“Questo è il primo giorno del resto della vostra vita” dice una voce dagli altoparlanti. Siamo in una vecchia fabbrica di macchinari per l’edilizia a Città del Messico: tutti i dipendenti lavorano in serenità, c’è un clima familiare, regna il buonumore. Tutto è idilliaco. Per i primi dieci minuti del film. Un evento sconvolgente infrange la routine: il loro amato capo, Don Alejandro, viene trovato senza vita nel retro del magazzino.
Si scopre quindi che in l’azienda è in realtà sull’orlo del fallimento da anni, anche a causa della crisi del settore manifatturiero messicano, e che il salario di ognuno dei dipendenti veniva pagato direttamente da Don Alejandro, di tasca sua. A quel punto i dipendenti vengono presi dallo sconforto e nella fabbrica inizia a regnare il caos.
“Avrei voluto fare il musicista ma come chitarrista non ero abbastanza veloce, allora mi sono dedicato al cinema”. Brillante come sempre, Gabriele Salvatores si presenta così all’evento di lunedì 21 novembre, dal titolo Una conversazione su cinema e musica.
Nella suggestiva location dell’auditorium del grattacielo di Intesa Sanpaolo, abbiamo assistito a un interessantissimo dialogo tra il guest director di questo TFF e Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema. L’incontro si è dipanato come una libera conversazione tra amici appassionati di cinema, e la formula è stata davvero apprezzata da tutti i presenti in sala.
Il giovane ed emarginato Sean si è isolato in una roulotte in mezzo ai boschi, avviando le sue ricerche nel campo dell’alchimia, con il gatto Kaspar come unica compagnia. In fuga da una società in cui non ha mai veramente trovato il suo posto, ha come unico tramite con essa il fratello che lo rifornisce delle più stravaganti attrezzature e materiali per i suoi esperimenti alchemici.
Dopo il successo dell’anno scorso, la Notte Horror torna al Torino Film Festival 2016. Tre film horror proiettati in fila a partire da mezzanotte fino alle prime luci dell’alba.
Grande attesa per l’evento, confermata dall’interminabile fila di persone davanti al cinema Massimo, e calorosissima accoglienza del pubblico che si fa sentire fin da subito con applausi ed acclamazioni per Emanuela Martini alla presentazione.
Esagerato, sconsiderato, anticonformista, spregiudicato. Ma Sion Sono ha anche dei difetti. Prima di parlarvi di Antiporno forse è meglio che vi spieghi che significa andare a vedere un film di questo incredibile regista giapponese. Avete presente quando vi dicono “Il cinema orientale è troppo complesso e non riesco a capirlo”? Ecco,sono convinto che non “capiscano” Sion Sono neanche gli orientali. Almeno, non alla prima visione.