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“BAD POEMS” DI GÁBOR REISZ

Quando Tamàs (Gábor Reisz) viene lasciato da Anna non riesce a farsene una ragione. Vaga per Parigi, torna a casa, a Budapest, ma non vuole parlarne con nessuno. Intorno a lui la vita scorre, la gente trova lavoro, fa figli, parla di politica; nessuno è in grado di capirlo, non davvero. Il suo dolore non è di nessun altro; tutto il resto non ha importanza, è come un film muto che va avanti senza di lui, come se Anna si fosse presa anche la sua vita, anche i ricordi di ciò che sono stati. Tamàs si sente perso, e forse ha davvero perso se stesso, come a tutti capita quando la fine di una storia ci piomba addosso inaspettata. Continua la lettura di “BAD POEMS” DI GÁBOR REISZ

“BAD POEMS” BY GÁBOR REISZ

Article by: Cristina Danini

Translation by: Alice Marchi

As Tamàs (Gábor Reisz) is left by Anna, he doesn’t seem able to accept it. He wanders around Paris and comes back to his hometown Budapest, but he doesn’t want to talk to anybody about it. Life around him goes on, people find jobs, have children and talk about politics, but no one seems to understand him, not for real. His pain is just his, and no one else’s. Tamàs feels trapped in a mute movie where everyone passes him by, as if Anna had taken his life and his happy memories away from him. Tamàs is lost and, maybe, he really did lost himself, like it always happens when the end of a love-story hits us unexpectedly. Continua la lettura di “BAD POEMS” BY GÁBOR REISZ

“DEN SKYLDIGE/THE GUILTY” DI GUSTAV MÖLLER

Negli ultimi anni la Scandinavia e in particolare la Danimarca ci hanno abituati a un cinema di altissima qualità e a dimostrarlo è anche il fatto che film come Il Sospetto di Thomas Vinterberg e Land of Mine di Martin Zandvliet siano entrati nella cinquina dei candidati agli Oscar come Miglior Film Straniero. Citare questi film non è un caso perché The Guilty (in originale Den Skyldige), opera prima del giovane danese Gustav Möller, oltre a essere in concorso a Torino36 è anche la proposta della Danimarca per i prossimi premi Oscar.

Bisogna anche aggiungere che, come ha sottolineato la produttrice Lina Flint in conferenza stampa, “in Scandinavia c’è una generazione di cineasti cresciuti con il noir e che vuole contribuire con qualcosa di nuovo per il pubblico per elevare il genere”. Möller si inserisce proprio in questa ondata di noir di altissima qualità di scrittura e messa in scena, e lo fa con la forza di un’opera prima brillante e sicura di sé che non inciampa mai.

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“DEN SKYLDIGE/THE GUILTY” BY GUSTAV MÖLLER

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translated by: Cecilia Facchin

Over the past few years, we have been used to see high-quality films coming from Scandinavia, and in particular Denmark. This is also proved by the fact that films such as The Hunt by Thomas Vinterberg and Land of Mine by Martin Zandvliet entered the top five Academy Awards nominees for Best Foreign Language Film. It is important to mention these films, because The Guilty (Den Skyldige in Danish), first work of young Danish director Gustav Möller, is both one of the nominees for the TFF36 contest and Denmark’s choice for the next Academy Awards.

It should be added, as pointed out by producer Lina Flint during the press conference, that “in Scandinavia there’s a generation of filmmakers who grew up with noir and wanted to offer something new to their audiences in order to promote this genre”. Möller belongs to this new wave of brilliantly written and staged noir, thanks to his brilliant and confident first work, that never ceases to impress.

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“ATLAS” BY DAVID NAWRATH

Article by: Tommaso Dufour

Translation by: Giulia Quercia

Family, interpersonal relationships, forgiveness and violence are just a few of the topics that we can find in David Nawrath’s first feature film. The German director, with the producer Britta Knoller, has presented his film at the TFF36 contest. Walter (Rainer Bock) is the protagonist’s name whom, employed by an entrepreneur colluded with mob, clearing evicted residents’ houses for a living; stoically resisting to trouble and being indifferent to the youngest colleagues’ brutality and aggressiveness, he lives alone, speaks as less as he can and sleeps on the floor of his apartment. Even if it seems like the external events don’t affect him directly, his life is going to change.

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“ATLAS” DI DAVID NAWRATH

Famiglia, rapporti interpersonali, perdono e violenza sono alcuni temi del primo lungometraggio a soggetto del regista tedesco David Nawrath che, insieme alla produttrice Britta Knoller, ha presentato il suo film in concorso per il TFF36. Walter (Rainer Bock) è il nome del protagonista che, alle dipendenze di un imprenditore colluso con la malavita, si guadagna da vivere sgomberando le case degli inquilini sfrattati; resistendo stoicamente alla fatica, mostrandosi impassibile alla brutalità e all’aggressività dei suoi colleghi più giovani, vive da solo, parla il meno possibile e dorme sul pavimento di casa. Nonostante appaia impermeabile agli eventi esterni, la sua vita sta per cambiare. Continua la lettura di “ATLAS” DI DAVID NAWRATH

“DULCINEA” DI LUCA FERRI

Dulcinea nasce dall’ideale fusione nella mente di Luca Ferri di Don Chisciotte e il romanzo Un amore di Buzzati.

Dulcinea racconta di una giovane donna che attende un cliente nel suo appartamento, in una Milano degli anni ’90 che resta sempre fuori dalle finestre e affiora soltanto dai rumori di fondo. Quanto al cliente, il moderno Don Chisciotte, non fa altro che pulire ossessivamente la sua casa, mentre la giovane si mette lo smalto, si trucca, si prova numerosi vestiti, fuma una sigaretta. Continua la lettura di “DULCINEA” DI LUCA FERRI

“IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

Cesare (Luigi Lo Cascio) cammina col passo fermo della gente di montagna, come se le pietre le mangiasse coi piedi. Ha lo sguardo duro di chi sulle montagne ci è nato, di chi non saprebbe vivere altrove, di chi dalla montagna è stato scolpito. Continua la lettura di “IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

“ALL THESE SMALL MOMENTS” BY MELISSA B. MILLER

Article by: Cristina Danini

Translation by: Silvia Fontana

Howie (Brendan Meyer) is sixteen years old and he’s at mercy of his life.  His parents want to divorce, or so it seems, and at school a classmate of his brother shows interest in him, but he only has eyes for the beautiful girl he takes the bus with. They have never talked to each other, she is older and he is very clumsy, but when their eyes meet, they both smile. Continua la lettura di “ALL THESE SMALL MOMENTS” BY MELISSA B. MILLER

“ALL THESE SMALL MOMENTS” DI MELISSA B. MILLER

Howie (Brendan Meyer) ha sedici anni ed è in balìa della sua vita. I genitori vogliono divorziare, o almeno così sembra, a scuola una compagna di suo fratello dimostra interesse per lui, che però non ha occhi che per la ragazza bellissima con cui prende sempre l’autobus. Non si sono mai parlati, lei è più grande e lui così impacciato, ma quando i loro sguardi si incrociano, sorridono entrambi. Continua la lettura di “ALL THESE SMALL MOMENTS” DI MELISSA B. MILLER

“ANGELO” BY MARKUS SCHLEINZER

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translation by: Daniele Gianolio

“To accept your role in life or to rise up against it?” Angelo, the main character of Markus Schleinzer’s film competing in Torino 36, must answer this rhetorical question.

What is his role in life? Angelo was torn off from his family and land and was sold as a slave in Europe. A countess decided to buy him in order to turn the poor kid into some sort of living educational experiment. Therefore one might say that he was luckier than the average of his fellow slaves. But is it really so? The movie is set at the dawn of the 18th century, when the so-called “white man’s burden” sort of feeling was widely spread across Europe. According to it, the white, acting like a savior, would take upon himself the mission of bringing civilization to those savage and barbaric tribes and to those men who were considered as “godless, unaccustomed to hard work and born to be enslaved”. Angelo receives the upper-class upbringing, focused on music, arts and the Christian religion, and lives the well-fixed life of the nobility. However, he will never be regarded as equal by his own peers. Despite playing an important role at the Viennese court, for his entire life he will have to suffer because of the more or less subtle racism of those around him.

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“ANGELO” DI MARKUS SCHLEINZER

“Accettare il proprio ruolo nella vita o ribellarsi?” È questa la domanda retorica che viene posta ad Angelo, protagonista dell’omonimo film di Markus Schleinzer in concorso a Torino36.

Ma qual è il suo ruolo? Angelo è stato strappato alla sua famiglia e alla sua terra per essere venduto come schiavo in Europa. Forse meno sfortunato di altri (ma è poi davvero così?), Angelo è stato accolto da una contessa per diventare una sorta di esperimento educativo vivente. Sono gli albori del XVIII secolo e l’atteggiamento che in seguito sarà definito fardello dell’uomo bianco è già ampiamente diffuso. Ed ecco quindi che l’uomo bianco e salvatore fa propria la missione di portare la civilizzazione a popolazioni barbare e indigene, a quegli “uomini nati schiavi, senza voglia di lavorare e senza Dio.” Angelo crescerà educato all’arte, alla musica, alla religione cristiana; vivrà una vita agiata, ma non sarà mai accettato come pari. Avrà un importante ruolo alla corte viennese ma per tutta la vita sarà costretto a subire il razzismo, più o meno latente, di coloro con cui si confronterà.

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“53 WOJNY” BY EWA BUKOWSKA

Article by: Cristian Viteritti

Translation by: Cinzia Angelini

An explosion is a rapid and localized release of energy, mainly consisting in an exothermic decomposition of explosives, generally following an ignition; or in the sudden and fast expansion of a compressed gas. It is followed by significant effects due to the transformation into mechanical work of the energy released. If the explosion interacts with obstacles, the more the surface invested is and the closer it is to the centre of the explosion, the greater the energy exerted on themselves is. Which means that, if a bomb explodes close to a man’s body, it will be completely disintegrated.

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“53 WOJNY” DI EWA BUKOWSKA

Un’esplosione è una rapida e localizzata liberazione di energia, consistente per lo più nella decomposizione esotermica di esplosivi, generalmente in seguito ad accensione, o nell’improvvisa e rapida espansione di un gas compresso, accompagnata da considerevoli effetti dovuti alla trasformazione in lavoro meccanico dell’energia liberata. Se incontra ostacoli esercita su di essi una forza tanto maggiore quanto maggiore è la superficie investita e quanto più è vicina al centro dell’esplosione. Questo vuol dire che, se una bomba esplode vicino al corpo di un uomo, esso sarà completamente disintegrato.

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“NOS BATAILLES” DI GUILLAUME SENEZ

Sono due le battaglie, intrecciate e parallele, evocate dal titolo di questa brillante opera seconda e raccontate con invidiabile maestria.

Guillaume Senez è volto noto al pubblico torinese per il suo film d’esordio Keeper, che nel 2015 ha conquistato la vittoria al Torino Film Festival. Il regista franco-belga concorre quest’anno nella sezione principale con Nos batailles, opera seconda che indaga le difficoltà di un uomo di fronte al crollo di ogni sicurezza.

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“NOS BATAILLES” BY GUILLAUME SENEZ

Article by: Gianmarco Perrone

Translation by: Gianmarco Caniglia

Two battles, running in parallel but intertwined, are evoked by the title of this brilliant feature and told with remarkable mastery.

Turin’s audience already knows Guillaume Senez for his debut film Keeper, winner of the Turin Film Festival in 2015. This year the French-Belgian director competes in the main section with Nos Batailles, that investigates the difficulties of a man facing the collapse of his every certainty.

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