Archivi tag: Fish&Chips

“THE VISITOR” DI BRUCE LABRUCE

In collaborazione con Fish&Chips Film Festival, la sala del 39° Lovers Film Festival si tinge di un rosso acceso e vibrante per presentare l’ultimo lungometraggio di uno dei più audaci provocatori del cinema queer e militante. Con The Visitor, Bruce LaBruce affronta il pudore del pubblico in un lavoro violentemente queer, concepito inizialmente come un’istallazione per la fiera d’arte londinese Frieze e in seguito presentato in anteprima mondiale alla 74° Berlinale. In un esplicito omaggio a Pasolini, il regista reinterpreta Teorema (1968) a partire dal proprio immaginario pornografico-politico e adatta l’idea pasoliniana all’attuale società capitalista inglese.

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“CELLULOID BORDELLO” DI JULIANA PICCILLO

Scintillante, misterioso, condannato eppure bramato dagli occhi di tutti: nulla si presta a essere indagato dal cinema come il mondo del sex work. Celluloid Bordello, il documentario di Juliana Piccillo, presentato durante la quinta edizione del Fish&Chips Film Festival, si propone di raccontare il complicato rapporto tra sex workers e grande schermo, presentandone gli stereotipi, i pregiudizi e i luoghi comuni attraverso il punto di vista di chi ha scelto di svolgere questa professione.

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“BEDBUGS” DI JAN HENRIK STAHLBERG

Rocky (Jan Henrik Stahlberg, regista e sceneggiatore del film) è un consumato Don Giovanni di mezz’età che vive con il suo cane –ovviamente un segugio – in un appartamento bohémien con poster di Mirò alle pareti, legge Philip Roth prima di addormentarsi, frequenta palestre e centri benessere dove mette in atto tecniche di seduzione obsolete e imbarazzanti. Thorben (Franz Rogowsk) è un giovane socialmente disadattato a causa dell’ossessione per il sesso e – nello specifico – per il porno, che vede nella donna una semplice valvola di sfogo per i propri impulsi, e i cui approcci con le donne sono aggressivi e disumani al punto di costargli una denuncia per tentato stupro.

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“STRAWBERRY BUBBLEGUM” DI BENJAMIN TESKE

Lucy ha 17 anni e sta attraversando quel momento della vita tipico di ogni adolescente in cui le imposizioni genitoriali iniziano a stare strette e si avverte la necessità di rompere con il passato e crearsi una propria identità. La scintilla che accenderà in lei il fuoco del cambiamento è la scoperta che la severa e rigida madre ha recitato in svariati film porno tedeschi a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90. Continua la lettura di “STRAWBERRY BUBBLEGUM” DI BENJAMIN TESKE

“SALON KITTY” DI TINTO BRASS

Il maestro del cinema erotico Tinto Brass, memore de Il portiere di notte di Liliana Cavani e del viscontiano La caduta degli dei, di cui, tra l’altro, condivide anche due attori quali Helmut Berger e Ingrid Thulin, affiancati dalla bella e affascinante Teresa Ann Savoy, dirige nel 1976 un nazisploitation provocatorio, nel quale sesso e potere si fondono e si confondono. Salon Kitty segna anche una svolta nella filmografia del regista: se prima le sue pellicole erano più impegnate e politiche, a partire da questo lungometraggio il regista prende la strada dell’erotico. Continua la lettura di “SALON KITTY” DI TINTO BRASS

“PORNOCRATIE. LES NOUVELLES MULTINATIONALES DU SEXE” DI OVIDIE

Le premesse di Pornocratie. Les nouvelles multinationales du sexe sono molto interessanti: mai come oggi si è consumata così tanta pornografia, eppure l’industria pornografica sta affrontando la crisi più nera dal momento della sua nascita, e a farne le spese sono spesso gli interpreti.

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CORPI POLITICI E POLITICA DEI CORPI TRA CINEMA E MEDIA IN ITALIA. INTORNO E OLTRE IL ’68

Articolo di Elio Sacchi e Gianluca Tana

Charlotte Rampling con le bretelle e il cappello di un ufficiale nazista nel film di Liliana Cavani Il portiere di notte è ormai entrata nell’immaginario collettivo, diventando un’immagine cult: con questa figura si è voluto emblematicamente presentare il convegno Corpi politici e politica dei corpi, che vuole ragionare sulle personalità attoriali, registiche e non solo, che più hanno segnato la scena cinematografica, televisiva e mediatica “intorno e oltre il ’68”.

L’ampliamento dei confini del visibile, in seguito alle numerose lotte e conquiste sessantottine, ha portato alla ribalta numerose tematiche narrate ed esplorate tanto dal cinema d’autore quanto da quello di genere, da personalità autoriali e attoriali già affermate come Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, come Monica Vitti e Laura Betti, da personaggi della cultura pop come Twiggy, Gianni Morandi o Rita Pavone, che diventeranno emblema e diretta espressione del periodo. Sicuramente, in questi anni, uno degli aspetti che più hanno segnato l’universo mediatico italiano è la visione del corpo, sia maschile sia femminile, in relazione alla sfera sessuale: si impongono così personaggi diversi, in profonda dialettica con le figure del cinema precedente ed emergono nuove figure divistiche, figlie di una nuova idea di sensualità e di un cambiamento dei costumi e del gusto di una generazione che non si rispecchia più nei modelli precedenti, ed è alla ricerca di una propria identità. Volendo trovare un motivo e tema conduttore, un filo rosso che lega le diverse relazioni presentate durante questo convegno, questo può essere individuato nell’idea che i corpi, e il sesso, diventano politici per se stessi, diventando linguaggio, segno e veicolo di nuovi valori.