TORINO JOB FILM DAYS

Nell’ambito delle celebrazioni di “Torino città del cinema 2020”, dal 21 al 23 settembre, presso il cinema Massimo, si è svolta la prima edizione dei “Torino Job Film Days”, festival dedicato ai diritti dei lavoratori, ma non solo.

Nato in occasione del settantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori, il festival, diretto dalla dottoressa Annalisa Lantermo, medico del lavoro e dirigente della ASL di Torino, si è configurato infatti sia come un vero e proprio concorso aperto a cortometraggi documentari o di fiction dedicati, in varia forma, alla tematica, sia come un momento di riflessione sulla rappresentazione del lavoro nel cinema e sulla professioni fel cinema, in particolare nella tribolata fase post-pandemia di COVID-19.

E così, durante i tre giorni di incontri, proiezioni e dibattiti , in cui sono intervenuti non solo registi e professionisti del settore cinematografico ma anche autorità provenienti dall’ambito sindacale, lavorativo e giudiziario, è emerso con chiarezza un fatto: cinema e lavoro sono due mondi che possono parlarsi, come auspicato del resto dalla stessa direttrice Lantermo. E che possono parlarsi nonostante le barriere linguistiche, come è dimostrato dalle varie nazionalità che hanno caratterizzato i film presentati: dalle dipendenti vietnamite del distretto industrial-elettronico di Hanoi (Nimble Fingers di Parsifal Reparato) ai minatori del Donbass (Blind Pit di Federico Schiavi e Giorgio Bianchi), dagli scioperi degli operai francesi di una ditta in via di delocalizzazione (On va tout péter di Lech Kowalski) ai soprusi subiti dai riders nelle grandi città di Francia e Inghilterra (Sorvegliati, utilizzati: nell’inferno dei fattorini in bicicletta di Filippo Ortona); ma c’è stato spazio anche per l’Italia, con la proiezione de Il pianeta in mare di Andrea Segre, incentrato sugli stabilimenti industriali di Porto Marghera, ma anche di Siamo qui da vent’anni di Sandro Bozzolo, indagine sugli effetti della globalizzazione nelle campagne del cuneese, e di Where is Europe? di Valentina Signorelli, reportage sulla vita a bordo di una nave ONG al largo delle coste di Catania.

In conclusione, si dunque può dire che questa prima edizione del festival sia stato una scommessa vinta e un modo per parlare dell’attualità in maniera assolutamente efficace. Chi scrive si augura vivamente un seguito dell’iniziativa.

Alessandro Pomati

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