Otto cortometraggi di Spazio Piemonte 1

Trentuno i corti selezionati per la sezione Spazio Piemonte, la categoria del Piemonte Movie gLocal Film Festival dedicata alle opere prime di giovani registi emergenti. Nella prima tranche, otto cortometraggi del genere più disparato.


Il mondo dell’istruzione, dei segreti inconfessabili e della solitudine interiore sono rappresentati in Nogoson. Un’oscurità trasparente di Alberto Segre che ci mette davanti ad immagini di una città priva di esseri umani, ripresa dall’alba al tramonto. Non vediamo persone, ma ne sentiamo le voci tramite una segreteria telefonica: insegnanti che raccontano le loro difficoltà e segreti professionali mai rivelati che hanno, però, cambiato la loro vita. Lo scorrere del tempo, inesorabile e sempre identico, si scontra con le voci metalliche di personaggi che non vediamo mai.

Un’insegnante alle prese con un fardello molto pesante è la protagonista di Livido Amniotico di Cristian Vincis. La piccola allieva Camilla è tenuta a scrivere un diario giornaliero, ed è proprio tramite gli scritti della bambina che la maestra scopre una verità agghiacciante che riguarda la sua famiglia.

Vita Vitae di Silvio Franceschet mostra un’immagine diversa di Venezia rispetto a quelle cui siamo abituati. Flavio, un pensionato arzillo e pittoresco, si occupa di recuperare vigne abbandonate insieme agli altri membri dell’associazione culturale “Laguna nel bicchiere, le vigne ritrovate”. La vendemmia a cui assistiamo è quella felicemente eseguita all’interno del cimitero del capoluogo veneto. Vita e morte s’incontrano magicamente grazie ad un rito ancestrale e comunitario.

Sbodinois di Atafilm Productions è il più breve di tutti i cortometraggi in concorso. In un minuto il corpo umano si trasforma in una fucina di rumori meccanici tutt’altro che naturali. Di conseguenza la naturalezza dei movimenti si tinge di colori artificiosi e produce suoni sgradevoli, in un ossimoro continuo.

La moglie del custode di Mario Parruccini è la tenera (e a tratti inquietante) vicenda di due anziani signori (interpretati da Giorgio Colangeli e Lucia Sardo), custodi del vecchio tribunale di Torino in procinto di essere demolito. Il focus della narrazione riguarda la cecità della protagonista femminile che sa di non vedere, ma “sente” molto meglio del marito vedente. In questo gioco di sensi mancanti o potenziati c’è un sottofondo di nostalgia verso qualcosa che non c’è più e che è ora di abbandonare.

La cecità fa anche parte della vita della protagonista femminile di Tra le dita – Requited Love di Cristina Ki Casini. Una macchina fotografica molto speciale riesce a catturare l’attimo di unione sentimentale tra due persone avvenuto in uno specifico momento e in un specifico luogo. La prova del nove sulla correttezza di questo meccanismo è palese nel momento in cui il fotografo, fotografando se stesso, non risulta nell’immagine finale: egli non ama se stesso. Tuttavia, qualcosa cambia nel momento in cui egli incontra con la sua ultima cliente, una ragazza che ha perso la vista da poco e che riesce a toccare le corde più profonde del suo essere.

In Vanillacola di Andrea Daddi, vincitore dell’ultimo See You Sound Festival, una Torino “diversa” è ripresa da svariate angolazioni e con scatti a ritmo musicale.

Pircantaturi di Alice Buscaldi, Angela Conigliaro e Lorenza Fresta, è un corto di animazione e ci mostra la drammatica tradizione dei “pircantaturi” siciliani, coloro che si appostavano davanti alla casa di un debitore insolvente. La situazione drammaturgica si scioglie in modo divertente grazie ad un linguaggio inventato, incomprensibile, ma molto espressivo e un finale del tutto a sorpresa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *