Tutti gli articoli di angelo Elia

“EYIMOFE” DI ARIE E CHUKO ESIRI

Eyimofe (This is my desire), primo lungometraggio dei fratelli Arie e Chuko Esiri è, come si può facilmente indovinare dal titolo, un film sul desiderio. I due protagonisti del film, Mofe e Rosa, sognano di lasciare la Nigeria ed emigrare all’estero: nessuno dei due vi riuscirà ed entrambi impareranno a caro prezzo a non confondere il proprio desiderio con la sua soddisfazione. Continua la lettura di “EYIMOFE” DI ARIE E CHUKO ESIRI

“A MACHINE TO LIVE IN” DI YONI GOLDSTEIN E MEREDITH ZIELKE

«Per un momento, immaginiamo insieme un sogno», ci viene detto all’inizio di A Machine To Live In, opera prima diretta da Yoni Goldstein e Meredith Zielke e presentata al Torino Film Festival nella sezione TFFDOC/Paesaggio. Il sogno di cui il film vuole farci partecipi è quello di Brasilia, capitale del Brasile costruita in mille giorni dove prima c’era solo una nuda pianura: voluta dal presidente Kubitschek, pianificata e progettata dagli architetti Lúcio Costa e Oscar Niemeyer, fu presentata alla sua inaugurazione nel 1960 come un’utopia divenuta realtà. Scintillante esempio di architettura modernista, Brasilia è una città con molte curve, molti triangoli, molto bianco, molti specchi e «completamente senza ombre». Per questo sembra che la sua configurazione aumenti l’incidenza dei raggi ultravioletti causando molti casi di disabilità visive. Bisogna accettare di vedere meno se si vuole vivere in un sogno. Continua la lettura di “A MACHINE TO LIVE IN” DI YONI GOLDSTEIN E MEREDITH ZIELKE

“OUVERTURES” DI THE LIVING AND THE DEAD ENSEMBLE

Ogni rivoluzione apre la strada a infinite possibilità e pone a ognuno l’ardua sfida di immaginare un nuovo futuro, sperando di non venire delusi. Si prenda come esempio la rivoluzione haitiana: quasi contemporanea a quella francese, fu l’unica rivolta di schiavi nella Storia a dare vita a uno stato indipendente, Haiti. Il resto della storia, come si sa, è purtroppo meno glorioso: una triste e lunga sequela di miseria, dittature, disastri economici e infine naturali. A più di duecento anni di distanza, i registi europei Louis Henderson e Olivier Marboeuf si uniscono ad alcuni attori haitiani per cercare di riflettere sull’eredità della rivoluzione haitiana attraverso la storia di uno dei suoi più celebri protagonisti, Toussaint Louverture. E raccontano questa storia partendo dalla fine, cioè dalla Francia.

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