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“Gianni Versace: l’imperatore dei sogni” by Mimmo Calopresti

Article by Elisa Gnani

Translation by Giorgia Legrottaglie

«What are you doing? Are you sleeping at this time? No. I’m dreaming.».

If we could see with a painter’s eye Mimmo Calopresti’s portrait of one of Italy’s most beloved and most brilliant designers, it would appear to us as a chiaroscuro. This docu-fiction alternates between reality and fiction, past and present, the protagonist’s extensive cultural background and the abandonment of his studies. A duality that converges, in the end, in the construction of a great character, a down-to-earth dreamer: “I live in a dream. My dream is coming true: to be Gianni
Versace.”

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“Gianni Versace: l’imperatore dei sogni” di Mimmo Calopresti

«Ma che fai, dormi a quest’ora? No. Sogno».

Se potessimo vedere con l’occhio di un pittore il ritratto che Mimmo Calopresti realizza di uno degli stilisti italiani più amati e più geniali, esso ci apparirebbe come un chiaroscuro. Un docu-fiction che alterna la realtà e la finzione, il passato e il presente, l’ampio bagaglio culturale del protagonista e l’abbandono degli studi. Una dualità che converge, in fondo, nella costruzione di grande personaggio, un sognatore con i piedi per terra: «Io vivo in un sogno. Il mio sogno si sta realizzando: essere Gianni Versace».

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“Mirafiori Lunapark” di Stefano Di Polito

Tra fabbrica e fiaba

Mirafiori è un quartiere torinese celebre per le sue fabbriche e per la brulicante vita operaia negli anni ’60. Viene spesso associato al fenomeno del boom economico e dell’immigrazione dal Sud in un’epoca in cui era visto come una sorta di Eldorado.

Questo è il mondo dei tre protagonisti del film di Stefano Di Polito (nato e cresciuto a Mirafiori, che con Mirafiori Lunapark si aggiudica il Premio Cipputi di quest’anno): Carlo, Franco e Delfino, vecchi operai in pensione si definiscono parte di un solo corpo in cui uno è la testa, l’altro il braccio e l’ultimo il cuore. Continua la lettura di “Mirafiori Lunapark” di Stefano Di Polito