Torino, fine anni ’60. Le rovine della guerra sono solo un ricordo, il Belpaese è trainato dalla crescita industriale e parole come boom o miracolo economico guidano e plasmano l’immaginario nazionale. Qui due meridionali si conoscono, si innamorano, mettono su famiglia. Lei viene dalla Calabria, lui invece è pugliese, di Canosa. Cominciano come operai, poi decidono di mettersi in proprio e riescono ad aprire un negozio di calzature. Sono gli anni dei consumi di massa, i salari crescono e tutti possono permettersi un paio di scarpe nuove. È così che nasce Togo, il piccolo impero della famiglia Matarrese, una delle più grandi e redditizie cooperative piemontesi di vendita al dettaglio.
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“LIBERTÉ” DI ALBERT SERRA
L’ultima opera di Albert Serra non è un film. Liberté è un esercizio compiuto di negazione e al contempo affermazione prepotente del cinema in quanto tale.
A determinare questa considerazione è la genesi stessa dell’opera: prima di essere un film, Liberté è stato una pièce teatrale dello stesso Serra. Innumerevoli messe in scena hanno subito questo processo; per troppe poche, la scelta è stata dettata dalla precisa volontà di sfruttare appieno le possibilità della rappresentazione tramite il nuovo mezzo. Liberté è un’indagine sulla finzione, è una teorizzazione sulle specificità del cinema: il montaggio, il fuori campo e – scontato ma spesso bistrattato – lo zoom. L’opera si inserisce dunque nella scia di un dibattito teorico che procede da oltre un secolo, dividendo gli intellettuali tra i sostenitori del cinema come arte completa e coloro che lo considerano mutilato, inferiore alle arti sue sorelle maggiori.
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«La filosofia del camionista è molto semplice: stai seduto e guardi avanti, ma puoi guardare anche indietro.»
Con questo ricordo di uno dei tanti uomini che hanno incrociato la strada del suo documentario, Hassen Ferhani spiega la realizzazione di 143 Rue du désert, in concorso al TFF nella sezione Internazionale.Doc.
Continua la lettura di “143 RUE DU DÉSERT” DI HASSEN FERHANI“SEMBRAVANO APPLAUSI” DI MARIA TILLI
Non sorprende che la storia di Marcello Fonte sia diventata il soggetto per un documentario: nato a Melito di Porto Salvo in Reggio Calabria, vive i primi anni della sua vita in baracche di lamiera costruite dal padre in una zona abbandonata. Da qui si sposta a Roma, errando tra appartamenti e cantine, fino a giungere in quello che è il luogo in cui attualmente dorme, il Nuovo Cinema Palazzo, edificio abbandonato e reinventato centro sociale. In questa cornice coltiva la sua passione per la recitazione fino alla svolta, il casting per il ruolo da protagonista nel film Dogman, che lo trasporta in un mondo sconosciuto di fama, flash e applausi. Continua la lettura di “SEMBRAVANO APPLAUSI” DI MARIA TILLI
“CHI-TOWN” BY NICK BUDABIN
Article by: Lorenzo Radin
Translation by: Letizia Bosello
It’s funny how our concept of “self-realisation” may change. Leaving the suburbs of Chicago, learning a new sport in the streets, becoming the Horizon League’s “player of the year” for two years in a row, being a step away from the NBA and being transferred to one of the major Italian professional teams means being successful. However, someone in the audience disagrees: if a basketball player doesn’t join the NBA, he is a loser.
“CHI-TOWN” DI NICK BUDABIN
È curioso come cambi la nostra concezione di “realizzarsi”. Partire dai sobborghi di Chicago, imparare lo sport dalla strada, diventare per due anni di fila “player of the year” dell’Horizon League, arrivare ad un passo dall’NBA e trasferirsi in una delle principali squadre professionistiche italiane vuol dire realizzarsi. Ma qualcuno in sala non è d’accordo: se un giocatore di basket non entra nell’NBA è un fallito.
“Pagine nascoste” di Sabrina Varani
Per scrivere il suo nuovo libro, la scrittrice Francesca Melandri compie una lunga ricerca tra Italia ed Etiopia, sul passato di suo padre Franco durante la dittatura fascista, trovando in lui una persona profondamente razzista che, una volta finita la guerra, ha preferito eliminare dalla memoria la sua connivenza con il regime. Nell’indagine sul genitore, però, la scrittrice si imbatte inevitabilmente in racconti collettivi riguardanti la guerra d’Etiopia, che scopre essere stata una delle pagine più violente della storia italiana. Continua la lettura di “Pagine nascoste” di Sabrina Varani
“PAGINE NASCOSTE” by SABRINA VARANI
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Elio Sacchi
Translation by: Valeria Tutino
To write her new book, the writer Francesca Melandri does a thorough research between Italy and Ethiopia on the past of her father Franco during the fascist dictatorship, and despite he was a racist, once the war ended, he preferred to delete from his memory his affiliation to the regime. In the investigation on the parent however, the writer comes across collective stories of the war of Ethiopia, one of the most violent pages of Italian history. Continua la lettura di “PAGINE NASCOSTE” by SABRINA VARANI