Archivi categoria: Job Film Days 2022

“MI PIACE LAVORARE (MOBBING)” DI FRANCESCA COMENCINI

Mi piace lavorare (Mobbing) è la storia di Anna, una segretaria contabile – interpretata da Nicoletta Braschi – che vive con la figlia Morgana. Quando l’azienda in cui è impiegata viene assorbita da una multinazionale, il suo lavoro viene snaturato e le sue giornate si susseguono all’insegna di microaggressioni e di un progressivo isolamento. Job Film Days ne presenta una rara copia in 35mm per chiudere l’omaggio a Francesca Comencini.

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“EL GRAN MOVIMIENTO” DI KIRO RUSSO

Un anno dopo aver vinto il Premio speciale della giuria nella sezione Orizzonti della 78esima Mostra del Cinema di Venezia, El Gran Movimiento (2021) torna in Italia in occasione della terza edizione dei JOB FILM DAYS. A partire da un prologo (alla quale corrisponde un epilogo) debitore delle sinfonie urbane di matrice russo-tedesca, Kiro Russo intesse un racconto eccentrico e multiforme, in grado di guidare lo spettatore sia attraverso il caos della metropoli sia nei meandri della mente di Elder (Julio Cezar Ticona), il nostro pseudo-protagonista.

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“NON SONO MAI TORNATA INDIETRO” DI SILVANA COSTA

Quando Iolanda ha sei anni viene affidata in servizio a una famiglia. Iolanda cresce e nel frattempo nella famiglia nasce una nipote, Silvana: Iolanda l’accudisce e, tra le due, negli anni si sviluppa un rapporto simile a quello tra madre e figlia. Poco più che quarantenne, i nonni ormai scomparsi, Iolanda parte per il Canada in cerca della libertà. E’ una scelta difficile e coraggiosa; non torna più indietro. A distanza di molto tempo Silvana, ormai diventata ragazza e regista, decide di farne un film. Questo film: Non sono mai tornata indietro.

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“WOMAN AND THE GLACIER” DI AUDRIUS STONYS

“La mia prima idea era di fare un film su una donna fragile e sulle montagne eterne e solide, ma in realtà ho visto che le montagne, seppur forti, hanno anche una componente fragile” così Audrius Stonys descrive la genesi e gli sviluppi di Woman and The Glacier, presentato durante la terza edizione di Job Film Days, in collaborazione con il Politecnico di Torino, per discutere del sempre più rilevante argomento dei cambiamenti climatici e, nello specifico, della glaciologia.

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“THE GIRL FROM DAK LAK” DI MAI HUYEN CHI E PEDRO ROMAM

Un futuro promettente che non si rivela come tale, la solidarietà femminile, una ragazza che parte da una regione montagnosa per spostarsi nella grande città – Ho Chi Minh – “l’American Dream” del Vietnam; sono queste le linee narrative di un film lieve, The Girl From Dak Lak (proiettato ai Job Film Days 2022) che, pur senza una grande produzione alle spalle, riesce a scavare nella verità. Partita alla volta della metropoli in cerca di liberazione, Suong è ben presto rapita dalle dinamiche quadrate e meccaniche di una vita diversa da quella che aspettava.

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“TOMMASO BLU” DI FLORIAN FURTWÄNGLER

La recente ristampa di Tuta blu. Ire, ricordi e sogni di un operaio del Sud del poeta-operaio Tommaso Di Ciaula, è l’occasione perfetta per godersi Tommaso Blu (1987) di Florian Furtwängler, pellicola tratta dal suddetto libro che, nonostante fosse stata girata in Italia e pensata per il pubblico italiano, rimase inedita nel nostro paese. Il proficuo incontro tra lo scrittore pugliese, il sociologo Peter Kammerer e il regista nipote del famoso compositore Wilhelm Furtwängler, portò alla creazione di un film profetico, capace di assorbire le idee anticapitaliste e rivoluzionarie dell’opera originale per tramutarle in un racconto lineare, ma non per questo meno sconvolgente.

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“WORKING CLASS HEROES” DI MILOŠ PUŠIĆ

In occasione del suo terzo lungometraggio, scelto come film d’apertura della terza edizione dei JOB FILM DAYS, Miloš Pušić narra, tra il serio e il faceto, una storia che si nutre di una messa scena cangiante e imprevedibile per mostrare la mancanza di tutele e diritti dei lavoratori in Serbia. Working Class Heroes racconta di un gruppo di operai edili alle prese con il completamento di un edificio in un clima di illegalità e corruzione. La società di costruzioni però li ha ingaggiati principalmente per far finta di lavorare, per convincere gli investitori, attraverso l’immagine distorta della televisione, della bontà del progetto. Il cantiere diventa quindi un set che alimenta il sogno, ormai marcio fino al midollo, della possibilità di convivere con queste condizioni.

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