Un corridoio bianco. Una luce accecante, quasi divina. Un coro di voci che sembrano provenire dall’aldilà. Mario Balsamo presenta così l’Anemos di Torino nel suo ultimo documentario, In ultimo, un titolo conciso ma efficace nel descrivere una missione che gli operatori dell’hospice perseguono con premura e dedizione: condurre le persone verso l’elaborazione della malattia e l’accettazione di quella condizione di fronte alla quale siamo tutti uguali. Tutte le inquadratura sono sovraesposte e prolungate, una scelta che trasporta lo spettatore in una dimensione sospesa, senza tempo e completamente estranea alla realtà ordinaria.
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“MY DEAD FRIEND ZOE” DI KYLE HAUSMANN-STOKES
I film dedicati alle terribili conseguenze dei disturbi da stress post-traumatico (o PTSD) costituiscono ormai un vero e proprio filone cinematografico, in cui si inserisce il primo lungometraggio di Kyle Hausmann-Stokes, My Dead Friend Zoe: una commedia nera che, volutamente, prova a mitigare un tema tanto delicato, specie per gli americani, e troppo spesso trascurato. Il regista stesso, arruolatosi poco prima dell’11 Settembre e ritiratosi nel 2008, è un ex-paracadutista dell’esercito che, oltre ad aver realizzato cortometraggi di impatto sociale e spot pubblicitari per diverse aziende, da quattordici anni si cimenta nello studio del cinema grazie al sostegno garantito dal Post-9/11 Veterans Educational Assistance Act.
Continua la lettura di “MY DEAD FRIEND ZOE” DI KYLE HAUSMANN-STOKES“UNDER THE GREY SKY” DI MARA TAMKOVICH
Dopo una serie di cortometraggi incentrati su questioni politico-sociali, Mara Tamkovich esordisce con il suo primo lungometraggio dall’evocativo titolo Under the Grey Sky che riporta lo spettatore alle vicende seguite alle elezioni bielorusse del 2020 e ai fatti di Piazza del Cambiamento a Minsk dove, dopo la proclamazione di Lukashenko, durante una manifestazione pacifica la polizia antisommossa attaccò i manifestanti inermi compiendo arresti e violenze.
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