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“EL HOYO – THE PLATFORM” DI GALDER GAZTELU-URRUTIA

Ricorda, caro mio Sancho, chi ha di più deve fare di più.

Sono profondamente d’accordo. Potesse spiegarglielo Quijote agli “ospiti” dell’hoyo.

Goreng (Ivan Massagué) però lo sa bene. Ha scelto di portare con sé proprio il libro di Cervantes. Divide la stanza al 48esimo piano della Torre con il vecchio Trimagasi (Zorion Eguileor) e ogni mese si svegliano collocati in un piano diverso: chi sta più in su ha accesso ad una maggiore quantità di cibo, chi sta giù deve accontentarsi degli avanzi ma i poveri diavoli del fondo sono costretti al cannibalismo per sopravvivere, talvolta al suicidio a causa dell’ingordigia di chi sta sopra di loro. Il numero dei livelli, tuttavia, rimane sconosciuto.

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“EL HOYO – THE PLATFORM” BY GALDER GAZTELU-URRUTIA

Article by: Roberto Guida
Translated by: Giorgia Bellini

Remember, my dear Sancho, who has more needs to do more.

I totally agree. I just wish Quijote could explain that to hoyo’s “guests”.

But Goreng (Ivan Massagué) knows it well, in fact he chose to take Cervantes’ book with him. He shares the Tower’s 48th floor room with the old Trimagasi (Zorion Eguileor), but every month they wake up on a different floor. Apparently, only who is on the highest floor have access to food, while people on the lower floors have to feed on the leftovers, and the poor devils at the bottom are forced to cannibalism in order to survive – or, even worse, to commit suicide due to the lack of food. Still, the number of these levels remains unknown.

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“WET SEASON” BY ANTHONY CHEN

Article by: Samuele Zucchet
Translated by: Chiara Franceskin

Wet Season is the second work by Anthony Chen, a Malaysian director who already won the Camera d’Or in Cannes in 2012 with Ilo Ilo. It is the monsoon season in Malaysia, and rains don’t want to stop. There are bodies of water that reflect and amplify the state of mind of the characters who populate this film.

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“WET SEASON” DI ANTHONY CHEN

Wet Season è l’opera seconda di Anthony Chen, regista malesiano già vincitore a Cannes del premio Camera d’Or nel 2012 con Ilo Ilo. È la stagione dei monsoni in Malesia, le piogge non accennano a fermarsi, si formano specchi d’acqua che riflettono ed amplificano lo stato d’animo dei personaggi che popolano questa pellicola.

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“ALGUNAS BESTIAS” BY JORGE RIQUELME SERRANO

Article by: Ottavia Isaia
Translated by: Viola Locci

What do six abandoned people on a desert island turn into? Algunas Bestias tries to give an answer. The second featured film directed by the Chilean Jorge Riquelme Serrano opens the contest Turin 37.

Ana (Millaray Lobos), Alejandro (Gastón Salgado) and their teenage children decide to take Ana’s parents (Paulina García and Alfredo Castro) to a desert island to talk about their own project: building a holiday eco-resort. But all of sudden, the keeper disappears and the family remains without water, phone signal and at the mercy of cold.

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“ALGUNAS BESTIAS” DI JORGE RIQUELME SERRANO

In cosa si trasformano sei persone abbandonate su un’isola? A questa domanda vuole rispondere Algunas bestias, secondo lungometraggio del regista cileno Jorge Riquelme Serrano che apre il concorso Torino 37.

Ana (Millaray Lobos), Alejandro (Gastón Salgado) e i due figli adolescenti portano i genitori di lei (gli ottimi Paulina García e Alfredo Castro) su un’isola disabitata per proporre loro il progetto di un eco-resort per turisti, ma quando il custode/tuttofare scompare la famiglia si ritrova in balia del freddo, della mancanza di acqua, senza segnale telefonico.

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“the furies” di tony d’aquino

Le Furie che ispirano il titolo di questo film sono, nella mitologia, divinità che puniscono chi viola l’ordine morale e vendicano i delitti di sangue.
A partire da questo richiamo, Tony D’Aquino ha costruito un perverso gioco di oppressione e vendetta, che prende forma davanti agli occhi dello spettatore attraverso continui contrasti visivi e uditivi.

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