Tutti parlano dei benefici che le innovazioni tecnologiche portano alla società, molti ne discutono gli effetti alienanti, pochi si soffermano sui danni che provocano alla salute dell’uomo. È proprio quest’ultimo punto che si concentra Ubiquity, documentario che la regista olandese Bregtje van der Haak ha presentato alla ventiduesima edizione di Cinemambiente, pregando gli spettatori in sala di spegnere i telefoni cellulari prima dell’inizio della proiezione.
Continua la lettura di UBIQUiTY di Bregtje van der HaakTutti gli articoli di Tommaso Dufour
“IL TRADITORE” di Marco Bellocchio
“Io non sono un pentito, non sono un infame. Cosa nostra non esiste più”. Sono parole che Tommaso Buscetta rivolge a Giovanni Falcone, difendendosi dalle accuse che gli sono rivolte dai suoi (ex) affiliati e che campeggiano a caratteri cubitali sui muri delle strade di Palermo, all’inizio di una collaborazione che avrebbe portato a 366 arresti.
Continua la lettura di “IL TRADITORE” di Marco BellocchioOMAGGIO A IRA SACHS
Tra i numerosi ospiti ed eventi della trentaquattresima edizione, uno spazio speciale è stato riservato a Ira Sachs, autore di fama mondiale – in concorso a Cannes 2019 con Frankie – cui il Lovers ha dedicato un ampio omaggio, invitando il pubblico a ripercorrere insieme a lui un viaggio lungo vent’anni, che va da The Delta (1996) a Little Men (2016), passando per Keep the Lights on (2012) e Love is Strange (2014).
Continua la lettura di OMAGGIO A IRA SACHS“LOVE, SIMON” di Greg Berlanti
Love, Simon, in proiezione straordinaria al Lovers, è il terzo film di Greg Berlanti (The Breakfast Club, Life as We Know It), che torna a dirigere un film LGBT, e lo fa raccontando a un pubblico giovane la storia di un teenager americano alle prese con il proprio segreto.
Continua la lettura di “LOVE, SIMON” di Greg Berlanti“BEDBUGS” DI JAN HENRIK STAHLBERG
Rocky (Jan Henrik Stahlberg, regista e sceneggiatore del film) è un consumato Don Giovanni di mezz’età che vive con il suo cane –ovviamente un segugio – in un appartamento bohémien con poster di Mirò alle pareti, legge Philip Roth prima di addormentarsi, frequenta palestre e centri benessere dove mette in atto tecniche di seduzione obsolete e imbarazzanti. Thorben (Franz Rogowsk) è un giovane socialmente disadattato a causa dell’ossessione per il sesso e – nello specifico – per il porno, che vede nella donna una semplice valvola di sfogo per i propri impulsi, e i cui approcci con le donne sono aggressivi e disumani al punto di costargli una denuncia per tentato stupro.
Continua la lettura di “BEDBUGS” DI JAN HENRIK STAHLBERG“PORTRAITS OF ANDREA PALMER” DI C. HOUSTON E J. LYONS
Uno sguardo sul degrado umano attraverso gli aspetti più perversi delle sue manifestazioni, un perturbante incubo di angoscia e miseria girato in 16mm. Nonostante la tragicità del soggetto risulta arduo definire Portraits of Andrea Palmer un film drammatico: che si guardi allo script oppure alla regia, immediatamente si ritrovano i canoni di appartenenza allo splatter e all’exploitation; i buchi di sceneggiatura sono colmati da ampie ed esplicite sequenze di sesso, violenza e autolesionismo che vanno a costituire il reale corpo del film; gli attori sono non professionisti – e si vede -, la fotografia è sciatta e la regia appare a tratti improvvisata.
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Un casertano e un romano: fino a qualche mese fa non si conoscevano, ma non sono poche le cose che hanno in comune. Marco D’Amore e Vinicio Marchioni sono due attori di talento e di consolidata esperienza. Condividono la formazione teatrale e l’abituale frequentazione del cinema, oltre all’affermazione presso il pubblico delle serie tv ad opera dello stesso regista, Stefano Sollima, che ha “lanciato” il primo con Romanzo Criminale (2008-2010) e il secondo con Gomorra (2014- in corso). Oggi si trovano a Torino per presentare l’opera prima di un giovane regista, Simone Catania, produttore di documentari che ha impegnato i due attori in un road movie che attraversa l’Italia e l’Europa. Continua la lettura di “DRIVE ME HOME” DI SIMONE CATANIA
“ATLAS” DI DAVID NAWRATH
Famiglia, rapporti interpersonali, perdono e violenza sono alcuni temi del primo lungometraggio a soggetto del regista tedesco David Nawrath che, insieme alla produttrice Britta Knoller, ha presentato il suo film in concorso per il TFF36. Walter (Rainer Bock) è il nome del protagonista che, alle dipendenze di un imprenditore colluso con la malavita, si guadagna da vivere sgomberando le case degli inquilini sfrattati; resistendo stoicamente alla fatica, mostrandosi impassibile alla brutalità e all’aggressività dei suoi colleghi più giovani, vive da solo, parla il meno possibile e dorme sul pavimento di casa. Nonostante appaia impermeabile agli eventi esterni, la sua vita sta per cambiare. Continua la lettura di “ATLAS” DI DAVID NAWRATH
“BLUE AMBER” DI JIE ZHOU
Vivendo un’epoca che pretende di monetizzare ogni cosa, assistendo alla perdita di terreno dei sentimenti e dei valori umani a vantaggio della brama del denaro e dei beni di consumo, il giovane Jie Zhou, talentuoso cineasta esordiente, si pone un quesito schietto e problematico: Quanto vale una vita?
“THE FRONT RUNNER – IL VIZIO DEL POTERE” DI JASON REITMAN
“Un film scritto da un giornalista e un attivista politico insieme al figlio del regista di Ghostbusters”. Con queste parole Jason Reitman apre la conferenza stampa del TFF36, di cui The Front Runner è il film d’apertura, facendo riferimento a Matt Bai, autore di All the Truth Is Out, romanzo cui il film si ispira, e Jay Carson, produttore e consulente per House of Cards. Reitman rivela poi che i primi fotogrammi della pellicola sono un omaggio al padre, il logo vintage della Columbia da Stripes (Ivan Reitman, USA, 1981), ovvero il film che ha accompagnato l’infanzia del regista.
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