MASTERCLASS. “FILM AND SOCIAL JUSTICE” E “FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI DI FILMMAKER E ATTIVISTI”

Si sono svolte il 25 e il 26 novembre le ultime due masterclass organizzate in occasione del 38 Torino Film Festival, a cui hanno potuto partecipare alcuni studenti dell’Università degli Studi di Torino e del Politecnico di Torino.

Ospiti dell’incontro del 25, Film and Social Justice, sono stati Taghi Amirani e Walter Murch, rispettivamente regista e montatore del documentario Coup 53. L’ultimo incontro, Formare le nuove generazioni di filmmaker e attivisti, ha visto la partecipazione di Mohsen Makhmalbaf, regista di numerosi film e documentari, fra cui Salaam Cinema e The Afghan Alphabet. Entrambi gli incontri sono stati condotti e curati da Fedra Fateh, avvocato e vicedirettrice del festival.

Protagonista assoluto di entrambe le masterclass è stato il concetto di impegno politico e partecipazione tramite la settima arte. Taghi Amirani e Walter Murch hanno parlato di come si sono incontrati e di come insieme hanno iniziato a lavorare sull’idea di un documentario sul colpo di stato del ‘53 che in Iran ha portato alla caduta del primo ministro Mohammad Mosaddegh. Colpo di stato che – come emerge dal film, costruito come un thriller – è stato fortemente spalleggiato da Regno Unito e Stati Uniti, e di cui l’Iran paga ancora le conseguenze. Centrale nel discorso di Amirani e Murch sono stati da un lato i problemi di produzione, distribuzione e censura, dall’altro l’importanza del loro lavoro per far conoscere al mondo una pagina ignota della storia recente del Medio Oriente, per dare al popolo iraniano stesso dettagli che erano stati occultati e nuovi punti di vista sulla loro storia.

Ha invece dato molti consigli a giovani, aspiranti filmmaker Mohsen Makhmalbaf, raccontandosi come cineasta completamente autodidatta: dopo un’infanzia senza cinema e un’adolescenza in carcere per ragioni politiche, infatti, afferma di aver letto centinaia di libri sull’arte del cinema e averli poi riassunti sempre più fino ad arrivare a quelle che ritiene essere le regole base del linguaggio filmico, che segue ancora oggi. Fondamentale, come ha più volte ribadito, è ricordare che il cinema altro non è che un linguaggio, non un concetto. Importantissimo diventa quindi studiare anche altro, conoscere il più possibile, fare film per dire qualcosa che possa illuminare zone buie e sconosciute. Esistono, a suo avviso, due ragioni per fare cinema: diventare famosi o cambiare il mondo. Quale delle due abbia scelto Makhmalbaf è chiaro.

A chiusura di questi masterclass resta quindi l’invito a rimboccarsi le maniche e ricordare che, per quanto difficile possa essere, per quanti ostacoli si possano incontrare, il cinema resta un potentissimo veicolo di storie. Storie in grado, a volte, di cambiare davvero il mondo in cui viviamo. Storie che aspettano solo qualcuno che le racconti.

Cristina Danini

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