Tutti gli articoli di Ottavia Isaia

“QUEEN & SLIM” DI MELINA MATSOUKAS

Queen & Slim è la storia di come un controllo di routine da parte della polizia possa trasformarsi in un’esperienza molto diversa per due afroamericani nell’America contemporanea. Rifacendosi alle sempre più numerose storie di violenza da parte di poliziotti bianchi su membri della comunità nera il film parte da una provocazione: cosa succederebbe se la vittima reagisse? Ernest “Slim” Hines (Daniel Kaluuya) e Angela “Queen” Johnson (Jodie Turner-Smith) stanno tornando da un deludente primo appuntamento quando vengono fermati da un poliziotto e, per legittima difesa, lo uccidono; la pellicola li segue nella loro breve ma intensa fuga attraverso gli Stati Uniti, nel tentativo di arrivare a Cuba.

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“ALGUNAS BESTIAS” DI JORGE RIQUELME SERRANO

In cosa si trasformano sei persone abbandonate su un’isola? A questa domanda vuole rispondere Algunas bestias, secondo lungometraggio del regista cileno Jorge Riquelme Serrano che apre il concorso Torino 37.

Ana (Millaray Lobos), Alejandro (Gastón Salgado) e i due figli adolescenti portano i genitori di lei (gli ottimi Paulina García e Alfredo Castro) su un’isola disabitata per proporre loro il progetto di un eco-resort per turisti, ma quando il custode/tuttofare scompare la famiglia si ritrova in balia del freddo, della mancanza di acqua, senza segnale telefonico.

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“MADE IN BANGLADESH” DI RUBAIYAT HOSSAIN

Made in Bangladesh, come le etichette che troviamo sui nostri vestiti: fin dalle prime immagini il film si concentra sulle dure condizioni di lavoro cui sono sottoposte le donne che li producono, in stanze sovraffollate e senza misure di sicurezza. La protagonista Shimu (Rikita Nandini Shimu), dopo la morte di una collega in un incendio nella fabbrica, si ribella a queste condizioni e inizia a collaborare con una giornalista per fondare un sindacato che tuteli le lavoratrici (tutte donne, perché per loro è previsto un salario inferiore rispetto agli uomini e perché ritenute più facilmente controllabili).

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“Pop Aye” di Kirsten Tan

Pop Aye è un road trip movie atipico, che vede protagonisti un disilluso architetto di Bangkok ed un elefante. Thana, che sta attraversando una crisi di mezza età dovuta a problemi lavorativi e di coppia, riconosce per strada l’elefante Popeye con cui è cresciuto da bambino e lo acquista per riportarlo al villaggio natale. Durante il viaggio i due incontrano i personaggi più disparati, che fanno riflettere il protagonista su alcuni aspetti della propria vita.

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“Dark River” di Clio Barnard

Clio Barnard scrive e dirige Dark River, un film su traumi del passato mai esorcizzati che tormentano Alice (Ruth Wilson) nel momento del ritorno alla fattoria di famiglia dopo quindici anni di assenza e la recente morte del padre Richard. Qui a (non) accoglierla c’è il fratello Joe (Mark Stanley), che mette in chiaro da subito di non averla perdonata per non essere tornata prima nonostante le continue richieste del capofamiglia; entrambi, per ragioni diverse, puntano ad ottenere l’affitto della terra e i loro progetti per la fattoria sembrano inconciliabili.

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“FINAL PORTRAIT” DI STANLEY TUCCI

Dopo essersi recentemente calato nei panni di Albert Einstein per la serie antologica Genius, Geoffrey Rush veste ora quelli dello scultore e pittore svizzero Alberto Giacometti in Final Portrait di Stanley Tucci. Il film racconta dei lunghi diciotto giorni di realizzazione di un ritratto di James Lord che seguirono l’iniziale promessa di un lavoro veloce, di qualche ora o al massimo di un pomeriggio. Ad interpretare lo scrittore americano troviamo Armie Hammer, mentre le francesi Sylvie Testud e Clémence Poésy danno vita rispettivamente alla moglie dell’artista, Annette, e alla prostituta Caroline che per quattro anni fu sua musa e amante.

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“TESNOTA – CLOSENESS” di KANTEMIR BALAGOV

Al suo esordio con un lungometraggio, presentato al Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile, Kantemir Balagov sceglie di raccontare una storia a tratti autobiografica, aperta e chiusa da cartelli con cui si presenta ed introduce il film: 1998, siamo nel paesino di Nalchik, nel nord del Caucaso, dove la vita tranquilla di una famiglia ebrea viene sconvolta quando il figlio David (Veniamin Kats) e la fidanzata Lea vengono rapiti. Il riscatto richiesto è molto alto, e il film si interroga su cosa una famiglia possa decidere di sacrificare per il bene di uno dei componenti.

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