Il Premio Maria Adriana Prolo a David Grieco

Si è svolta ieri, giovedì 30 Novembre, la cerimonia di assegnazione del Premio Maria Adriana Prolo a David Grieco, cerimonia introdotta da Steve Della Casa in cui sono intervenuti anche Caterina Taricano, direttrice di “Mondo Niovo” (che come consuetudine dedica un numero monografico al vincitore del Premio) e Vittorio Sclaverani. Il premio, intitolato alla fondatrice del Museo Nazionale del Cinema e giunto alla sua sedicesima edizione, viene consegnato ogni anno ad un artista che nel corso della sua vita si è particolarmente distinto per i contributi dati alla cinematografia italiana, divenendo un esempio e un modello per le generazioni successive, modello che Grieco incarna alla perfezione. Continua la lettura di Il Premio Maria Adriana Prolo a David Grieco

“KINGS” di Deniz Gamze Ergüven

Los Angeles, 1991. Le televisioni di tutti i cittadini sono sintonizzate sullo stesso canale. Sullo schermo vibrano le immagini del 3 marzo dello stesso anno, quel nefasto giorno in cui quattro poliziotti (Stacey Koon, Laurence Powell, Timothy Wind e Theodore Briseno) aggredirono brutalmente il tassista afroamericano Rodney King al termine di un lungo inseguimento. Segue, sempre in televisione, il processo in tribunale, che si conclude con il proscioglimento di tutti e quattro dall’accusa di aggressione. Tredici giorni dopo la quindicenne afroamericana Latasha Williams viene uccisa con un colpo di pistola da Soon Ja Du, proprietaria del market in cui la ragazzina si era recata per comprare una bottiglia di succo d’arancia. La donna nota Latasha infilare la bottiglia nella tasca posteriore dei pantaloni e la accusa di volerla rubare; dopo un breve scontro fisico, la donna afferra la pistola da sotto il bancone e le spara alla testa. La ragazza muore sul colpo e ad immortalare il tutto c’è lo sguardo impietoso della videocamera di sicurezza. Continua la lettura di “KINGS” di Deniz Gamze Ergüven

“Pop Aye” by Kirsten Tan

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Ottavia Isaia

Translation by: Emanuela Ismail

Pop Aye is an unusual road trip movie, with a disappointed architect of Bangkok and an elephant as main characters. Thana, who is going through a mid-life crisis due to working and relationship issues, recognizes the elephant Popeye, with which he grew up when he was a child, on the streets, and buys it in order to bring it back to his hometown. On the journey, the two of them meet some among the most different characters, whom make the protagonist think about some of the aspects of his life.

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“Al tishkechi oti – Don’t Forget Me” by Ram Nehari

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Vanessa Mangiavacca

Translation by: Melissa Borgnino

In a rehab center for eating disorders in Tel Aviv, every morning a nurse asks the same question to her young anorexic female patients: “Did you have your period?” Among all the noes, there’s an affirmative answer: Tom’s. Meanwhile, Neil just got into town from Amsterdam, and he is buying a tuba. He has big plans: to meet his childhood friend and follow him with his band to Berlin.

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“Al tishkechi oti – Don’t Forget Me” di Ram Nehari

In un centro di riabilitazione alimentare di Tel Aviv ogni mattina un’infermiera pone le stesse domande alle giovani pazienti anoressiche: «Mestruazioni?» Tra tanti no, ecco un sì: è quello di Tom. Intanto Neil è appena arrivato in città da Amsterdam e sta acquistando una tuba. Ha grandi progetti: incontrare l’amico d’infanzia e seguirlo con la band fino a Berlino.

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“Pop Aye” di Kirsten Tan

Pop Aye è un road trip movie atipico, che vede protagonisti un disilluso architetto di Bangkok ed un elefante. Thana, che sta attraversando una crisi di mezza età dovuta a problemi lavorativi e di coppia, riconosce per strada l’elefante Popeye con cui è cresciuto da bambino e lo acquista per riportarlo al villaggio natale. Durante il viaggio i due incontrano i personaggi più disparati, che fanno riflettere il protagonista su alcuni aspetti della propria vita.

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“My War Is Not Over” by Bruno Bigoni

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translation by: Valeria Alfieri

On the 29th of November, a special screening of the documentary “My War is not over” – shown in the section Festa Mobile, but not competing – coordinated by the Dams, took place in the Quazza Auditorium of Palazzo Nuovo, in the presence of Harry Shindler, Marco Patucchi, director Bruno Bigoni and professor Franco Prono.

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“My War Is Not Over” di Bruno Bigoni

Mercoledì 29 novembre presso l’Auditorium Quazza di Palazzo Nuovo si è svolta – alla presenza di Harry Shindler, Marco Patucchi, del regista Bruno Bigoni e del professore Franco Prono – la proiezione speciale organizzata dal Dams del bel documentario My War Is Not Over, fuori concorso nella sezione Festa Mobile.

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Italiana.corti: Straordinarie avventure

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Gianmarco Perrone

Translation by: Emanuela Ismail

The series of short films entitled Straordinarie Avventure within the section Italiana.Corti revokes one of Emilio Salgari’s novel: all of those six short films, indeed, deal with a physical or metaphorical journey, a discover of the unreal through the image.

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Italiana.corti: Straordinarie avventure

Rievoca il titolo del romanzo di Emilio Salgari il ciclo Straordinarie Avventure della sezione Italiana.corti: tutti  i sei cortometraggi, infatti, presentano un viaggio, fisico o metaforico, una scoperta del fantastico attraverso l’immagine.

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“MARY SHELLEY” DI HAIFAA AL-MANSOUR

Poesia e letteratura si intrecciano in una coinvolgente storia d’amore che ci porta a conoscere le vicende di Mary Shelley, l’autrice di uno dei capisaldi della letteratura ottocentesca: Frankenstein, o il moderno Prometeo. Ed è proprio sulla fase di incubazione di questa opera che il film si concentra, sulla giovinezza della protagonista e sulle sue scelte rivoluzionarie e controcorrente che la porteranno dalla ricchezza, alla miseria e infine alla fama.

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“NO PANIC BABY” by LEO GABIN

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Maria Cagnazzo

Translation by: Cristina Di Bona

Nowadays, most of people communicate through digital media, which compulsively transmit information and show every kind of situation. Sensationalism is more heterogeneous: news is no longer represented by an important event concerning society and even a daily situation can have a relevant social role. The Belgian collective Leo Gabin has made a social experiment with No panic baby, editing web videos. This film puts together different moments, creating a collage to describe a new human being. Between the various videos, the story of the road trip of two young people is told.

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“NO PANIC BABY” di LEO GABIN

Nella contemporaneità  la comunicazione  tra individui si riduce, nella maggior parte dei casi, ad un’interazione attraverso i mezzi digitali. Mezzi che veicolano informazioni in maniera compulsiva, mostrando allo spettatore situazioni e fatti di ogni genere.  Il sensazionalismo ha assunto ormai sfumature  più vaghe ed eterogenee: la notizia non è più rappresentata da un fatto di fondamentale importanza che tocca la società, e situazioni legate al quotidiano possono rivestire un ruolo sociale di primaria importanza.

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“Kuso” by Flying Lotus

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Dora Bugatti

Translation by: Valeria Tutino

Kuso, created by Flying Lotus, presented in the section “After Hours” and scheduled for “Notte Horror”, created quite an uproar also at Torino Film Festival. After Sundance, some viewers have ran for the door even in our Turinese cinema, horrified and grossed out by the psychedelic trip created by this electronic musician and rapper from Los Angeles. Because the movie by Flylo it’s not a movie, but a shocking experience deliberately provocative.

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“Kuso” di Flying Lotus

Non ha mancato di fare rumore anche al Torino Film Festival il lungometraggio diretto da Flying Lotus, Kuso, presentato nella sezione “After Hours” e in palinsesto nel programma della “Notte Horror”. Dopo il Sundance, alcuni spettatori sono scappati a gambe levate anche dalle nostre sale cinematografiche torinesi, inorriditi e disgustati dal viaggio sotto psichedelici partorito dalla mente di questo musicista di elettronica e rapper originario di Los Angeles. Perché il film di FlyLo non è un film, è un’esperienza scioccante dai contenuti volutamente provocatori. Continua la lettura di “Kuso” di Flying Lotus

“Cento anni” by Davide Ferrario

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Erika Milani

Translation by: Melissa Borgnino

A film about Italy, its history and its failures, to ask ourselves what the dead are good for, and to find out what the living are good for. Davide Ferrario talks about Italy and its last hundred years, by means of four tales linked by the same thread: defeat.

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“Tshweesh” by Feyrouz Serhal

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Marco De Bartolomeo

Translation by: Federica Franzosi

In Brazil the start of the FIFA world cup is just minutes away and halfway around the world, in Beirut, people are getting ready for the big event. Fans are in a frenzy, flags are fluttering on the balconies and the voice of the Arabian commentator marks the passing of time.

Everything is ready when a strange interference jams the signal. Football fans runt to the roves to take the antennas down and then reassemble them, rotating, inclining, trying to get them in the right direction but to no avail. TV frequencies seem to be shielded.

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“Tshweesh” di Feyrouz Serhal

In Brasile mancano pochi minuti all’inizio dei mondiali FIFA e dall’altra parte del mondo, a Beirut, fervono i preparativi per il grande evento. Gli appassionati sono in fibrillazione, sui balconi sventolano le bandiere e la voce del telecronista arabo scandisce il passare degli attimi.

È già tutto pronto, quando una strana interferenza disturba il segnale. I tifosi si precipitano sui tetti, smontano e rimontano le antenne, le ruotano, le inclinano, tentano di orientarle nella giusta direzione ma ogni sforzo è inutile. Le frequenze sembrano schermate.

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“The Cured” by David Freyne

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Giuseppe Battaglia

Translation by: Federica Franzosi

Even though this film falls within the After Hours section and the internet treats it as if it was a scary movie, The Cured has very little in common with the horror genre. Some might even say that classifying it as a horror film would be as hard as making the Mole Antonelliana wear Melissa Satta’s sheath dress, because many details of the movie lie outside of the tradition of the genre and a lot of attention was dedicated to aspects that do not fall in the style. Sure, the zombie epidemic is there, but it is also totally under control.  Continua la lettura di “The Cured” by David Freyne

Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino