“DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD” DI RADU JUDE

Tra le molte strade che percorrono il territorio rumeno, una in particolare gode di una certa popolarità: è la Transfăgărășan, anche nota come “la follia di Ceaușescu”, 60 miglia che si snodano attraverso le vette più scoscese della Romania. Il sinistro appellativo con cui viene ricordata, in palese contraddizione rispetto ai panorami mozzafiato che attraversa, risale ai tempi della sua edificazione e vuole essere un ricordo degli operai morti per il completamento del folle progetto. Ma la Transfăgărășan è solo una delle tante. Rispetto alle altre opere di ingegneria civile cadute nel dimenticatoio, ha la fortuna di avere dalla propria la bellezza, e quella si sa, piace a tutti, vende sempre bene.

Con Do Not Expect Too Much from the End of the World, Radu Jude riserva allo spettatore un posto in prima fila, sul sedile di un furgone marcato Dacia. L’autista che lo accompagnerà nel viaggio verso la fine del mondo risponde al nome di Angela (Ilincha Manolache), assistente di produzione imbottigliata nel traffico di Bucarest. Angela è sempre di fretta: gli impegni lavorativi si rivelano davvero troppi e non trova il tempo da dedicare al pubblico, al quale non resta che aspettare il termine della sua giornata lavorativa. Tralasciando volutamente tutti gli elementi che di solito si ritrovano in una classica esperienza cinematografica, Jude impone il profilo di Angela all’attenzione dello spettatore, a cui non è permesso voltarsi indietro né tantomeno guardare dove si sta andando. L’unica posizione che si può assumere all’interno di questo frastuono cinematografico è la stasi, il fermarsi a osservare in silenzio il disfacimento del mondo capitalista, di cui tutti siamo protagonisti in quanto complici.

Ora però, mi dovete scusare: anche io, come Angela, ho ancora molte faccende da sbrigare e non ho tempo da dedicarvi. Ci tengo però ad augurarvi un felice viaggio verso la fine del mondo. Ricordatevi di indossare sempre le apposite cinture di sicurezza e il casco protettivo, perché per la nostra azienda, la vostra salute viene prima di ogni cosa.

Francesco Ghio

articolo pubblicato su “la Repubblica” il 30 novembre 2023

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