Tutti gli articoli di Stefano Tropiano

CONCORTO FILM FESTIVAL 2019

Alternativa di pregio per contrastare la nostalgia di fine vacanze, Concorto Film Festival macina edizioni – dal 17 al 24 agosto si è svolta la diciottesima – e riscuote consenso di pubblico e critica con il suo programma interamente dedicato a valorizzare la forma cinematografica del cortometraggio. I dati confermano la bontà di questa operazione: 49 film in concorso, tra cui ben 13 prime italiane, provenienti da 30 paesi diversi, per un Festival votato all’internazionalità, la stessa piacevolmente avvertita durante le giornate. Le opere sono proiettate en plein air nella suggestiva cornice di Parco Raggio a Pontenure – una manciata di chilometri da Piacenza- che, con un arredamento misurato e ospitale, si colora di sfumature uniche.

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“QUEL GIORNO D’ESTATE” di MIKHAEL HERS

Il termometro per valutare la riuscita di un film che si prefigge di trattare la sfera emotiva dell’uomo, non può prescindere dal considerare il grado di coinvolgimento degli spettatori. Spesso l’esigenza della narrazione mina l’esito di tale intento, mettendo in scena personaggi appiattiti nel veicolare determinati significati. Invece, Mikhael Hers e i suoi ottimi interpreti, con discreta continuità, riescono a suscitare nel pubblico una genuina compassione, intesa nel significato etimologico di “soffrire insieme”.

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“CHE FARE QUANDO IL MONDO E’ IN FIAMME?” di ROBERTO MINERVINI

Una madre raccomanda ai suoi due figli di rientrare a casa quando si accendono i lampioni. Cosa succede dopo il tramonto? Non una mera premura materna ma piuttosto un sentimento di paura, e la percezione di una minaccia palpabile per una comunità, quella afroamericana di New Orleans, scossa dall’uccisione di Alton Sterling per mano della polizia e da altri episodi di violenza. Dopo Louisiana (The Other Side), Roberto Minervini prosegue la sua attenta indagine sociale con il documentario What You Gonna Do When the World’s on Fire? presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2018 e nei cinema dal 9 maggio. Il regista, trapiantato negli States, prosegue l’incursione in Louisiana spostando il suo sguardo più a sud, dove la tensione è alle stelle in seguito alla bollente estate 2017.

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“LA CADUTA DELL’IMPERO AMERICANO” di DENYS ARCAND

Le ingiustizie sociali, le difficicoltà dei giovani nel misurarsi con la società, il riciclaggio e, per estensione, l’odioso lato oscuro delle manovre finanziarie. Temi tanto delicati quanto rilevanti nell’attuale apparato discorsivo. Difficile affrontarli tutti insieme. Eppure Denys Arcand, già premio Oscar per il miglior film straniero con Le invasioni barbariche, ci riesce in un film apprezzabile, a suggello della trilogia in cui ha indagato i mali della società odierna.

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“VARGUR/VULTURES” DI BÖRKUR SIGBÓRSSON

Il genere noir ha permesso di scavalcare le narrazioni della detection classica mettendo in scena situazioni intricate e personaggi lacerati da conflitti interiori, mai inscrivibili nella tradizionale dicotomia di bene e male. Vargur di Börkur Sigbórsson, il cui titolo per la distribuzione internazionale è Vultures, riprende con efficacia queste lezioni, in un noir potente e cupo sia nell’ambientazione sia nell’essenza.

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“TAURUNUM BOY” DI DUSAN GRUBIN E JELENA MAKSIMOVIC

Da troppo tempo, Belgrado e la Serbia sono ostaggio di una lettura superficiale e approssimativa, condizionata dalle tensioni aperte da una storia irrequieta e tormentata. Ne consegue spesso il ritratto di un Paese in condizioni di isolamento, anche in alcuni contesti artistici e culturali.

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PREMIO “MARIA ADRIANA PROLO” A GIORGIO ARLORIO E PIETRO PEROTTI

Giorgio Arlorio e Pietro Perotti. Due contesti e percorsi diversi accomunati però dallo stesso ardore politico e sociale, espressione di un senso della collettività raro. I due si incontrano alla consegna del premio Adriana Prolo (avvenuta il 23 novembre 2018), destinato a personalità del mondo del cinema che si sono particolarmente distinte. Conferimento giunto alla sua 17esima edizione e all’interno del TFF, che si sdoppia – così come il numero monografico di «Mondo Nuovo 18/24 ft/s»notiziario dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema –  per omaggiare due figure che al cinema italiano e alla sua comunità hanno dato un apporto importante.

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“INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER

Salutato come il cineasta che ha contribuito a riportare in auge l’horror francese con Martyrs (2008)Pascal Laugier torna alla regia (e alla sceneggiatura) firmando un altro film decisamente perturbante. Rispetto al predecessore, esperimento coraggioso che ha incassato pareri molto contrastanti, Incident in a Ghostland è un film meno arduo e più saldamente ancorato alle convenzioni del genere, concedendosi un omaggio al maestro del genere Lovecraft. Continua la lettura di “INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER

“NUEVA ERA” DI MATTI HARJU

Notte. Camera fissa su un paesaggio post industriale con binari e luci a intermittenza. Fin dall’incipitNueva Era non è disposto a scendere a compromessi con lo spettatore, non introduce a una narrazione, anzi, non è interessato a farlo. Nei pressi di un bosco, due amici, uno dei quali è l’artista finlandese Matti Harju, fumano tabacco da rolling. Da qui le immagini, alternate a repentini stacchi e rallentamenti, si fanno flusso, difficilmente controllabile e vicino a certe opere di videoarte, spaziando da parcheggi di centri commerciali e vecchi depositi d’auto a interni di fredde camere e sale da bowling. C’è anche una enigmatica figura femminile il cui sguardo è spesso sfuggente, negato agli spettatori dal buio o dai lunghi e scuri capelli. Continua la lettura di “NUEVA ERA” DI MATTI HARJU