sorridere mai.
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Gli incubi di Dario Argento
Dai suoi sogni il regista Dario Argento crea gli incubi per gli spettatori. In tre minuti egli riesce a creare la suspense del thriller e dell’horror movie. Dal primo episodio della serie La finestra sul cortile all’episodio della setta voodo, il maestro della suspense mette in scena le intime paure del pubblico e lo fa usando sempre la sua amara ironia.
In ricordo di Corrado Farina
Nella giornata di venerdì 2 dicembre si è tenuta presso il Cinema Romano, in occasione del Sottodiciotto Film Festival & Campus 2016, la presentazione del volume Attraverso lo schermo. Film visti e film fatti edito da Il Foglio. Nel volume è l’autobiografia di una importante figura del cinema torinese e non solo: Corrado Farina.
L’incontro, condotto da Steve Della Casa (direttore del Festival) e Matteo Pollone dell’Università di Torino, ha permesso “a chi ha conosciuto Dado di ricordarlo con affetto e semplicità”, come sottolinea lo scrittore Ernesto Ferrero.
“First Girl I Loved” di Kerem Sanga
Galeotto degli amori “teen” nel XXI secolo non è un libro di gesta cavalleresche, né una lettera sigillata da ceralacca: ha meno fascino ma più tecnologia. È lo schermo sempre acceso di uno smartphone.
“Love Child” di Valerie Veatch
Love Child di Valerie Veatch, presentato in concorso nel 2014 al Sundance Film Festival nella sezione documentari, è stato oggi riproposto al Sottodiciotto Film festival & Campus, con un’introduzione di Andrea Mattacheo. Questo film racconta la storia di una coppia di giovani coreani del Sud che ha lasciato morire la figlia di malnutrizione. Il caso ha suscitato molto scalpore perché la coppia ha compiuto questo gesto a causa della dipendenza da un videogame.
Incontro con Dario Argento
Questa mattina al cinema Romano si è tenuto un incontro con il regista Dario Argento nell’ambito di Sottodiciotto Film Festival & Campus. Questo incontro è stato pensato come momento di riflessione sul cinema da parte dei giovani – in particolare gli studenti del DAMS e del Corso di Laurea in Ingegneria del cinema. Hanno introdotto l’ospite Steve della Casa – direttore del Festival – e Giulia Carluccio – presidente dell’Aiace e del DAMS – i quali, a partire da un’analisi di alcune tematiche e di alcuni aspetti del linguaggio dell’opera di Argento, hanno espresso sollecitazioni interessanti alle quali il regista si è prestato a rispondere in modo esauriente.
Mostra “Dylan Dog 30. Trent’anni di Indagatore dell’Incubo”
Alla Pinacoteca Albertina il Sottodiciotto inizia da un fumetto
Sogno del cinema e fumetto sull’incubo si intrecciano nelle notti del Sottodiciotto Film Festival di quest’anno. Che inizia sotto la luna di Dylan Dog, il più italiano degli indagatori su strisce.
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Conferenza stampa di chiusura del TFF 2016
Siamo ai titoli di coda. Emanuela Martini e Alberto Barbera hanno appena preso i loro posti per l’ultimo incontro di questa edizione.
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“The Blank Generation” di Ivan Král – Conferenza Stampa
Ivan Král è un musicista, produttore, compositore di colonne sonore e regista. Ha inciso dischi da solista, ha collaborato con artisti quali Patti Smith, Iggy Pop, John Cale, David Bowie, Pearl Jam, U2, e con Amos Poe ha codiretto i documentari Night Lunch (1976) e The Blank Generation (1976).
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“Bleed For This” di Ben Younger
Bleed for This presenta il suo protagonista in un modo insolito: avvolto dentro a strati di cellophane mentre pedala furiosamente su una cyclette, sudando come un rubinetto aperto. Poco dopo viene pesato davanti a una folla di cronisti: rientra nella categoria dei pesi leggeri per un soffio, e la sua partecipazione al grande match per il titolo mondiale viene confermata. Così inizia il nuovo film di Ben Younger – tornato al cinema a più di dieci anni di distanza dal suo ultimo lungometraggio Prime – un biopic su Vinny “The Pazmanian Devil” Pazienza, boxeur realmente esistito, magistralmente interpretato dalla star emergente Miles Teller (Whiplash, The Spectacular Now).
“Free Fire” di Ben Wheatley
Dopo High-Rise, criptico adattamento del romanzo di James G. Ballard proiettato al TFF33, Ben Wheatley torna a Torino con Free Fire, un film in stile tarantiniano che pecca di virtuosismo e tenta spudoratamente di conquistare il pubblico con trovate di grande richiamo. Siamo nel 1970; la vicenda si svolge nell’arco di una sola notte, all’interno di una fabbrica abbandonata nel Massachusetts, dove una strana compagine di improbabili personaggi si riunisce per finalizzare uno scambio d’armi. I dieci trafficanti sono ben divisi in due schieramenti contrapposti, anche se non è difficile intuire che ognuno di loro nasconde qualche interesse privato, rendendo le alleanze fragili e mutevoli. Dopo un preambolo all’esterno della fabbrica, appena le scatole dei fucili vengono consegnate la tensione comincia ad aumentare a dismisura. Basterà pochissimo per far deflagrare un interminabile conflitto a fuoco che costituisce l’ossatura di tutto il film. Il cast stellare (Cillian Murphy, Brie Larson, Michael Smiley, Armie Hammer e Sharlto Copley) è costretto a strisciare, rotolare, urlare, prendere pugni e pallottole a oltranza, bruciare e sanguinare, senza mai abbandonare una leggera patina comica di battute taglienti, scambiate come se le parole fossero, a loro volta, dei colpi di fucile. I molti personaggi sono, letteralmente, duri a morire: come nei cartoni animati, i loro corpi possono subire ogni tipo di violenza, ma non smettono mai di combattere ed insultarsi.
Free Fire, però, punta troppo in alto. Dopo un promettente inizio carico di tensione, dal momento in cui viene sparato il primo colpo il film implode in un accumulo di stereotipi e azioni ripetitive. La comicità e l’intelligenza delle battute, alcune delle quali davvero memorabili, viene sommersa da una pioggia di proiettili vaganti e personaggi voltagabbana che non sanno più da che parte stare. Nei film d’azione, in particolare modo nel sottogenere dello sparatutto, è imprescindibile creare una definita geografia del campo di battaglia, a maggior ragione se la storia si svolge interamente in un capannone industriale. I personaggi hanno le idee confuse sulla generale disposizione di nemici e alleati all’interno della fabbrica (più volte, infatti, vengono colpite le persone sbagliate, con conseguenti insulti e scuse), ma questo non giustifica il grado di confusione che il regista induce nello spettatore. Rappresentare una guerriglia caotica non vuol dire necessariamente mettere lo spettatore nella stessa condizione dei personaggi. Il risultato è che dopo un’ora abbondante di pandemonio a fuoco, non ci sforziamo nemmeno più di capire chi spara e chi è stato colpito, perché non ci viene dato un numero sufficiente di coordinate per provare a farlo.
Nonostante tutte le strizzate d’occhio a Tarantino, Peckinpah e Scorsese (che è produttore esecutivo del film), Free Fire purtroppo non decolla. Rimane bloccato fra le quattro mura della fabbrica in cui confina la sua azione, senza mai ottenere il tanto cercato effetto cult che altri film d’azione sono riusciti ad ottenere senza così tanto sforzo.