In un’ex fabbrica di zucchero riadattata a laboratorio per la sperimentazione di terapie in grado di fermare l’invecchiamento, la dottoressa Ruben (Signe Egholm Olsen) conduce i suoi esperimenti, supportata finanziariamente da Thomas (Anders Heinrichsen). Le teorie della dottoressa, nello specifico una veterinaria, le consentono di trovare presto una cura efficace solo per gli uomini. La terapia per le donne, invece, non è così immediata e richiede ricerche supplementari, che vengono eseguite su cavie – tra le quali anche Mia (Sara Hjort Ditlevsen), moglie di Thomas – che vengono rapite dai due assistenti uomini di Ruben, il Cane e il Maiale.
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“FRIED BARRY” By RYAN KRUGER
Article by Noemi Castelvetro
Translated by Paola Macchiarella
Specialized film critics were caught rather off guard, because cinema has experienced a change when it comes to the ways it is exploited. On the other hand, new perspectives emerged in terms of film discourse and instruments to understand it. It is especially evidentin films like this one, in which the stated intent is to tell a certain audience to beat it. That being said, it is very difficult to examine Fried Barry without distorting it, but it is also unnecessary to dissect it in order to extract an additional critical consideration, which would be “too much of a good thing”.
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Se la critica cinematografica specializzata si è trovata a tratti spiazzata per il cambiamento nelle forme e nelle modalità di fruizione del cinema, al contempo si sono delineate nuove prospettive di collocazione rispetto alla sfera discorsiva del film e degli strumenti per approcciarla. Soprattutto se nel film in questione, come in questo caso, campeggia la voglia di mandare a quel paese un certo tipo di pubblico. Premessa fatta, è complesso cercare di approfondire Fried Barry senza snaturarlo, come non è indispensabile setacciarlo per estrapolare quella riflessione critica in più che “stroppierebbe il troppo”.
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Article by Luca Giardino
Translated by Valeria Collavini
“Go it alone”: that’s the title that young writer May Ryer (Bea Grant) chooses for her latest self-help handbook. Although her books don’t sell well and business is slow, May has far worse problems to deal with. A creepy, masked man breaks every night into the house where the writer lives with her husband, haunting her and pushing her to the edge. However, nobody seems to take this situation seriously – neither her condescending, insensitive husband nor the police, leaving May alone to her fate.
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“Go it alone” (“cavarsela da soli”): questo è il titolo che la giovane scrittrice May Ryer (Bea Grant) sceglie per il suo più recente manuale d’auto-aiuto. I suoi libri non hanno un grande riscontro e gli affari vanno a rilento, ma questo risulta essere l’ultimo dei problemi per May. Un inquietante uomo mascherato irrompe ogni notte nella casa in cui la scrittrice vive con il marito, tormentando la donna fino allo stremo delle forze. Nessuno, però, sembra dare rilevanza a questi avvenimenti, né il marito – accondiscendente e insensibile – né la polizia, abbandonando May al suo destino.
Continua la lettura di “LUCKY” DI NATASHA KERMANI – “REGRET” DI SANTIAGO MENGHINI“THE DARK AND THE WICKED” By BRYAN BERTINO
Article by Sirio Alessio Giuliani
Translated by Simona Sucato
Four years after The Monster, Bertino writes and directs a ghost story intertwined with the family drama, customizing it with its usual dry and explicit style. The movie was presented as a world premier at the Tribeca Film Festival 2020 and is out of competition in the section Le stanze di Rol at the 38th Torino Film Festival.
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Article by Arianna Vietina
Translated by Simona Assale
The Spanish tv series Antidisturbios represents those urban conflicts that we have witnessed in this 2020, from the riots of the Black Lives Matters movement, to the months of protest in Byelorussia, to the demonstrations in Poland. All of these were provoked by different reasons, but all defined by strong oppositions and incommunicability between protesters and law enforcements. A distance that remains impossible to fill, even if there seems to be no more air or space between these men and women, even if they merge one into another in agitated movements.
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La serie spagnola Antidisturbios riecheggia quei conflitti urbani che abbiamo visto scatenarsi in questo 2020, dagli scontri del movimento Black Lives Matters, ai mesi di protesta in Bielorussia, alle oceaniche manifestazioni in Polonia. Tutte scatenate da motivi differenti, ma tutte contrassegnate da questa opposizione e incomunicabilità tra manifestanti e forze di polizia. Una distanza che sembra sempre incolmabile nonostante tra i corpi di questi uomini e donne manchi lo spazio e l’aria, nonostante si fondano l’uno con l’altro in movimenti concitati.
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