A housewife wearing a dress from the Fifties comes down a pastel-colored spiral staircase. She cries out a name: Lady. The woman is desperately looking for her interlocutor, chatting nonstop while walking around the room. It looks like she is talking with a real person, but Lady is actually a dog, and a stuffed one no less. There’s not much to talk about with a lifeless animal. This is the first sequence of Favola (“Fairytale”) by Sebastiano Mauri, a film that astonishes the viewer from the very beginning.
Lungo una scala elicoidale dai colori tenui scende una casalinga che indossa un vestito anni Cinquanta. Urla un nome: Lady. La donna cerca disperatamente la sua interlocutrice e mentre si accinge a esplorare la stanza chiacchiera incessantemente, dando l’impressione di rivolgersi ad una persona; Lady è invece un cane ed è anche impagliato. C’è dunque ben poco di cui parlare con una bestia senza vita. Così si apre la prima sequenza di Favola, film di Sebastiano Mauri, che sorprende lo spettatore fin dal primo istante. Continua la lettura di “FAVOLA” DI SEBASTIANO MAURI→
A film that revolves around a choice, which manages to create anticipation in the audience up to the very end. We are faced with a realistic scenario, a casting for the new main actress in the remake of The Bitter Tears of Petra von Kant by Fassbinder. Unfortunately, six days before filming starts, the director can’t make a decision, leaving the entire crew in a state of uncertainty about the making of the project. The movie presents itself as a metaphor for today’s society, where we constantly depend on production and financial capacities.
Un film che ruota intorno a una scelta, capace di creare un’attesa in cui lo spettatore viene coinvolto fino alla fine. Davanti a noi si apre uno scenario realistico di un casting finalizzato alla scelta dell’attrice protagonista per il remake di Le lacrime amare di Petra von Kant di Fassbinder. Sfortunatamente la regista, a sei giorni dall’inizio delle riprese, sembra non voler decidere, lasciando l’intera troupe nell’incertezza della realizzazione del lavoro. Il film si pone come una metafora della società contemporanea, in cui si è costantemente dipendenti dalle capacità produttive e finanziarie. Continua la lettura di “CASTING” DI NICOLAS WACKERBARTH→
Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino