Puntuale si ripresenta la stretta collaborazione tra il TFF e il Dams di Torino. Oggi l’ospite d’eccezione Emanuela Martini, direttrice della kermesse torinese, ha presentato il programma agli studenti, calcando la cattedra universitaria insieme al prof. Alonge durante la lezione di Storia del Cinema.
Every year, a colourful caravan comes to town to celebrate its major institution (cinema), in a jamboree where everybody is welcome, from the most unknown dreamer to the most renowned film critic. For its 34th edition, the Torino Film Festival flaunts an uncommon dress, purple as punk and black as a horror picture. Continua la lettura di OPENING PRESS CONFERENCE OF THE 34TH TFF→
Esagerato, sconsiderato, anticonformista, spregiudicato. Ma Sion Sono ha anche dei difetti. Prima di parlarvi di Antiporno forse è meglio che vi spieghi che significa andare a vedere un film di questo incredibile regista giapponese. Avete presente quando vi dicono “Il cinema orientale è troppo complesso e non riesco a capirlo”? Ecco,sono convinto che non “capiscano” Sion Sono neanche gli orientali. Almeno, non alla prima visione.
Era il lontano 26 settembre 1986 quando nelle edicole faceva la sua comparsa un albo che avrebbe fatto storia. Dylan Dog il nome e Tiziano Sclavi, persona schiva ed eccentrica, il creatore. Si presentava come un fumetto horror, ma definirlo così sarebbe riduttivo, perché gli albi pescavano a piene mani da tradizioni e generi diversi e, in alcuni casi, sembrava di leggere trasposizioni su carta del miglior Ai confini della Realtà. A distanza di trent’anni, il Sottodiciotto Film Festival ha deciso di rendere omaggio all’iconico indagatore dell’incubo con una mostra alla Pinacoteca Albertina di Torino dal 18 novembre al 13 dicembre.
Operation Avalanche si apre come un mockumentary in found footage ad ampie tinte comiche, per poi mutare rapidamente in un thriller molto coinvolgente. È proprio questa mescolanza di generi a rendere il film interessante, nonché ricco di colpi di scena.
1995, Ostia. Vittorio e Cesare sono più che amici, sono “fratelli”, cresciuti insieme nella stessa periferia e compagni di una vita che non li soddisfa, fatta di spaccio, cocaina, notti in discoteca, donne facili e con la voglia di affermarsi in un mondo che li ha abbandonati. Le loro strade a un certo punto si separano, ma certi legami non si possono rompere, nel bene e soprattutto nel male.
Mio cugino è il sindaco di New York è un interessante documentario di Vincenzo Lerose presentato in anteprima nazionale nella sezione Panoramica Doc del Glocal movie Piemonte FilmFestival. Con ironia e autocritica ci mostra un paese di cinquemila anime che può vantare l’origine del ceppo famigliare del Sindaco di New York.
Grassano è un paese in provincia di Matera, luogo originario della famiglia del regista in cui questo si reca d’estate a salutare i parenti. Un paesino da favola, arroccato su un pendio. Vi sono tutti gli aspetti del “bel paese” che noi tutti amiamo: i bambini giocano nella piazza principale tirando pallonate alla Panda parcheggiata della Polizia Municipale, le nonnine vanno a messa la domenica e si fermano a chiacchierare davanti alla chiesa rigorosamente all’ombra. Ma dove sono finiti i giovani? Tutti immigrati al Nord per studiare nelle grandi università. Molti vorrebbero tornare perché sentono la mancanza di Grassano, ma il paese non offre nulla.
La routine quotidiana di un gruppo di giovani tossicodipendenti romani, tra Ostia e Roma, tra “spade” e furtarelli per procurarsi la dose quotidiana. Tra periferie degradate e monotonia, si snodano le vicende di Cesare, Michela e dei loro amici, personaggi quasi macchiettistici, ormai perduti completamente nel tunnel della droga.
Calati nell’atmosfera suggestiva del cinema Classico, i direttori artistici Alessandro Gaido e Gabriele Diverio hanno annunciato i vincitori della quindicesima edizione del Piemonte Movie gLocal Film Festival che, a loro dire, è alla sua edizione migliore sia per il programma, sia per l’alta qualità dei lavori iscritti rispetto alla media degli anni precedenti.
Presentato nella sezione Panoramica Doc del Piemonte Movie gLocal Film Festival, When We Talk About KGB è un documentario di Maximilian Dejoie e Virginija Vareikytè che racconta, tramite l’utilizzo di testimonianze e ricostruzioni storiche, cosa accadde a Vilnius, in Lituania, durante l’epoca dell’Unione Sovietica, quando operava il Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti, meglio noto come KGB.
Milano. Un padre, scontento dell’educazione che ha impartito ai figli, decide di privarli di tutti i benefici che la sua fiorente azienda aveva loro concesso. Li conduce nella sua città natale, Taranto, e dopo aver finto un infarto, li obbliga a trovare un lavoro per mantenerlo. Un classico esempio di amore paterno.
Chi è solito guardare molti film, il cosiddetto cinefilo, impara ben presto che non ha alcun senso classificare i film in “belli” e “brutti”. Per quelli poi che non considerano l’arte come qualcosa di logico, un film è riuscito quando trasmette emozioni. Personalmente, essendo una persona pragmatica dal cuore tenero, ricerco proprio questo, tanto più da un documentario.
Lavorare con lentezza è un film del 2004 di Guido Chiesa, da lui stesso sceneggiato assieme al collettivo “Wu Ming” (divenuto celebre per il romanzo Q). Il film è stato presentato al Piemonte Glocal Movie Film Festival nella sezione che omaggia i lavori del regista torinese.
Trentuno i corti selezionati per la sezione Spazio Piemonte, la categoria del Piemonte Movie gLocal Film Festival dedicata alle opere prime di giovani registi emergenti. Nella prima tranche, otto cortometraggi del genere più disparato.
a collaborazione tra Riccardo Bianco, filmmaker e documentarista torinese, e Maurizio Fedele, operatore e montatore di documentari e progetti di fiction, ci regala Nicu.
L’odore della notte è il secondo lungometraggio dopo Amore tossico, di Claudio Caligari, scomparso prematuramente. E’ stato presentato fuori concorso alla 46° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1989 e ora presentato come omaggio alla carriera del regista al Piemonte Movie gLocal Film Festival.
ella lingua italiana il termine “campo” può significare molte cose. In primo luogo, sta ad indicare uno spazio limitato di terreno destinato alla coltivazione. Quello spazio che Martino Giletta, contadino di Saluzzo, si è visto espropriare dallo Stato allo scopo di accogliervi i numerosi stranieri in cerca di lavoro come raccoglitori nei frutteti della regione. Ecco il secondo luogo di significazione: campo di tende. Naturalmente il produttore e regista del documentario Su campi avversi Andrea Fenoglio – al suo primo lungometraggio, realizzato in collaborazione con Matteo Tortone – ha potuto trovare questa drammatica testimonianza partendo proprio dai migranti stagionali di origine subsahariana presenti sul territorio.
Mercoledì 9 marzo 2016 prende il via la quindicesima edizione del PiemonteMovie gLocal Festival, con in apertura Venanzio Revolt: i miei primi 80 anni di cinema, un documentario diretto da Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti, Vincenzo Greco e dedicato a Lorenzo Ventavoli, una figura di spicco nel panorama cinematografico italiano, purtroppo assente in sala per motivi di salute. Al suo posto il figlio Bruno ringrazia per il lavoro svolto. L’influenza non ha precluso a Lorenzo Ventavoli le vie telematiche. Infatti, in una telefonata in vivavoce ricorda all’amico Steve Della Casa: ” Qualche volta, oltre che dei Sottodiciotto, preoccupiamoci anche dei ‘Sovraottanta’”.