«Just for a moment, let’s dream together». This is the beginning of A Machine To Live In, directed by Yoni Goldstein and Meredith Zielke and shown at the Torino Film Festival “ TFFDOC/Paesaggio” section. The dream in which the film wants us to live is about Brasilia, the Brazilian capital built on a bare plain in a thousand days. Desired by the President Kubitschek, planned and designed by the architects Lúcio Costa and Oscar Niemeyer, it was introduced as a utopia that has become reality at its inauguration in 1960. Brasilia is a shimmering example of modernist architecture: It is a city with many shapes, many triangles, lots of white, lots of mirrors and «completely shadowless». Probably this is the reason why the incidence of ultraviolet rays causes many cases of visual impairment. But if we want to live in a dream, we have to see less.
«Per un momento, immaginiamo insieme un sogno», ci viene detto all’inizio di A Machine To Live In, opera prima diretta da Yoni Goldstein e Meredith Zielke e presentata al Torino Film Festival nella sezione TFFDOC/Paesaggio. Il sogno di cui il film vuole farci partecipi è quello di Brasilia, capitale del Brasile costruita in mille giorni dove prima c’era solo una nuda pianura: voluta dal presidente Kubitschek, pianificata e progettata dagli architetti Lúcio Costa e Oscar Niemeyer, fu presentata alla sua inaugurazione nel 1960 come un’utopia divenuta realtà. Scintillante esempio di architettura modernista, Brasilia è una città con molte curve, molti triangoli, molto bianco, molti specchi e «completamente senza ombre». Per questo sembra che la sua configurazione aumenti l’incidenza dei raggi ultravioletti causando molti casi di disabilità visive. Bisogna accettare di vedere meno se si vuole vivere in un sogno. Continua la lettura di “A MACHINE TO LIVE IN” DI YONI GOLDSTEIN E MEREDITH ZIELKE→
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