“Suntan” by Argyris Papadimitropoulos

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Silvia Villani

Translation by: Andreea Catana, Francesca Sala

Antiparos Island, at the height of tourist season, is a small oasis made just for youth. The beaches are crowded of young people who live in the moment and enjoy the summer spree. Toned, tanned and naked bodies. Just like Anna’s. The amount of work in town has increased for retailers and for Kostis, the general practitioner, as well. He’s in his fortys, he’s pale and a little overweight. Anna accidentally fell from her moped and as she floods the clinic with her intense sensuality, Kostis falls for her and can’t get her out of his head.

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“Suntan” di Argyris Papadimitropoulos

L’isola di Antiparos, in piena stagione turistica, è una piccola oasi dove la gioventù è regina. Le spiagge sono gremite di gruppi di ragazzi il cui unico pensiero è vivere la giornata e godersi la frenesia estiva. Corpi tonici, abbronzati, nudi. Come quello di Anna. In paese la mole di lavoro è aumentata per i commercianti e anche per Kostis, il medico di base. Lui è sulla quarantina, è pallido e ha qualche chilo di troppo. Quando Anna, accidentalmente caduta dal motorino, invade la clinica con la sua vivace sensualità, Kostis ne rimane subito folgorato e non riuscirà più a togliersela dalla testa.

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“Slam – Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli

Il termine slam può assumere diversi significati: può essere il suono onomatopeico che riproduce un rumore secco, come di una porta chiusa con forza (to slam, sbattere), o di una sberla in piena faccia; ma è anche un vocabolo specifico nel linguaggio degli skaters. Per questo motivo è anche molto simile al soprannome del protagonista dell’ultimo film di Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), l’adattamento cinematografico, molto fedele, del romanzo di Nick Hornby, Tutto per una ragazza.

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“Slam – Tutto per una ragazza” by Andrea Molaioli

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Sofia Nadalini

Translation by: Riccardo Abba, Barbara Lisè

The term slam can have different meanings: it can refer to the abrupt onomatopoeic sound of a door being shut, or of a slap on the face; but it is also a specific slang term used by skaters. For this reason, it is also very similar to the protagonist’s nickname in the latest film by Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), a very accurate cinematographic adaptation of Nick Hornby’s novel Slam.

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“Demon Seed” by Donald Cammell

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Valentina Di Noi

Translation by: Silvia Cometti, Miriam Todesco

Demon Seed is a 1977 movie directed by Donald Cammell, based on a sci-fi novel by Dean R. Koontz.

Alex Harris (Fritz Weaver) is a scientist who creates a super-computer, Proteus, with its own intelligence, and its task is to find a way to extract metals from the bottom of the sea. But Proteus hasn’t the slightest interest in doing that, so it makes clear to his creator that its interest is a research on the humankind. The scientist, worried, declines this proposal, denying the existence of a free server.

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“Demon Seed” di Donald Cammell

Demon Seed è un film del 1977 diretto da Donald Cammell, basato su un romanzo fantascientifico di Dean R. Koontz.

Alex Harris (Fritz Weaver) è uno scienziato che crea un supercomputer, Proteus, dotato di un’intelligenza propria e destinato a studiare un modo per l’estrazione di metalli dal fondo marino. Ma Proteus non è per niente interessato a ciò. Così, senza mezzi termini fa capire al suo creatore che vorrebbe utilizzare un server per una ricerca sul genere umano. Lo scienziato, preoccupato, declina la sua proposta negando l’esistenza di un server libero.

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“Palombella rossa” di Nanni Moretti – Il restauro

“Se parli male, pensi male e vivi male”.

Protagosta di Palombella rossa, film realizzato da Nanni Moretti nel 1989, è Michele Apicella, funzionario del PCI reduce da un incidente che gli ha causato la perdita della memoria, il quale vive in una giornata la gravità della perdita di memoria del suo partito e del Paese in generale. Il suo discorso negli studi di Tribuna Politica si alterna all’attaccamento ai ricordi d’infanzia, dove Michele grida la sua avversione alla pallanuoto. I ricordi sono sempre più frequenti e la coscienza del significato dell’essere comunista si fa riconoscere attraverso le scene più celebri del film Il Dottor Živago. 

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“Marie et les naufragés” by Sébastien Betbeder

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Giorgia Bertino

Translation by: Elisa Grattarola, Elena Salama

A funny comedy with a bittersweet aftertaste that tells the story of a Wes Anderson-like love triangle, with extravagant implications, but also with the typical French light-comedy. This is the exquisite recipe proposed by Sébastien Betbeder in Marie et les naufragés: a film deliciously unconventional, starting from the comedy to become something more complex. There is a lot of laughing, that is for sure, but the comedy of each situation leads always to a deeper consideration about life and human relationships.

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CONFERENZA STAMPA DI CHIUSURA DEL 35º TFF

Dopo nove giorni intensi, si conclude la trentacinquesima edizione del Torino Film Festival.

Emanuela Martini apre la conferenza stampa di Sabato 2 dicembre con i ringraziamenti ufficiali, prima di annunciare i premi collaterali del festival. La scuola Holden quest’anno assegna il Premio Scuola Holden per la miglior sceneggiatura del concorso Torino 35 a The Death of Stalin di Armando Iannucci, definendolo “una rivisitazione di un pezzo di storia terribile stravolta nel comico (addirittura british) e sostenuta da una sceneggiatura classicamente compatta”.

Anche il Premio Achille Valdata per il miglior film di Torino 35 va al film di Iannucci, “per aver affrontato con ironia e cinismo una drammatica pagina di storia”.

Il premio Avanti va a Don’t forget me di Ram Nehari “per la capacità dell’autore e del suo cast di narrare la favola possibile tra due sognatori scombinati, costruita partendo da un’esperienza di prima mano con il disagio mentale, attraverso uno sguardo immersivo che si astiene dal giudicare e ricorda, senza rinunciare ai toni ironici, perfino dark, il discrimine sottile che c’è tra normalità e malattia”.

Foto con il cast di Don't Forget Me TFF35
I due protagonisti e il regista di Don’t forget me con alcuni dei nostri colleghi.

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“Eshtebak” (“Clash”) di Mohamed Diab – Conferenza Stampa

La mattinata del 23 novembre ha visto come ospite della sala stampa l’attore Hany Adel, protagonista del film Clash di Mohamed Diab, già uscito nelle sale egiziane circa tre settimane fa.  Il film, che ricostruisce i giorni delle manifestazioni dopo il golpe militare, ha avuto in Egitto una serie di reazioni più che positive sia del pubblico sia dei canali televisivi.

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“Nome di battaglia Donna” – Incontro con Daniele Segre al DAMS

Il DAMS dell’Università di Torino apre le porte al TFF (che a sua volta accoglie ogni giorno i suoi blogger, studenti e professori) per un appuntamento di grande valore educativo: Daniele Segre presenta il suo Nome di battaglia Donna.

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“Last Night” by Don McKellar

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Camilla Lasiu

Translation by: Silvia Restelli, Chiara Tomasetta

1998 is the year of a couple of apocalyptic films: Armageddon and Deep Impact. In the same year, however, Last Night, Don McKellar’s first full-length film was presented at Cannes and has been introduced in this year’s edition of the Torino Film Festival in the Things to come section.

The countdown to the end of the world has just started and everybody is striving to realise their last wishes or to organise a Christmas dinner with their loved ones. Patrick Wheeler (played by McKellar himself) just wants to be left alone, waiting for the world to end. All is ready and time is running out fast when on Patrick’s last day Sandra arrives (played by Sandra Oh). Love has never been so close and it will not leave him until the end. Sandra and Patrick are wandering in the desperate look for a car, ignoring the truth: instead of being almost over, as they seem to believe, their time has actually just started. None of them has ever been so close to somebody else’s soul. They both feel the need to be together, with their guns loaded but looking straight into each other’s eyes.

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“Last Night” di Don McKellar

Nel 1998 escono due grandi film apocalittici, Armageddon e Deep Impact, ma lo stesso anno viene presentato a Cannes il primo lungometraggio di Don McKellar, Last Night, proiettato al TFF nella sezione Cose che verranno.

Il countdown della fine del mondo è iniziato e tutti si affannano per realizzare gli ultimi desideri o per fare un pranzo di Natale insieme ai parenti più cari. Patrick Wheeler (interpretato dallo stesso McKellar) desidera rimanere solo, in attesa che il mondo finisca. Tutto è pronto e il tempo fugge sempre più velocemente, quando nell’ultimo giorno di Patrick arriva Sandra (interpretata da Sandra Oh). L’amore non gli è mai stato così vicino e non lo lascerà fino all’ultimo secondo. Sandra e Patrick vagano alla disperata ricerca di un auto ignorando la verità: per loro il tempo non sta finendo ma è appena cominciato. Nessuno dei due è mai stato così vicino all’animo di un’altra persona. Sentono entrambi  lo strano bisogno di restare insieme, con le pistole cariche ma con lo sguardo l’uno negli occhi dell’altra.

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“Giovanna” di Gillo Pontecorvo

Il nome che dà il titolo al film di Gillo Pontecorvo è quello della protagonista, Giovanna, una delle tante donne operaie che lavorano in fabbrica. Fin dalle prime sequenze della pellicola del 1955 – presentata nella sezione Festa Mobile Vintage – vengono mostrate in modo chiaro e lineare allo spettatore le vicissitudini e le rivendicazioni di queste donne. La storia è semplice: una fabbrica di Prato dove lavorano solo donne operaie, a causa di alcuni licenziamenti, viene occupata per 34 giorni.

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“Vetar” (“Wind”) by Tamara Drakulić

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translation by: Giulia Epiro, Chiara Mutti

The river Bojana and its natural reserve lie on the border between Albania and Montenegro. Here 16-year-old Mina, motherless, is forced to spend the holidays with her father Andrej. Every day the same story is repeated, the young girl lies on the beach or studies, until she meets Saša, an older kite-surfer whose girlfriend, Sonja, is a hippie nudist.

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“Vetar” (“Wind”) di Tamara Drakulić

Al confine tra il Montenegro e l’Albania si trovano il fiume Bojana e la riserva naturale che si sviluppa attorno alla sua foce. È qui che la sedicenne Mina, orfana di madre, è costretta a passare le vacanze con il padre Andrej. I giorni di Mina si susseguono tutti uguali, tra la spiaggia e i libri da studiare, fino a che incontra Saša, un kite-surfer più vecchio di lei fidanzato con Sonja, hippie e nudista.

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Convegno Internazionale “Pensare con gli occhi. La politica delle immagini nell’opera di Harun Farocki”

Lunedì 21 e martedì 22 novembre, presso l’Aula Magna della Cavallerizza dell’Università di Torino, si è tenuto il Convegno Internazionale Pensare con gli occhi. La politica delle immagini nell’opera di Harun Farocki. Un titolo “mirato e connotante”, come lo ha definito Giulia Carluccio – presidente del corso di laurea Dams e organizzatrice del Convegno insieme a Giaime Alonge, Luisella Farinotti, Barbara Grespi e Federica Villa – per un appuntamento che è il frutto di un lavoro sinergico tra quattro università italiane: l’Università di Torino, l’Università  di Bergamo, lo IULM Libera Università di Lingue e Comunicazione, e l’Università di Pavia. Si è succeduta nei saluti Patrizia Sandretto Re Rebaudengo che, con la Fondazione omonima, ha collaborato al progetto insieme al Torino Film Festival che, a sua volta, ha dedicato a Farocki una retrospettiva. La presidente ha invitato i presenti a visitare la video-installazione di Farocki  PARALLEL I, IV il cui allestimento è stato curato da Irene Calderoli ed è in mostra in via Modane 16 fino al 12 Febbraio.

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“Wexford Plaza” by Joyce Wong

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Elena Golzio

Translation by: Federica Betti, Ilaria Loiacono

Sadness and loneliness are the denominators in common of Betty and Danny, the two main characters of the movie.

Betty is an overweight girl that works in a permanently empty mall of the ‘60s as night security guard.

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“Wexford Plaza” di Joyce Wong

La tristezza e la solitudine sono i denominatori comuni dei due personaggi principali del film, Betty e Danny. 

Betty, la protagonista del film, è una ragazza sovrappeso che ha trovato lavoro come guardia addetta alla sicurezza notturna in un centro commerciale degli anni ’60. Un luogo perennemente vuoto. Continua la lettura di “Wexford Plaza” di Joyce Wong

“Nessuno ci può giudicare” di Steve Della Casa e Chiara Ronchini – Conferenza stampa

Martedì 22 Novembre è stato presentato in conferenza stampa il film Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa e Chiara Ronchini, un binomio – questo – che rispecchia a pieno l’obiettivo del rockumentary, ovvero quello di mostrare il punto di vista dei giovani degli anni tra il ’58 e il ’68 attraverso gli occhi di una giovane montatrice con una grande passione per la narrazione per immagini e la Storia.  Inoltre Steve Della Casa aveva già affrontato il tema di quegli anni, quando nel 1989 pubblicò un testo dal titolo Il professor Matusa e i suoi hippies con Paolo Manera; i musicarelli – spiega – nacquero con lo scopo di dare un volto a tutti quegli artisti che piacevano e che si ascoltavano in quel momento.

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Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino