Non tutte le storie finiscono come l’autore aveva immaginato. Nel caso di
Otso Tiainen, regista finlandese al suo primo documentario, una storia che avrebbe dovuto narrare di arcani riti e culti si trova a dover render conto dei recenti fatti di cronaca legati ad abusi domestici, emersi durante le riprese.
Tutti gli articoli di Beatrice Bertino
“QUE MA VOLONTÉ SOIT FAITE” DI JULIA KOWALSKI
Julia Kowalski presenta a Torino il suo secondo lungometraggio di finzione Que ma volonté soit faite, già selezionato a Cannes nella sezione Quinzaine des Cinéastes. La regista racconta una storia dai toni cupi, completamente immersa nelle aree rurali francesi, in cui una famiglia di immigrati polacchi – come furono i suoi genitori – gestisce un allevamento di mucche. Stalle e campagne sono gli orizzonti visivi di una vicenda oscura, intrecciata saldamente a fede e peccato, redenzione e dannazione.
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Jenny (Emma Drogunova) e Bolle (Paul Wollin) vivono una relazione in cui si intrecciano amore e dipendenza. Nonostante la gravidanza, Jenny non riesce a rinunciare alle metanfetamine, di cui fa uso quotidiano insieme al suo compagno. La situazione precipita ulteriormente quando Jenny riceve un ordine di esecuzione di una pena detentiva, che la obbliga a presentarsi in un istituto carcerario.
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Una storia d’amore e il desiderio di creare una famiglia sono il punto di partenza del film di Abdelhamid Bouchnack. Mariem, orfana e senza il velo, e Dalì, un mussulmano che a volte prega e altre no, sono due giovani tunisini che rappresentano l’avanguardia a cui aspira il loro Paese. Tuttavia, la nascita di unə figliə fa emergere e rivela le profonde incertezze che governano una cultura stagnante.
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