Un rapporto che doveva essere tenuto segreto a tutti i costi, una storia d’amore davvero non convenzionale nata dietro le quinte del fumetto Wonder Woman e di cui pochissimi all’epoca erano a conoscenza. Un film straordinariamente politico che ci fa riflettere sui passi fatti e su quelli che dovremmo ancora fare.
Uno sguardo sugli anni ’30 in un clima di rigore e maschilismo, moralismo e apparenze, eppure anche il fulcro di ribellioni potenti e prorompenti, di sguardi al futuro e femminismo, libertà e controcorrenti. Appassionante ed ironico, il film riesce a parlare di emancipazione in maniera inconsueta, grazie alla straordinaria avventura del professor William Moulton Marston e della sua relazione poliamorosa con la sua legittima moglie Elizabeth Holloway, ricercatrice di psicologia, e con la sua allieva ed assistente Olive Byrne. Un ménage à trois nato tra le cattedre di Harvard che porterà alla nascita del fumetto di Wonder Woman tra bondage, erotismo, seduzione e grande amore. Temi trattati dalla regista con intelligenza, delicatezza e ironia. Ed è proprio lo sfondo ironico della vicenda, tra imbarazzi ed apprensioni, che porterà lo spettatore ad amare ancora di più questo film.
Angela Robinson, che è anche la sceneggiatrice del film, ha avuto grande cura nel delineare in maniera efficace ed equilibrata i vari personaggi, senza cadere nei cliché. “Prima di documentarmi sul Professor Marston avevo già incominciato a scrivere la storia e pensavo di parlare di un uomo che ha una moglie e contemporaneamente un’amante; in seguito, andando a fondo nelle ricerche, ho scoperto che in realtà si trattava di una grande storia d’amore che trovava il suo punto di equilibrio nel personaggio di Wonder Woman” – afferma Angela Robinson durante la conferenza stampa del film.
Una storia mai raccontata in ambito cinematografico quella che si nasconde dietro il personaggio di Wonder Woman, che arriva in tempi quanto mai maturi, riuscendo a dare spunti di riflessione su chi siamo noi, chi gli altri e sulla natura dell’amore.