Nella notte tra giovedì 28 e venerdì 29 marzo è venuta a mancare Agnès Varda. Nata in Belgio da madre francese e da padre rifugiato greco, Varda si laurea alla Sorbona per poi intraprendere lo studio della storia dell’arte e della fotografia. Dopo aver lavorato inizialmente come fotografa di matrimoni e poi come fotoreporter, la sua carriera cinematografica – lunga quasi sessantacinque anni – inizia con un film tradizionalmente ritenuto un precursore della Nouvelle Vague, e cioè La Pointe Courte (1955). Il film fu montato da Alain Resnais e Henri Colpi, esponenti, insieme a Varda, della Rive Gauche della Nouvelle Vague, ed è esemplificativo del suo modo di intendere il cinema: trovandosi in un borgo di pescatori sulla costa Sud della Francia a fare delle foto, Varda rimase ispirata dagli scatti, scrisse una sceneggiatura e girò il film senza alcuna esperienza precedente ed avendo visto, per sua stessa ammissione, soltanto una ventina di film prima di allora. Fotografia e cinema sono sempre stati per Varda linguaggi costantemente in dialogo. Come dichiarò nel 2015 alla rivista Sight & Sound: “Faccio foto o giro film. O metto film nelle foto, o foto nei film”.
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