“Les loups” di Sophie Deraspe

Sophie Deraspe, regista canadese già nota al Torino Film Festival per una sua precedente partecipazione in concorso con Un soffio di vita nel 2009, quest’anno presenta nella sezione TFF33 Les loups. Protagonista è  una comunità di pescatori che vive sulla riva dell’Oceano Atlantico ignorando le sovrastrutture e le regole della civiltà metropolitana. La quotidianità che si vive in città è molto distante da questa “utopica” comunità.

Il film parla di una ricerca della verità. La protagonista Elie (Evelyne Brochu) è una ragazza di città, studentessa di letteratura, che misteriosamente decide di lasciare tutto per riposarsi. Lascia Montreal e si immerge in una realtà molto distante da quella della città. Il villaggio di pescatori in cui si è trasferita è una  una piccola comunità, un microcosmo che ha un rapporto primordiale con quello che lo circonda. La natura è rispettata e temuta allo stesso tempo: “Madre natura dà, madre natura toglie”. Non ci sono leggi più forti di questa. Gli uomini che tutti i giorni esce in mare per la pesca alla foca, lo sanno.

L’integrazione di Elie inizialmente è molto difficile perché risulta estranea al luogo e subisce la curiosità e spesso la diffidenza della gente. Il suo arrivo desta molti sospetti sulle sue motivazioni perché molte associazioni per la salvaguardia dell’ambiente hanno dichiarato guerra alla principale fonte di sostentamento della piccola cittadina portuale. La situazione è stressante per una comunità che è abituata a vivere per conto suo, con le sue regole e abitudini: ad esempio non si bussa alle porte che sono sempre aperte, mentre i bambini crescono sotto la supervisione di tutti gli adulti. Sembra un branco lupi.

Maria Menquit (Louise Portal) è un’istituzione in paese, la sua saggezza e il suo senso materno verso tutti le dà a pieno titolo il ruolo di matriarca del branco. E’ il lupo Alpha. Elie deve quindi convivere, in queste lande desolate, con una comunità piccola e diffidente ma non ostile, la quale potrà fornirle la pace di cui ha bisogno e la verità sulle sue origini.

La location è l’isola della Madeleine in Quebec, paesaggisticam ente selvaggia e bellissima. Luoghi dove la solitudine è a contatto con la natura incontrastata. La natura diventa fonte di liberazione e luogo in cui risiede la verità. Le panoramiche sono musica per gli occhi.

Le figure femminili di questo film sono molto importanti. Il coraggio, la tenacia e la testardaggine sono tutte al femminile.La protagonista Elie e soprattutto Maria Menquit sono donne molto forti.  Esse spesso prendono decisioni che cambieranno la vita di molte persone. Sono determinate ma con un lato materno. Sono punto cardine irremovibile della comunità.

Ero pronto a scrivere un articolo sulla pesca alle foche che in quei paesi ai confini del mondo è cruenta ma rispettosa dei ritmi naturali della sopravvivenza; ero pronto a scrivere su quanto la civiltà odierna si è allontanata dai tradizionali principi comunitari ricchi di umanità, gentilezza e fiducia nel prossimo. Ma la regista, Sophie Deraspe (con la quale mi sono confrontato al termine della proiezione) non intende dare giudizi morali. A noi spettatori il diritto di pensare a quello che vogliamo. Il suo unico obbiettivo è quello di raccontare una storia così com’è: vera e cruda.

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