Archivi categoria: Torino Film Festival

“JOJO RABBIT” di TAIKA WAITITI

Un doppio legame unisce Taika Waititi a Torino. Dopo What We Do in the Shadows, mockumentary in cui il regista si è divertito a esplorare la quotidianità di un gruppo di vampiri, Waititi torna a Torino per aprire la 37° edizione del Torino Film Festival con Jojo Rabbit, in cui si cimenta con una delle pagine più drammatiche della Storia – la caduta del Terzo Reich –, senza tuttavia rinunciare a un tono ironico e scanzonato. Il film, nato durante la fase di postproduzione di What We Do in the Shadows, ha avuto una lunga gestazione ma non poteva essere realizzato in un momento più adatto.

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“BLOOD QUANTUM” DI JEFF BARNABY

Negli Stati Uniti il termine blood quantum serve per identificare i nativi americani dalle altre etnie: se possiedi almeno il 51% di sangue indiano allora sei identificato come nativo Americano, uno strumento che diventa spesso causa di discriminazione razziale in uno dei momenti più bui per la tolleranza e l’inclusione. Il regista Mi’gMaq Jeff Barnaby realizza un film horror in cui lo zombie diventa metafora di una cultura bianca che sta divorando quella dei nativi, portandoli lentamente all’estinzione.

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“JOJO RABBIT” BY TAIKA WAITITI

Article by: Elio Sacchi
Translated by: Ilaria Roma

There is a double bond between Taika Waititi and the city of Turin. After the mockumentary What We Do In The Shadows, where the director explored the daily life of a group of vampires, Waititi comes back in town to open the 37thedition of the “Torino Film Festival” with Jojo Rabbit. The movie, focused on one of the most tragic episodes in the history of mankind – the fall of the Third Reich – , is characterized by irony and lighthearted tones. The filmmaker started working on this movie during the post-production of What We Do In The Shadows, but he had to wait for the right time to release it.

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“THE BAREFOOT EMPEROR” DI JESSICA WOODWORTH E PETER BROSENS

Dopo King of the Belgians (2016), re Nicolas III (Peter Van den Begin) torna in un sequel non convenzionale diretto da Jessica Woodworth e Peter Brosens, che tornano a parlare della crisi di identità europea e a fare satira sui poteri forti in The Barefoot Emperor. Il sovrano che aveva attraversato l’Europa per cercare di tornare nel suo Belgio, scisso dopo un colpo di stato da parte dai valloni, ora deve confrontarsi con un nuovo surreale spettro: lo scioglimento del parlamento europeo e l’incoronazione di un imperatore della Nova Europa. 

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CONFERENZA STAMPA DI APERTURA – 37° TORINO FILM FESTIVAL

Inquieto, medianico, premonitore. È il volto corvino di Barbara Steele – regina dell’horror italiano ed internazionale – a inaugurare la conferenza stampa del Torino Film Festival. Giunta alla sua 37°esima edizione, la kermesse cinematografica curata da Emanuela Martini si svela al pubblico, riconfermandosi evento di punta del panorama artistico torinese.

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“THE BAREFOOT EMPEROR” BY JESSICA WOODWORTH AND PETER BROSENS

Article by: Arianna Vietina
Translated by: Gabriele Cepollina

After King of the Belgians (2016), King Nicholas III (played by Peter Van den Begin) is back with an unconventional sequel directed by Jessica Woodworth and Peter Brosens, The Barefoot Emperor, which depicts the crisis of identity in Europe and satirizes the major powers. The sovereign, who had crossed Europe in order to go back to Belgium, split by a coup d’état carried out by the Walloons, now has to face a new surreal threat: the disbandment of the European Parliament and the crowning of an emperor of Nova Europa.

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OPENING PRESS CONFERENCE – 37TH TURIN FILM FESTIVAL

Article by: Marco De Bartolomeo
Translated by: Alice De Vicariis

Anxious, prophetic, mysterious. It’s the raven face of Barbara Steele – queen of Italian and international horror – that introduces the press conference of the Turin Film Festival. Already at its 37th edition, the festival set-up by Emanuela Martini reveals itself to the public, proving once again to be one the most important cultural events of Turin.

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“DOVE BISOGNA STARE” DI DANIELE GAGLIANONE

L’ultimo documentario di Daniele Gaglianone è stato presentato per la sezione TFFDOC/FUORI CONCORSO il 1 dicembre al Cinema Massimo, in una giornata per nulla casuale. Il film è un’importante testimonianza, infatti, della situazione ormai tragica venutasi a creare in Italia attorno al fenomeno della migrazione, ma il regista e tre delle protagoniste, presenti in sala, ci hanno tenuto a specificare che nel tempo passato dalla fine delle riprese la situazione è purtroppo molto peggiorata. Proprio in questi giorni, a partire dall’inizio del mese, il DL Sicurezza e Immigrazione sta lasciando per strada rifugiati in possesso di permesso di soggiorno umanitario, la cui regolamentazione è cambiata per via del Decreto Legge menzionato, non garantendo più l’accoglienza a chi in precedenza ne aveva diritto.

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TORINO FILM FESTIVAL 36: I VINCITORI

A poco più di una settimana dalla chiusura di questo Torino Film Festival c’è ancora spazio per tirare le somme, raccontare e commentare un’edizione, quella di quest’anno, che secondo le voci di corridoio, o meglio, di sala, è stata di un livello decisamente alto. Sarà perché quest’edizione ha visto – in più di una sezione  – esordire alla regia personalità che nel cinema lavorano già da un pezzo, o semplicemente perché è stata un’ottima annata; anche i numeri dimostrano che il festival continua a riscuotere un notevole successo e ad avere un pubblico che lo segue negli anni, e lo attende. Una conferma, insomma, della rilevanza che il TFF mantiene nel panorama dei festival cinematografici italiani nonostante i problemi di budget con cui ormai da qualche anno deve fare i conti, ma che non scoraggiano affatto il neo presidente del Museo Nazionale del Cinema, Sergio Toffetti. Continua la lettura di TORINO FILM FESTIVAL 36: I VINCITORI

TFFDOC – APOCALISSE

Oggi il mondo intero vive in una costante emergenza: emergenza climatica, lavorativa, sociale, diplomatica ecc. In questo mondo sembra non esserci più spazio per la normalità, ogni notizia appare come una catastrofe; il mondo intero, sembra giocare sul filo di lana, fra il caos, la distruzione, la mera sopravvivenza e l’evoluzione verso un nuovo mondo. A cosa stiamo andando incontro, se non all’Apocalisse? Questa domanda ha sollecitato la creazione della sezione documentaristica del Torino Film Festival, intitolata “Apocalisse”, dove si esamina il termine nelle sue più svariate sfaccettature.

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POWELL E PRESSBURGER: LA RETROSPETTIVA

Due tipi curiosi, Powell e Pressburger. Il primo (classe 1905) inizia a lavorare appena ventenne sui set di Hitchcock come fotografo, poi  diventa regista di successo con film di propaganda bellica tutt’affatto scontati e infine – con l’uscita di Peeping Tom (1960), cult metacinematografico che verrà riscoperto da Coppola e Scorsese – saluta la carriera, stroncata da una critica troppo sorniona e insicura per accogliere la sua pioneristica riflessione sul mezzo; il secondo (nato nel 1902), scrittore e produttore ungherese, parte dall’UFA berlinese e, in fuga dai nazisti, arriva a vincere l’Oscar per la migliore sceneggiatura con un film – pensa un po’ – sui nazisti in fuga. Continua la lettura di POWELL E PRESSBURGER: LA RETROSPETTIVA

“SEE KNOW EVIL” DI CHARLIE CURRAN

1994, Richard Avedon sta facendo alcuni casting video. Ci sono principalmente giovani. Ragazzi che vivono gli anni Novanta e che ben possono rappresentare un’epoca così intrinsecamente legata al concetto di generazione. Tra di loro spicca un diciassettenne dai denti sporgenti e i capelli biondi. Sono poche inquadrature. Rimango senza parole.

Ha un carisma inadatto alla sua età. Trasmette una forza inedita per un qualsiasi adolescente. Il suo sguardo è vivace nonostante sia circondato dall’artificiosità delle pareti di uno studio fotografico. Ha davanti a sé il più grande fotografo di moda della storia ed è come se stesse raccontando la sua giornata ad un amico d’infanzia.

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ITALIANA.CORTI – PROGRAMMA 3

Le atmosfere fiabesche di una storia d’amore, incastrate come matriosche, del corto di soli cinque minuti di Roberto Catani dal titolo Per tutta la vita, aprono il Programma 3 di Italiana.corti. L’autore dell’opera ha impiegato due anni per realizzare questa fantastica animazione, dai colori accesi e dalle atmosfere un po’ tra il bohémien e il circense, in un montaggio di disegni totalmente realizzati a mano su carta che danno vita ad un piano sequenza sognante, sottolineato da un sonoro  troppo forzato che stona con la fluidità delle immagini proiettate.

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“I DO NOT CARE IF WE GO DOWN IN HISTORY AS BARBARIANS” DI RADU JUDE

“Non mi importa se passeremo alla storia come dei barbari.” Queste le parole di Mihai Antonescu, che in seguito alla conquista rumena di Odessa nel 1941, indiceva una pulizia etnica sull’onda dell’entusiasmo popolare. Il film di Radu Jude è una luce proiettata sul passato torbido della Romania, un paese troppo “pieno di sé” (parole del regista) e ossessionato dall’idea di lasciarsi alle spalle la dittatura comunista di Ceausescu. Continua la lettura di “I DO NOT CARE IF WE GO DOWN IN HISTORY AS BARBARIANS” DI RADU JUDE

RICORDO DI BERNARDO BERTOLUCCI

Bernardo Bertolucci, maestro del cinema conosciuto e amato in tutto il mondo, è scomparso il 26 novembre 2018 mentre era in corso il Torino Film Festival 36. La Direttrice Emanuela Martini ha subito voluto rendergli omaggio facendo preparare un breve video in suo onore da proiettare prima dei film in programmazione e dedicandogli una piccola retrospettiva nella giornata del 2 dicembre. Questa la sua dichiarazione: «Era un visionario, un intellettuale, soprattutto un sognatore. Bernardo Bertolucci ha fatto il cinema come non immaginavamo più di farlo: più grande della vita, e per questo capace di restituirci tutta la vita, e la Storia, e la memoria, e il futuro, nella loro profondità. Tragedie di ideali che si frantumano, di uomini e donne che si perdono in rapporti impossibili, affreschi magnifici del nostro passato recente e bruciante, di imperatori e Buddha e ragazzi e ragazze in cerca di identità. Ragazzi e ragazze che sognano, a Parigi come altrove, la loro vita, un’altra vita, migliore. Meno di venti film in quasi cinquant’anni di carriera sono troppo pochi per uno dei più grandi registi del mondo».

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“ASH IS THE PUREST WHITE” DI JIA ZANGKE

Anche grazie al consolidato sodalizio artistico con Zhao Tao, attrice feticcio presente in quasi tutti i film di Jia Zangke, il regista crea un fil rouge che lega tutti i suoi lavori, i quali, attraverso le storie dei personaggi, narrano da un lato la storia dell’autore, dall’altro la storia della Cina che rimane una presenza sullo sfondo. Ash is the Purest White continua su questa strada, offrendo allo spettatore un viaggio che, dall’inizio di questo secolo, arriva ai giorni nostri, attraversando migliaia di chilometri.

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“ASH IS THE PUREST WHITE” BY JIA ZANGKE

Article by: Elio Sacchi

Translation by: Giulia Maiorana

Thanks also to the well-established artistic partnership with Zhao Tao, fetish actress who appears in almost every Jia Zangke’s film, the director creates a fil rouge, which links all his works. These works narrate, through their characters’ stories, the author’s life and, at the same time, the history of China, which remains in the background. Ash is the Purest White keeps going on this path, offering the viewer a journey which goes from the beginning of the century to the present days, walking a thousand miles.

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JEAN EUSTACHE – LA RETROSPETTIVA

Autore maudit, sia per il suo stile di vita che per le scelte artistiche, Jean Eustache (1938-81) è celebrato al TFF 36  in una retrospettiva pressoché completa. Si tratta di una delle poche rassegne che gli siano state dedicate. I suoi film sono infatti difficili da reperire perché custoditi gelosamente dai figli, riluttanti a concedere il lavoro del padre, in più occasioni bistrattato e svalutato. Negli anni ‘80, poco prima della morte avvenuta per suicidio, a Bologna era già stata proposta una retrospettiva da parte di una cooperativa cinematografica della quale faceva parte anche la direttrice del festival Emanuela Martini. La stessa Martini durante l’incontro “Riscoprire Jean Eustache: Jean-Pierre Léaud e gli altri” -tenutosi giovedì pomeriggio presso la sala conferenze stampa – sottolinea: “È un autore che ogni tanto va tirato fuori, se no scompare”. Continua la lettura di JEAN EUSTACHE – LA RETROSPETTIVA

“ULYSSE & MONA” DI SÉBASTIEN BETBEDER

Ulysse è un artista misantropo di mezza età che conduce una vita da eremita in una vecchia villa in mezzo ai boschi. Mona è una giovane pittrice che cerca nuovi stimoli e la giusta ispirazione per la propria inclinazione artistica. Innamoratasi dell’arte concettuale dell’uomo, decide di raggiungerlo nella sua dimora e, dopo numerosi e insistenti tentativi, lo convince ad assumerla come sua assistente. Quasi contemporaneamente all’incontro con la giovane studentessa, Ulysse scopre di avere un tumore al cervello che sembra presentarsi come la giusta occasione per rimediare a tutti gli errori che pesano sulle sue spalle. Mona lo accompagna in questo viaggio di riscatto e riconciliazione con i fantasmi del passato, dal rapporto sofferto con il figlio alla relazione difettosa con la moglie, conquistando la fiducia di Ulysse e scavalcando le rigide barriere con cui l’uomo tentava di allontanare e proteggersi da qualsiasi emozione. Continua la lettura di “ULYSSE & MONA” DI SÉBASTIEN BETBEDER