Otto cortometraggi di Too Short to Wait

Otto sono stati i cortometraggi presentati nella sezione Comedy al pre-festival Too Short to Wait, e purtroppo nessuno di questi è stato scelto nella selezione dei primi dieci che saranno effettivamnete in concorso al Piemonte Movie gLocal Film Festival.
Nell’ora e mezza di proiezione si sono susseguite sullo schermo queste otto storie di media-corta durata (la più corta di quattro minuti e la più lunga di ventidue) che lasciano un sapore agrodolce, o dolceamaro che dir si voglia, contrariamente all’aspettativa che il nome della sezione potrebbe creare nello spettatore.


Nei suoi celeri quattro minuti Löv – foglie racconta la solitudine di un anziano signore illuso di poter parlare con la sua amata piantina, il quale acquista uno smartphone in grado di dargli delle risposte seppur in modo ovviamente meccanico.

Bogdan. Dato di Dio allude, tramite lo scambio di un’urna con un barattolo del caffè, alla concezione contemporanea dell’impossibilità di affidarsi ad una vita ultraterrena e alla conseguente irriverenza quasi blasfema nei confronti della morte.

In Cratta il turbinio onirico di immagini di un paese del Meridione raffigura l’eterna lotta che l’uomo comune affronta nella scelta (o non scelta) tra Dio e la Fortuna, la Fede e il Lotto, la chiesa e il bar.

Ho perso la testa è una breve scenetta tragicomica e un po’ horror, in cui il protagonista, sebbene creda di vivere una vita straordinaria, fa la fine descritta dal titolo.

La metafora del piccione è una divertente parabola sulla sfortuna e la casualità raccontata in stile comico-documentaristico dove la particolarità risiede proprio nella centralità rappresentata dal fatale guano di piccione che cade sulla spalla del protagonista.

In The Restaurant il delicato tema della psicosi viene via via smorzato grazie al consiglio dello psicoterapeuta che sprona il protagonista ad uscire, frequentare persone e, per l’appunto, ristoranti.

WC Western Close. Li chiamavano cowboy invece erano stronzi è forse il più originale della selezione insieme a Cratta perché si presenta come un cortometraggio ironico e grottesco di ampio respiro ideologico: a partire dai sei malcapitati personaggi, si arriva a mettere in dubbio il mito del Far West e i pomposi elementi che lo hanno costruito.

Infine nel breve E il quarto non beve vengono messe in scena le divertenti “avventure” di un’allegra comitiva che decide che il quarto componente non dovrà bere in osteria perché poi dovrà mettersi alla guida.

 

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