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PIETRO MARCELLO – MASTERCLASS a Visions du Réel

In occasione della sua 52° edizione, Visions du Réel – Festival Internazionale del Cinema di Nyon ha dedicato una retrospettiva al regista italiano Pietro Marcello, i cui pluripremiati film, tra cui La bocca del lupo (2009), Bella e perduta (2015) e Il passaggio della linea (2006) sono stati presentati nella sezione Atelier. Il cinema di Marcello è stato anche protagonista di una masterclass mediata da Rebecca De Pas e in collaborazione con HEAD – Ginevra. 

Durante la masterclass, Pietro Marcello ha parlato della sua carriera e della sua singolare visione di cinema, partendo dal racconto degli studi di pittura in Accademia e della sua esperienza al centro sociale napoletano DAMM, in cui fino al 2003 ha organizzato eventi cinematografici. L’esperienza sociale – fondamentale nella sua formazione di ‘artigiano’ – e la consapevolezza di “non essere così bravo” nella disciplina pittorica, hanno maturato nel regista il bisogno di stare tra le persone e di raccontare le loro vite e le loro storie attraverso il mezzo documentario. 

Parlando di La bocca del lupo (2009)il film che lo ha consacrato al pubblico internazionale, Pietro Marcello spiega come il suo lavoro parta dall’osservazione e da una costante ricerca dell’imprevisto. Il suo cinema, un ‘felice ripiego’ come lui stesso lo definisce, nasce sempre da un’inchiesta: “I miei film non si possono scrivere se non parti da un’inchiesta, al massimo posso avere un canovaccio. Per me è importante capire cosa vado a fare”. Il regista non crede nello sviluppo della scrittura attraverso il documentario, perché nel cinema esiste sempre una trasposizione filmica il cui progresso, spesso, finisce con l’infrangere le promesse poste dalla sceneggiatura. La scrittura per il cinema è un’opera incompleta perché durante le riprese muta e si evolve, fino a trasformare letteralmente il prodotto filmico; come dice lo stesso regista, “la scrittura di una scena termina nel momento esatto in cui finisci di filmarla” e per questa ragione è essenziale avere metodo, ovvero imparare a gestire l’imprevisto, anche (e soprattutto) attraverso il montaggio in macchina. 

Legato alla pittura, alla letteratura, alla piccola e alla grande Storia e all’archivio (“tutto è archivio, anche quello che faccio io”), il cinema di Pietro Marcello è spesso nostalgico di una bellezza perduta, ed è capace di un grande potere evocativo e comunicativo. Così come i suoi lavori, il regista afferma di non sentirsi ancora definito, ma in una fase di crescita continua: “È difficile per me avere un giudizio su ciò che faccio. Credo in un cinema imperfetto e amo il cinema di cuore; è necessario continuare a fare ricerca, perché il dubbio è ninfa vitale”. 

Carola Capello

“MARTIN EDEN”, DI PIETRO MARCELLO

“Lo spirito del tempo”, verrebbe da pensare guardando l’ultimo lavoro di Pietro Marcello che, attraverso la parabola di Martin Eden – tratta dall’omonimo romanzo di Jack London – restituisce un affresco del Novecento quasi sospeso nel tempo e nello spazio. Ormai l’autore ci ha abituati al suo stile: uno stile assolutamente personale, veicolo di un’idea di cinema anticonvenziale e irriducibile a categorie consuete.

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Lost and Beauty: the Dying Italy

Article by: Alessandro Arpa                                                                         Translation by: Chiara Toscan

TF<<Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,

Che di catene ha carche ambe le braccia;

Sì che sparte le chiome e senza velo

Siede in terra negletta e sconsolata,

Nascondendo la faccia

Tra le ginocchia, e piange.

Piangi, che ben hai donde, Italia mia…>>.

After 27th edition’s winning film La bocca del lupo (The Wolf’s Mouth) TFF dedicated the pre-opening night to the latest laborious work by Pietro Marcello, Bella e perduta (Lost and Beautiful), the only Italian film contending for Locarno International film festival 2015. This bitter tale fuses documentary and fantastical fiction, while poetically denouncing the collapse of human-nature relationship. The film also functions as an off-key requiem for the Italian Republic, a frank protest against the apathy of an immortal caste system of defeatists. The protagonist, Tommaso Cestrone, is a humble, real-life shepherd in line with Marcello’s stock characters, the so renamed “Angel of Carditello” is the only volunteer serving the Royal Estate of Carditello which simbolises the ill-treated and forgotten beauty. Piles of debris and tyres pollute the magic atmosphere of the place that has become a dump for memories. Tommaso is the only one committed to the enhancement from the indifference of the world. Tommaso, among his last wishes, wants to save Sarchiapone, a young talking buffalo that, at times, recalls the melancholy poetry hidden in Balthazar, the donkey protagonist of Au Hasard Balthazar by Robert Bresson. At this stage of the film, Pulcinella appears from the obscure bowels of Vesuvius. He arrives in the nowadays Campania to grant Tommaso’s wish. Pulcinella and Sarchiapone embark on a journey in the forgotten territories of “the land of fire”: a sore journey without hope. Bella e Perduta is a protean film that had a difficult birth. The initial intention of the director was changed during the course of production due to the sudden cardiac death of the real Tommaso Cestrone. For this reason, the film was completed after two years of development. The only choice left to the director was to merge the hints of reality with dreamlike situations. The figure of Pulcinella connects the primordial meaning of psychopomp very intelligently for the immortals. Although the protagonists improvise around a default scenerio, it is difficult to reach the sincere expressive power of transexual Mary Monaco and Enzo Motta, who are the protagonists of “La Bocca del Lupo”. Tommaso and the interpreter of Pulcinella are suspended and suddenly crushed by the power of nature, mother and executioner at the same time. The foolishness of human being is expressed by the look and subjective shots of Sarchiapone who hopes to survive at the mercy of man. But now eveything is destined to collapse and takes attention to the tomb of Tommaso: <<Will we remember this land? >>

Probably not. Maybe yes but it will be very late, and there will remain neither your tears Sarchiapone… nor ours.

 

“Bella e perduta” di Pietro Marcello

<<Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,/ Che di catene ha carche ambe le braccia; / Sì che sparte le chiome e senza velo / Siede in terra negletta e sconsolata, / Nascondendo la faccia / Tra le ginocchia, e piange. / Piangi, che ben hai donde, Italia mia…>>.

Dopo La bocca del lupo, vincitore della 27a edizione del Torino Film Festival, il Tff dedica la serata di pre-apertura al nuovo travagliato lavoro di Pietro Marcello intitolato Bella e perduta. Unico film italiano in concorso al Festival Internazionale del Film Locarno 2015, Bella e perduta è una docu-fiaba amara, una denuncia poetica del collasso tra natura e uomo. Ma è anche un requiem stonato per la Repubblica italiana, un candido urlo contro gli indifferenti, casta immortale di disfattisti.

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