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“Hamlet” di Lyndsay Turner

 

Lo scorso 15 ottobre il National Theatre di Londra, consolidando una tradizione iniziata nel 2009, ha trasmesso in streaming la diretta della rappresentazione di Amleto con regia di Lyndsey Turner (produzione di Sonia Friedman) superando ogni suo record: 225.000 spettatori, 1.400 schermi in 25 paesi live e/o in lieve differita.  In Italia uscirà nelle sale il 19 e 20 aprile 2016, in occasione dell’anniversario della morte del drammaturgo inglese.
Ieri sera Hamlet è stato presentato da Emanuela Martini al Torino Film Festival: pochi posti liberi al Reposi e tantissimi giovani che si sono lasciati attrarre dalla storia immortale del principe danese.

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“Comoara” (“Treasure”) di Corneliu Porumboiu

Comoara (“tesoro” in rumeno) è il fulcro di questa vicenda quasi fiabesca. Siamo in Romania, un padre racconta la favola di Robin Hood al suo bambino, ma viene interrotto dal vicino che gli chiede in prestito del denaro, è pieno di debiti e stanno per espropriargli la casa. Entrambi però sono nelle stesse condizioni, anche il padre riesce a malapena ad arrivare a fine mese.

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“Just Jim” di Craig Roberts – Conferenza stampa

Quello di Craig Roberts, classe 1991, è un esordio tutto da lodare. Nella sua “strana commedia”, Just Jim, ricopre contemporaneamente i ruoli di sceneggiatore, regista e attore. Quando in conferenza stampa gli si fa notare che oltre a stare benissimo dietro la macchina da presa ha anche la stoffa dell’attore comico, lui inevitabilmente risponde con una battuta: “Non sono uno smodato egocentrico, davvero. È stata una semplice questione di budget: giravamo con pochissimi soldi e, sapete, bisogna sempre portarne a casa il più possibile.”

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“Morituri” di Daniele Segre – Conferenza stampa

Un Daniele Segre beato fra le donne quello di oggi in conferenza stampa: insieme a Tiziana Catalano, Donatella Bartoli e Luigina Dagostino presenta il suo nuovo film, Morituri, interamente girato nel cimitero sconsacrato di San Pietro in Vincoli a Torino.

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“The Assassin” di Hou Hsiao-Hsien

The Assassin è un film diretto dall’applaudito regista taiwanese Hou Hsiao-hsien, arrivato al Torino Film Festival nella sezione Festa mobile dopo aver trionfato all’ultimo Festival di Cannes vincendo il premio per la miglior regia.

Nella Cina del nono secolo una ragazzina di dieci anni, Nie Yinniang, viene sottratta ai genitori e cresciuta per diventare un’assassina/giustiziera, capace di garantire l’ordine e la giustizia. Viene accuratamente preparata, infatti, per combattere la corruzione e la crudeltà dilaganti fra le province dell’Impero.

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“London Road” di Rufus Norris

Questo film diretto Rufus Norris, tratto da una pièce teatrale, si ispira a un fatto realmente accaduto: l’omicidio di cinque prostitute nella cittadina di Ipswick nel Suffolck, in Inghilterra. Le testimonianze dei residenti di London Road, una via di Ipswick, sono state raccolte dalla sceneggiatrice Alecky Blythe per essere portare in teatro attraverso il suo approccio verbatim: il copione è, infatti, lo script di interviste registrate a persone realmente coinvolte nella vicenda.

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“Evolution” di Lucile Hadzihalilovic – Conferenza stampa

Alla domanda “Quali sono i registi che più l’hanno influenzata?” risuonano nella sala due nomi: Dario Argento e David Cronenberg. Questa la risposta che Lucile Hadzihalilovic dà ai giornalisti durante la Conferenza stampa tenutasi oggi 24 Novembre riguardo il suo nuovo film Evolution. Suoi Maestri sono Dario Argento per la sua concezione di horror e per la scelta delle locations, David Cronenberg per la capacità di riprodurre sullo schermo le metamorfosi del corpo. Aggiunge anche che le letture dei miti classici da cui ha tratto l’idea delle creature marine, e degli scritti di Howard Philips Lovecraft sono state fondamentali per la realizzazione del film.

Dopo Innocence del 2004, ambientato in una scuola isolata dal mondo frequentata da innocenti bambine, in Evolution vi sono solo donne e bambini. La regista francese dichiara che la mancanza di uomini nel film accentua maggiormente il suo aspetto orrifico perché nessuno può contrastare le donne che, schiavizzando i bambini, li usano a loro piacimento provocando il loro smarrimento. I personaggi sono rinchiusi in un mondo claustrofobico. L’ambientazione buia e che non lascia respiro rende il racconto terrificante.

24/11 - conferenza Evolution con Lucile Hadžihalilović

Il progetto originale di Evolution prevedeva un numero maggiore di elementi fantascientifici poi accantonati a causa dello scarso budget a disposizione. Sono numerose, invece, le immagini crude che danno una rappresentazione realistica della situazione (forse scorie del cinema di Gaspar Noé – il quale tra l’altro è suo marito).

Evolution è il frutto di angosce personali ma anche un tentativo di risposta alle teorie darwiniane proponendo una visione della Terra abitata da altre creature oltre l’essere umano.

“Heterophobia” di Goyo Anchou

Dopo la visione del bellissimo cortometraggio di Pappi Corsicato Pompei Eternal Emotion, qualcuno del pubblico lascia la sala, altri sono intimoriti dal prossimo film o forse solo dal suo titolo: Heterophobia. Cala il buio. Appare un personaggio, Mariano, che si masturba. Altri spettatori se ne vanno, schegge di perbenismo lasciano la sala. Mariano per un minuto è amore meccanico. Così si apre Heterophobia, “una rapsodia antipatriarcale”, lungometraggio di Goyo Anchou.

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Pompei Eternal Emotion by Pappi Corsicato

Article by: Alessandro Arpa

Translation by: Cristiana Caffiero

Pompei Eternal Emotion is the new production by Pappi Corsicato. It’s a short cut which lasts about 10 minutes about Pompei, its archeological sites where we can find some bodies petrified by magma. The bodies of the tourists appear hibernated as well: they are puppets without life that turn into victims of the camera. In the several rooms there are some shells without soul. This short cut is really memorable….memorable is the right word to indicate it if we consider the disasters which have occurred in Pompei in 2014 which have destroyed an important part of our artistic heritage.

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Anyway what will be next is even more amazing. After Corsicato’s movie, someone in the audience stands up to move away while those who are still inside the cinema are someway frightened by the movie that will follow. Maybe it’s just because of its title: Heterophobia. Just few brave ones among the audience have stayed. It’ s dark in the theatre. From the screen there’s a light arising towards the audience: Mariano who masturbates. Then some other people step out of the theatre. They looked disgusted by what they have just happened to watch on the screen: this is what it’s defined as self-righteousness. For about one minute Mariano is what we can call mechanical love. This is the way Heterophobia starts. It soon turns into an anti patriarchal rhapsody. Heterophobia is a movie directed by Goyo Anchou. Mariano is a young guy who has been raped. He represents a vile puppet of a kind of heterosexual illusion. He has to face the strong caste of society, which is represented by patriarchy according to the Argentinian director. Patriarchy rapes people with its rude aggression. The main character is a small part of the entire universe, a small being created by God who looks for a small place for himself in the world. Mariano denies himself: he just steps from one love to another, he’s not reciprocated and his fate is disillusion and frustration. He has a main relationship with an heterosexual who abandons him at the end. Mariano thinks that God doesn’t care about his creatures and suddenly turns into Satanist. He takes part into an initiation ceremony which is wonderfully described by the Argentinian director: Masonic and Cabalhistic symbols, images from movies such as Cabiria by Pastrone, Maciste in hell by Freda, Zasie dans le metro by Malle. This movie combines some quotes from classic movies as well as dreamlike, hypnotic images that hint to Kenneth Anger or Derek Jarman. After Un chant d’amour by Jean Genet, Heterophobia can be considered the new manifesto of the homosexual culture. Mariano understands that it’s a nonsense to look for happiness in other people or to be a frustrated heterosexual. He comes to understand that to accept oneself is the way to happiness and freedom. Now Mariano is happy with his new boyfriend. He has come to a safe rescue towards a future where homosexuality won’t be a taboo anymore, machismo will turn into nonsense and people will feel free to abolish the so called boring normality.

 

The Lady in the Van by Nicholas Hytner

Article by: Elisa Cocco

Translation by: Chiara Toscan

Mary Shepherd (wonderfully interpreted by Maggie Smith) is a lively elderly woman who lives in her dear old smelly van. She wonders around the streets of London, seeking for a safe place to live, until she get to Camden Town, an inner district in the north of the city. Here, people prove to be kind to her, especially when she settles with her van, despite the smell it brings in front of their homes.
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The comedy writer Alan Bennet (interpreted by Alex Jennings) has just bought a house in the neighborhood and immediately notices the presence of the battered van, parked in the lane, and the eccentric woman who inhabits it.

When on-street parking becomes forbidden, Miss Shepherd finds herself without a place to park her van, and the writer, a restrained but kind man, invites her to settle temporarily in his driveway. However, the provisional arrangement becomes permanent: “I was supposed to stay here for three months, but I ended up staying fifteen years!” says Mary at the end of the film while laughing out loud; years in which their beautiful friendship develops, even including arguments and misunderstandings, just like an old married couple.

THE LADY IN THE VAN

In Nicholas Hytner’s film there are two versions of Alan Bennett: one who lives his life, and the other who writes about it. The story is mostly true and is about an author who struggles with a creative block while trying to find himself. But the film is also the story of a friendship which turns an unknown vagabond into “one of the family”.

Presented at the festival’s section “Festa Mobile”, The Lady in the Van is adapted from Alan Bennett’s play and his autobiographical book. The writer, who is also the screenwriter of the film, played a walk-on part in the final scene.

The Lady in the Van is a pleasant film that leaves place for reflections while teaching to look beyond appearances, because behind the clothes (or the smell) there is always a hidden story.

THE LADY IN THE VAN

“The War of The Worlds” (“La guerra dei Mondi” ) di Byron Haskin

In una calda notte d’estate, dalla volta celeste che sovrasta un’America sonnecchiante si staccano alcune stelle. Meteoriti incandescenti si schiantano al suolo e da essi emergono sinistre navicelle spaziali armate di raggi laser. I marziani devono lottare per la sopravvivenza e sferrano un potente attacco alla Terra con l’intento di colonizzarla, trascinando l’umanità in una guerra dei mondi dagli esiti potenzialmente distruttivi.

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“Moonwalkers” di Antoine Bardou-Jaquet

“Un piccolo passo per l’uomo…”

Moonwalkers è il primo lungometraggio di Antoine Bardou-Jaquet. Si tratta di un’action-comedy incalzante e con una trama molto originale. Un susseguirsi di azioni e colpi di scena mai banali fanno procedere la narrazione in modo fluido. In concorso nella sezione After-Hours. Le risate sono assicurate.

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“Oggi insieme domani anche” di Antonietta De Lillo – Conferenza stampa

Torino, 23 novembre 2015 – Gremita la sala Conferenze stampa del TFF per il briefing del film Oggi insieme domani anche inserito nella sezione Festa Mobile. Presenti la regista Antonietta De Lillo e le sue collaboratrici Maria Di Razza, Teresa Iarpoli, Erika Tasini e Fabiana Sargentini.

Antonietta De Lillo ha spiegato l’articolato progetto del “film partecipato” che ha portato alla realizzazione di Oggi insieme domani anche, mosaico di sguardi, volti e storie raccolte da numerosi autori in giro per l’Italia.

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“Tangerine” di Sean Baker

Siamo a Los Angeles, è la vigilia di Natale. Sin-Dee Rella, una ragazza transessuale, scopre dalla sua amica Alexandra che il suo ragazzo l’ha tradita mentre era in prigione. E, cosa ancor peggiore, l’ha fatto con una donna. Decide così di scoprire l’identità della ragazza. In giro per i quartieri depravati della città degli angeli, Sin-Dee inizia la sua caccia, accompagnata per breve tempo dall’amica.

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“Lamerica” di Stefano Galli

Ci sono autori come Wim Wenders, David Lynch, i fratelli Coen, che con i loro film hanno mostrato un’America diversa dall’immaginario classico delle grandi città o delle palme hollywoodiane, un’America profonda, fatta di grandi distanze e grandi diversità.

In linea con la concezione di tali autori è l’opera prima del regista e fotografo Stefano Galli, Lamerica, un documentario on the road in 16mm che ci porta nel cuore di questo continente, ancora poco conosciuto a noi d’oltreoceano.

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“Symptoma” di Angelos Frantzis

Dopo Into the Woods del 2010, Symptoma è il nuovo lavoro del regista greco Angelos Frantzis. A chi si avvicinasse solo adesso al cinema greco, questo film potrebbe risultare straniante, un groviglio in cui si disperdono onirismo e deliri concettuali. Il cinema greco contemporaneo è la meticolosa fusione di elementi fantastici, surrealistici e, a tratti, esoterici ma riesce raramente a plasmarli nella maniera corretta.

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“Luce Mia” di Lucio Viglierchio – Conferenza stampa

Memoriale di una malattia

Un film bergmaniano. Così è stato presentato ai giornalisti Luce mia, il film di Lucio Viglierchio, nato da un’idea di Viglierchio e Sabrina Caggiano che ne è anche la protagonista. L’ultimo lavoro del regista torinese nasce da una collaborazione con la Rai e grazie ai fondi ricevuti dal Piemonte Doc Film Fund.

Luce mia è anche un progetto transmediale, in quanto esistono un blog in cui sono raccontate le storie di Lucio e Sabrina (www.lucemia.it/film) e una piattaforma web che raccoglie testimonianze di medici, referti, diagnosi, analisi e risultati del percorso medico di Lucio: un luogo virtuale in cui si possono trovare informazioni scientifiche sulla leucemia e ricevere risposte alle domande più frequenti (www.lucemia.it/webdoc).  Luce mia è quindi un esempio di cinema immersivo che approfondisce la sconosciuta realtà ospedaliera all’interno di quei reparti caratterizzati dall’isolamento.

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“Sexx” di Davide Ferrario – Conferenza Stampa

Cosa vediamo quando guardiamo? Che rapporto si stabilisce tra l’osservatore e la cosa guardata?

Affollata la Conferenza stampa odierna per il film Sexxx, inserito nella sezione Festa Mobile / Palcoscenico. Presenti il regista Davide Ferrario, il coreografo Matteo Levaggi, il direttore della fotografia Fabrizio Vacca e Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte.

Il regista ha raccontato di aver visto il balletto Sexxx di Levaggi per una casualità, e per la curiosità suscitata dal titolo. Positivamente affascinato dallo spettacolo, ha voluto subito far sapere al coreografo che sarebbe stato disposto a filmarlo.

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