Il Festival Sottodiciotto si è concluso dopo un’ intensa settimana di programmazione, con la proiezione del film di Marco Ferreri L’uomo dei cinque palloni (1965).
Il film è stato presentato da Steve Della Casa e da tanti ospiti d’eccezione, come il presidente del Museo Nazionale del Cinema Paolo Damilano e il direttore della Film Commission Torino Piemonte Paolo Manera, concordi a dedicare la serata di chiusura a due personalità molto importanti per la città di Torino: Gianni Volpi e Gianni Rondolino.
Dopo la collaborazione con Steve Della Casa per il documentario Nessuno ci può giudicare – presentato durante il 34 esimo Torino Film Festival – il collettivo dei Superottimisti si lancia in una nuova avventura: una serata dedicata a vecchie pellicole e filmini girati a Torino. Presentati durante il Film Festival Sottodiciotto, i filmati sono stati donati dai cittadini torinesi – presenti in sala – grazie ai quali è stata possibile l’ideazione di questa serata.
Love Child di Valerie Veatch, presentato in concorso nel 2014 al Sundance Film Festival nella sezione documentari, è stato oggi riproposto al Sottodiciotto Film festival & Campus, con un’introduzione di Andrea Mattacheo. Questo film racconta la storia di una coppia di giovani coreani del Sud che ha lasciato morire la figlia di malnutrizione. Il caso ha suscitato molto scalpore perché la coppia ha compiuto questo gesto a causa della dipendenza da un videogame.
Questa mattina al cinema Romano si è tenuto un incontro con il regista Dario Argento nell’ambito di Sottodiciotto Film Festival & Campus. Questo incontro è stato pensato come momento di riflessione sul cinema da parte dei giovani – in particolare gli studenti del DAMS e del Corso di Laurea in Ingegneria del cinema. Hanno introdotto l’ospite Steve della Casa – direttore del Festival – e Giulia Carluccio – presidente dell’Aiace e del DAMS – i quali, a partire da un’analisi di alcune tematiche e di alcuni aspetti del linguaggio dell’opera di Argento, hanno espresso sollecitazioni interessanti alle quali il regista si è prestato a rispondere in modo esauriente.
26 novembre 1976 : I Sex Pistols pubblicano il loro primo singolo Anarchy in the UK. Nasce il punk: una tendenza musicale che però contagia ben presto moda, cultura e diventa una vera e propria filosofia di vita. Ed è proprio lì nella Londra della crisi che inizia a diffondersi il germe del punk. Proprio in questi giorni in Gran Bretagna si celebra il quarantesimo anniversario della nascita del punk e il Torino Film Festival si unisce alla celebrazione dedicando una sezione ai film punk, I Did it My Way , in una dimensione che spazia dal movimento politico, ai leader della scena punk musicale.
L’incontro prende il nome dal libro scritto a quattro mani da Gianni Amelio e Francesco Munzi, L’ora di regia. Da un’idea nata da vari incontri con Emiliano Monreale, è un testo che cerca di sciogliere i nodi attorno al rapporto tra docente di cinema e studente.
Emanuela Martini ha introdotto la proiezione della versione restaurata di Intolerance di David Wark Griffith dicendosi un po’ invidiosa di tutti gli spettatori che avrebbero avuto la possibilità di vedere un film come questo sul grande schermo, a cent’anni dalla sua uscita. L’affluenza – ha aggiunto – è stata sorprendente, tenuto conto della durata del film.
Il nome che dà il titolo al film di Gillo Pontecorvo è quello della protagonista, Giovanna, una delle tante donne operaie che lavorano in fabbrica. Fin dalle prime sequenze della pellicola del 1955 – presentata nella sezione Festa Mobile Vintage – vengono mostrate in modo chiaro e lineare allo spettatore le vicissitudini e le rivendicazioni di queste donne. La storia è semplice: una fabbrica di Prato dove lavorano solo donne operaie, a causa di alcuni licenziamenti, viene occupata per 34 giorni.
Martedì 22 Novembre è stato presentato in conferenza stampa il film Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa e Chiara Ronchini, un binomio – questo – che rispecchia a pieno l’obiettivo del rockumentary, ovvero quello di mostrare il punto di vista dei giovani degli anni tra il ’58 e il ’68 attraverso gli occhi di una giovane montatrice con una grande passione per la narrazione per immagini e la Storia. Inoltre Steve Della Casa aveva già affrontato il tema di quegli anni, quando nel 1989 pubblicò un testo dal titolo Il professor Matusa e i suoi hippies con Paolo Manera; i musicarelli – spiega – nacquero con lo scopo di dare un volto a tutti quegli artisti che piacevano e che si ascoltavano in quel momento.
Il film di Jihane Chouaib, presentato nella sezione del TorinoFilmLab, si apre con l’arrivo in Libano di Nada che trascina affannosamente una valigia. La sequenza conduce immediatamente lo spettatore in quella che sarà la location protagonista del film, ovvero la casa dei nonni. La dimora è stata saccheggiata dei beni ma non del proprio passato, e grazie a Nada torna a risuonare di ricordi. La casa è la trasposizione della protagonista, o meglio della sua mente: gli affreschi sono rovinati, ma in alcuni punti sul muro Nada riesce a ritrovare un disegno che la ritrae insieme al fratello. Continua la lettura di “Go Home” di Jihane Chouaib→
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