Tutti gli articoli di Davide Lassandro

“IRON WINTER” DI KASIMIR BURGESS

In Mongolia esiste una tradizione plurisecolare, tramandata di padre in figlio, che consiste nel prendersi cura dei cavalli compiendo una transumanza per farli sopravvivere ai gelidi e rigidissimi inverni che caratterizzano il territorio. Sei anni fa questa tradizione si è improvvisamente interrotta a causa del clima invernale, sempre più duro di anno in anno. Dunque ora gli anziani dovranno far rivivere l’antica usanza affidando l’arduo compito a due giovani amici.

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“LA ANATOMÍA DE LOS CABALLOS” DI DANIEL VIDAL TOCHE

Le rivoluzioni, di qualunque genere, esistono da sempre e hanno incessantemente plasmato il corso della storia. Ma qual è il loro scopo? Perché si combattono? E contro chi? Queste sono le domande che definiscono il primo lungometraggio di Daniel Vidal Toche, La anatomía de los caballos, presentato al 43° Torino Film Festival. Il regista, originario del Perù, realizza un’opera cinematografica inconsueta e personale, dipingendo il rapporto tra una terra e il popolo che l’abita filtrato dal complesso e contraddittorio tema della rivoluzione.

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“IN ULTIMO” DI MARIO BALSAMO

Un corridoio bianco. Una luce accecante, quasi divina. Un coro di voci che sembrano provenire dall’aldilà. Mario Balsamo presenta così l’Anemos di Torino nel suo ultimo documentario, In ultimo, un titolo conciso ma efficace nel descrivere una missione che gli operatori dell’hospice perseguono con premura e dedizione: condurre le persone verso l’elaborazione della malattia e l’accettazione di quella condizione di fronte alla quale siamo tutti uguali. Tutte le inquadratura sono sovraesposte e prolungate, una scelta che trasporta lo spettatore in una dimensione sospesa, senza tempo e completamente estranea alla realtà ordinaria.

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“MY DEAD FRIEND ZOE” DI KYLE HAUSMANN-STOKES

I film dedicati alle terribili conseguenze dei disturbi da stress post-traumatico (o PTSD) costituiscono ormai un vero e proprio filone cinematografico, in cui si inserisce il primo lungometraggio di Kyle Hausmann-Stokes, My Dead Friend Zoe: una commedia nera che, volutamente, prova a mitigare un tema tanto delicato, specie per gli americani, e troppo spesso trascurato. Il regista stesso, arruolatosi poco prima dell’11 Settembre e ritiratosi nel 2008, è un ex-paracadutista dell’esercito che, oltre ad aver realizzato cortometraggi di impatto sociale e spot pubblicitari per diverse aziende, da quattordici anni si cimenta nello studio del cinema grazie al sostegno garantito dal Post-9/11 Veterans Educational Assistance Act.

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“UNDER THE GREY SKY” DI MARA TAMKOVICH

Dopo una serie di cortometraggi incentrati su questioni politico-sociali, Mara Tamkovich esordisce con il suo primo lungometraggio dall’evocativo titolo Under the Grey Sky che riporta lo spettatore alle vicende seguite alle elezioni bielorusse del 2020 e ai fatti di Piazza del Cambiamento a Minsk dove, dopo la proclamazione di Lukashenko, durante una manifestazione pacifica la polizia antisommossa attaccò i manifestanti inermi compiendo arresti e violenze.

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