“VIENS JE T’EMMÈNE” DI ALAIN GUIRAUDIE

Nella teoria delle relazioni sociali precostituite, la pratica degli affetti permette di scardinare le certezze su cui l’individuo fonda il rapporto con l’altro. La vita è un tumulto di incontri inaspettati, di desideri effimeri e transitori, di dolorose interferenze esterne e di impedimenti accidentali: l’uomo deve abituarsi alla mutevolezza della vita, rendendo se stesso e i propri desideri incostanti quanto le imprevedibili circostanze della realtà.

Questo è il messaggio che Alain Guiraudie dedica a tutta l’umanità in Viens je t’emmène, il suo ultimo lungometraggio presentato fuori concorso al Torino Film Festival. Il regista mette nuovamente in scena una storia ai margini del genere, tra il comico e il melodrammatico, tenendosi saldo nell’interesse per il contesto sociale che aveva già contraddistinto alcune sue opere precedenti (Le roi de l’évasion, 2009; Rester vertical, 2016). Fautore di personali utopie, il regista prosegue la ricerca di formule comunitarie alternative, conciliabili con la naturale mutevolezza della condizione umana.

Nel film, Médéric (Jean-Charles Clichet), un giovane uomo sulla trentina, si infatua irrimediabilmente di Isadora (Noémie Lvovsky), una prostituta di mezza età che pratica la professione nonostante gli impedimenti messi in atto dal marito. Per quanto il desiderio dei due protagonisti sia incontrollabile, nel corso della narrazione l’intimità fedifraga è interrotta dalle interferenze del mondo esterno – tra cui un attacco terroristico – che ne spezzano ripetutamente l’orgasmo. Guiraudie ci presenta un amore impossibile, destinato a rimanere solo in potenza; ma è in questo stesso inappagamento che si crea la tensione erotica che scuote i due amanti. Il regista infatti sembra opporsi agli orgasmi, si dissocia dalla tentazione di dare un punto fermo ai personaggi e alle loro relazioni, proponendo una visione queer della sessualità come un’indefinibile lavoro in corso. 

Nel finale le traiettorie di desiderio e di paranoia dei personaggi sfociano in un conclusivo riassettamento sentimentale, da cui ripartire per vivere nuovi amori. Nasceranno altre passioni e si faranno altre inaspettate conoscenze. E nel clamore assordante della vita, al protagonista non rimane che continuare a correre, come fa, del resto, in tutto quanto il film.

Federico Lionetti

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