I mostri non muoiono mai, così come i film gore che vengono sventrati, trucidati e spappolati, ricuciti e sfruttati infinite volte, senza poter mai esalare l’ultimo respiro. Qualche volta i pezzi che restano vengono rappezzati, e ci si aggiunge dentro altro. Forse con la pretesa di rendere tutto più consistente, o probabilmente per trovare nuove soluzioni narrative che, in fondo, sono sempre le stesse. Improvvisamente, ad esempio, ci si può ritrovare davanti a uno zombie che serve il tè: le immagini oscene divengono puro divertissment, per trasformarsi poi in una serie di feticci che vivono indisturbati. Questo è il motivo per cui autori come Ken’ichi Ugana fanno e scrivono ancora – in maniera non scontata e intelligente –film horror. Ed è anche il motivo per cui film come Visitors – Complete Edition, o il suo predecessore Extraneous Matter – Complete Edition, popolano ancora le sale dei festival cinematografici internazionali.
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“EXTRANEOUS MATTER – COMPLETE EDITION” BY KENICHI UGANA
Article by Lisa Cortopassi
Translated by Rebeca Tirgovetu
Extraneous Matter – Complete Edition starts as an intimist movie with a “modest” (but steady) black and white 4:3 format and the familiar image of a bonsai, followed by a close-up of a sleeping girl who, once she has woken up, makes herself some coffee. Later the film, once the episodic nature is revealed, unexpectedly expands its gaze and leaves the domestic dimension of the girl’s house (who is not the main character) to turn to other characters and to the big city. In this way, it extends its reflection to a universal dimension deeply related to the demons of the contemporaneity.
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Extraneous Matter – Complete Edition si apre come un film intimista con un “modesto” (ma saldo) formato 4:3 in bianco e nero e l’immagine familiare di un bonsai, seguita dal primo piano di una ragazza addormentata che, una volta sveglia, si prepara un caffè. Più tardi il film, rivelata la natura episodica, allarga inaspettatamente il suo sguardo ed esce dalla dimensione domestica dell’abitazione della ragazza (che non è la protagonista), per rivolgersi ad altri personaggi e alla grande città. Estende così la sua riflessione a una dimensione universale profondamente legata ai demoni della contemporaneità.
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