“GREENER GRASS” DI JOCELYN DEBOER E DAWN LUEBBE

Jill (Jocelyn DeBoer) e Lisa (Dawn Luebbe), madri frenetiche, casalinghe mantenute e migliori nemiche, vivono in una piccola città residenziale maniacalmente organizzata, dai nauseanti colori pastello, dove la gente va in giro in golf cart. Jill ha uno strano bisogno di compiacere le persone, a tal punto da offrire impulsivamente il proprio neonato a Lisa, che lo accetta: questo episodio, considerato come perfettamente normale da tutti coloro che vorticano attorno alla vita delle due donne, apre la strada a eventi sempre più surreali, in cui è possibile riconoscere, attraverso un occhio più analitico, alti contenuti simbolici.

Greener Grass, presentato al Sundance e al Locarno Film Festival, nasce dall’idea delle attrici stesse, che scrivono, dirigono e interpretano l’opera, spalleggiate da nomi conosciuti nell’ambito della stand-up comedy americana come quelli di Beck Bennet e Neil Casey, rispettivamente Nick e Dennis, i mariti-bambolotti delle due protagoniste. Ne risulta una commedia chimerica dal gusto grottesco e dallo stile allucinato, che fa l’occhiolino alla plasticità del mondo di The Truman Show, popolato però da uomini senza virilità, donne emozionalmente anestetizzate, bambini che si trasformano magicamente in golden retriever e killer di insegnanti di yoga. Tutti con l’apparecchio ai denti.

Il titolo, parafrasabile in italiano come “L’erba (del vicino è sempre) più verde”, racchiude l’intenzione satirica di cui il film si fa carico: l’insoddisfazione per la mediocrità della vita e la conseguente ricerca ossessiva della perfezione. Proprio nell’apparecchio per i denti infatti, metafora costante nel film, la rappresentazione dell’attuale situazione di sofferenza nella speranza di una condizione impeccabile, come un sorriso bianco e allineato. La forte critica sociale trova ulteriore concretezza nei riferimenti al mondo contemporaneo: dalla pubblicità di omogenizzati per neonati che proclama con orgoglio che il cibo viene pre-masticato da vere madri – a garanzia della provenienza di quello che si dà da mangiare ai propri figli -, al popolare show televisivo “Bambini con i coltelli”.

Recuperando il black humor e le gag ridicole della comedy di varietà, Greener Grass gioca con la sottile linea che separa questa comunità distopica e diabetica dalla realtà in cui noi spettatori viviamo. Lasciando, dopo l’overdose di zuccheri, un leggero senso di amarezza.

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