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“SIMPLE WOMEN” DI CHIARA MALTA

È il 1989 e in televisione scorrono ininterrotte le immagini della morte di Nicolae Ceaușescu e della moglie Elena. Federica (Jasmine Trinca) sta festeggiando il Natale con la sua famiglia quando, per la prima volta, soffre di una crisi epilettica. Qualche anno più tardi è un’adolescente ossessionata dal cult Simple Men (Hal Hartley, 1992) e dal personaggio interpretato da Elina Löwensohn, afflitta nel film dallo stesso disturbo. I destini delle due donne sono destinati a intrecciarsi vorticosamente quando una Federica ormai adulta (e regista) incontra l’attrice rumena per le vie di Roma. La cineasta propone a Elina di interpretare se stessa in un biopic ambientato a Bucarest e l’attrice supera le sue riluttanze nella speranza di riguadagnarsi un successo da tempo sopito.
Simple Women, lungometraggio di esordio di Chiara Malta, dichiara i suoi intenti fin dalle battute iniziali, sovrapponendo registri diversi in un racconto meta-cinematografico che sfuma i confini tra realtà e finzione.

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“SIMPLE WOMEN” BY CHIARA MALTA

Article by: Giulia Leo
Translated by: Selene Novaro Mascarello

It’s 1989 and television is broadcasting footage of Nicolae Ceaușescu and his wife Elena’s deaths. Federica (Jasmine Trinca) is spending Christmas with her family when she has her first epileptic seizure. A few years later she is a teenager, obsessed with the cult movie Simple Men (Hal Hartley, 1992) and with Elina Löwensohn’s character, who suffers from the same neurological disorder. Their fates are destined to intertwine when Federica, now an adult and a film director, meets the Rumanian actress in Rome. She offers her a part as herself in a biopic set in Bucharest; despite her initial reluctance, the actress accepts, hoping to regain some of her long-lost fame.
Simple Women is Chiara Malta’s debut film; the director’s intent is made clear from the very beginning, with an intermixture of different registerswithin a meta-cinematic frame in which the lines between reality and fiction are blurred.

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“I GIORNI E LE OPERE” BY FRANCESCO DONGIOVANNI

Article by: Ada Turco
Translated by: Viola Locci

Francesco Dongiovanni’s documentary, I giorni e le opere, competes at TFF in the Italian.Doc section. It is about the meeting between two souls. Peppino is a quiet countryman who moves on the blurry line between the past and the present. Dongiovanni follows him paying attention not to trample on that fine line which divides the two dimensions, and that seems to survive only in Peppino. One of the most important features of the film is the breeder’s skillful work, but the director’s touch is also remarkable: the silent long shots – even when they are empty – are characterized by the swinging of the hand-held camera. Thanks to this technique, horizons imperceptibly bend and dissolve, and the loneliness of the different locations appear even more meaningful.

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“I GIORNI E LE OPERE” DI FRANCESCO DONGIOVANNI

I giorni e le opere, il documentario di Francesco Dongiovanni in concorso al TFF nella sezione Italiana.Doc, si modella come il perfetto incontro di due anime. Peppino, silenzioso  uomo di campagna, si muove placido sul confine sfocato tra passato e presente. Dongiovanni lo segue a distanza, come nella timorosa accortezza di non calpestare quella delicata linea di confine tra le due dimensioni, che sembra sopravvivere soltanto nella figura di Peppino. Il lavoro sapiente dell’allevatore è certamente al centro del film, ma la mano del regista non passa inosservata: i campi lunghi e silenziosi, anche quando paiono deserti, sono abitati dal dondolio tipico della camera a mano. E così gli orizzonti si piegano e si sformano impercettibilmente e quella solitudine dei luoghi appare ancora più pregnante.

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“SWARM SEASON” DI SARAH CHRISTMAN

Le Hawaii sono un meraviglioso, drammatico microcosmo: il turismo ogni anno genera introiti milionari sui quali si regge l’economia dell’isola ma nell’entroterra, lontano dalle spiagge e dai villaggi per vacanzieri, le popolazioni indigene affrontano le dipendenze da “riserva” mentre gli isolani combattono battaglie che hanno a che fare con la sopravvivenza di tutti noi.

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“SWARM SEASON” BY SARAH CHRISTMAN

Article by: Roberto Guida
Translated by: Chiara Franceskin

Hawaii is a beautiful and dramatic microcosm: the economy of the island is based on millionaire incomes that come from tourism. But inland, far from beaches the villages for vacationers, indigenous people face their dependencies on the “resources”, while the islanders fight battles for the survival of all of us.

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“BEATS” BY BRIAN WELSH

Article by: Lorenzo Radin
Translated by: Cecilia Malanima

Glasgow, 1994. That’s where the fourth film by the Scottish director Brian Welsh, Beats, takes place. Specifically, during the introduction of the act that banned gatherings of twenty or more people listening to music characterised by the emission of a succession of repetitive beats.

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SOLDATI’S DAY

Article by: Arianna Vietina
Translated by: Giorgia Bellini

Mario Soldati was an all-round author, a cultured man who has dedicated himself to literature, cinema, television and journalism. He has been the writer and the director of his own life. Born in Turin in 1906, he died in 1999 and, on the twentieth anniversary of his death, we’re talking about him again. Who was Mario Soldati? Why do we keep talking about him? Do we keep on making the same mistake of underestimating him?

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SOLDATI’S DAY

Mario Soldati è stato un autore a tutto tondo, un intellettuale che si è dedicato alla letteratura, al cinema, al piccolo schermo, al giornalismo. È stato l’autore di se stesso, scrivendo e dirigendo la propria vita. 
Nato nel 1906, è morto nel 1999: quest’anno ricorre dunque il ventennale della morte e si torna a parlare di lui a Torino, la sua città. Chi era Mario Soldati? Perché torniamo a parlarne?  Corriamo il rischio di continuare a sottovalutalo ingiustamente?

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“L’UOMO RACCOGLITORE” BY DEMETRIO GIACOMELLI

Article by: Gianluca Tana
Translated by: Anna Benedetto

After winning best Italian documentary for Diorama at the 35th edition of the Torino Film Festival, Demetrio Giacomelli is back in competition at Turin with his new film L’uomo raccoglitore (The gatherer man). 

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“PINK WALL” DI TOM CULLEN

Jenna (Tatiana Maslany) e Leon (Jay Duplass) si conoscono quando sono studenti. Lui vuole fare il fotografo, lei ancora non lo sa, ma secondo Leon ha un futuro da produttrice. Jenna e Leon si piacciono, si amano, fanno discorsi seri. Finiscono per stare insieme sei anni; poi scoprono il muro che ormai li divide.

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“PINK WALL” BY TOM CULLEN

Article by: Cristina Danini
Translated by: Selene Novaro Mascarello

Jenna (Tatiana Maslany) and Leon (Jay Duplass) met in college; he wants to be a photographer, she hasn’t made up her mind yet, although Leon believes that she has a promising career as a producer ahead of her.

Jenna and Leon are in a loving, committed relationship; they have been together for six years when they finally notice the wall dividing them.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” BY ALEJANDRO AMENÁBAR

Article by: Maria Bruna Moliterni
Translated by: Lucrezia Villa

Alejandro Amenábar returns to his homeland, the marvellous Salamanca, to film his new movie: Mientras dure la guerra (While at War). The city, home to a prestigious university, is the setting of the internal conflict the former chancellor Miguel De Unamuno went through after he supported the military revolt against the Spanish Republican government. When the military junta’s purges started taking place in 1936, Unamuno did not use his position to denounce the violence and the abuse of power, as a matter of fact he did not take a stand. However, he had to face reality,his family and friends, and his troubled conscience soon after.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” DI ALEJANDRO AMENÁBAR

Alejandro Amenábar torna in patria, nella stupenda Salamanca, per girare il suo nuovo film: Mientras dure la guerra. Nella prestigiosa città universitaria, egli mette in scena il conflitto interiore che l’allora rettore Miguel De Unamuno visse dopo aver sostenuto la rivolta dell’esercito contro il governo repubblicano spagnolo. Con l’inizio dell’epurazione da parte della giunta militare nel 1936, Unamuno non usa il suo status per denunciare le violenze e i soprusi, ma anzi si astiene dal prendere posizione. Tuttavia ben presto dovrà fare i conti con la realtà, con la sua coscienza e anche con i suoi amici e familiari.

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“NOUR” BY MAURIZIO ZACCARO

Article by: Siro Alessio Giuliani
Translated by: Francesca Massa

Does it make sense, especially in this time, to make a film about a phenomenon as complex and controversial as migration? According to the director Maurizio Zaccaro, it does, as long as you are aware that what you are telling is a universal story.

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“TOMMASO” E “THE PROJECTIONIST” DI ABEL FERRARA

Il controverso e provocatorio regista americano Abel Ferrara è presente nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival con ben due film: Tommaso e The Projectionist, due storie rispettivamente di redenzione e di determinazione.

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“NOUR” DI MAURIZIO ZACCARO

Ha senso, soprattutto in questo periodo storico, fare un film su un fenomeno così complesso e controverso come la migrazione? Secondo il regista Maurizio Zaccaro sì, purché si abbia la consapevolezza che quella che si sta raccontando è una storia universale.

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“TOMMASO” AND “THE PROJECTIONIST” BY ABEL FERRARA

Article by: Maria Bruna Moliterni
Translated by: Alice De Vicariis

The controversial and provocative American director Abel Ferrara is present in the section Festa Mobile of the Torino Film Festival with two films: Tommaso and The Projectionist. The former is a story of redemption, the latter of determination.

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