Archivi categoria: Torino Film Festival

“Trasfiguration” (“The Transfiguration”) di Michael O’Shea – Conferenza stampa

Alla conferenza stampa di oggi era presente il regista di Trasfiguration, Michael O’Shea.

Nel film Trasfiguration vengono citati altri horror con lo stesso soggetto, il vampiro ad esempio Twilight di Catherine Hardwicke e Lasciami entrare di Tomas Alfredson. Ma l’obiettivo del regista non è quello di onorare questi film ma più che altro riprodurre il ritratto del serial killer, l’istinto di uccidere serialmente.

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“Smrt u Sarajevu” (“Death in Sarajevo”) di Danis Tanovic

 

“Il XX secolo inizia e finisce a Sarajevo” spiega un intervistato ad una giornalista durante una diretta tv sulla terrazza dell’Hotel Europa.

Siamo a Sarajevo, cento anni dopo la morte di Francesco Ferdinando e la città, la nazione e l’Europa si preparano ai festeggiamenti.

L’Hotel Europa, storico punto di riferimento della città, ospita le diplomazie europee per l’evento. La struttura versa in grossi guai economici, ed il direttore non paga lo staff da oltre due mesi. Ora, i lavoratori, vogliono manifestare la loro situazione davanti agli occhi dell’Europa, costringendo il direttore a chiedere aiuto alla malavita locale per intimidirli.

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“Go Home” di Jihane Chouaib

Il film di Jihane Chouaib, presentato nella sezione del TorinoFilmLab, si apre con l’arrivo in Libano di Nada che trascina affannosamente una valigia. La sequenza conduce immediatamente lo spettatore in quella che sarà la location protagonista del film, ovvero la casa dei nonni. La dimora è stata saccheggiata dei beni ma non del proprio passato, e grazie a Nada torna a risuonare di ricordi. La casa è la trasposizione della protagonista, o meglio della sua mente: gli affreschi sono rovinati, ma in alcuni punti sul muro Nada riesce a ritrovare un disegno che la ritrae insieme al fratello. Continua la lettura di “Go Home” di Jihane Chouaib

“Animal político” (“Political Animal”) di Tião

“Io sono il monolito. Sono un blocco di fredda roccia nera eretto in mezzo al deserto. Noi siamo un bosco di eucalipto. Chi ci guarda da lontano ci vede uno accanto all’altra, ma se il nostro osservatore si avvicina, si accorgerà che siamo più distanti di quanto crede”.  Così termina il flusso di coscienza del bovino di Tião alla fine di un viaggio surreale colmo di interrogativi irrisolti, ai quali, forse, non c’è risposta.

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“Animal político” by Tião

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Silvia Villani

Translation by: Andreea Catana, Francesca Sala

“I am the monolith. I’m a block of black, cold rock, standing in the middle of the desert. We are a forest of eucalyptus. Those who look at us from afar can see us one next to the other, but when the observer comes closer, he will realize that we’re far more apart than he thought”. That’s how the stream of consciousness of Tião’s bovine ends, at the end of a surreal journey full of unsolved questions, to which, maybe, there’s no answer.

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Conferenza stampa della Giuria del TFF34

“Edward Lachman, direttore della fotografia acclamato per il suo ultimo lavoro in Carol di Todd Haynes; Hadas Yaron, giovanissima attrice che ha vinto la Coppa Volpi a Venezia e subito dopo il Premio come miglior attrice proprio qui al Torino Film Festival; Mariette Rissenbeek, una donna che lavora nella promozione e diffusione del cinema tedesco in tutto il mondo; Don McKellar,  interprete del cinema di Cronenberg ed Egoyan e presente nella sezione Cose che verranno di questa edizione del TFF con Last Night; e infine Adrian Sitaru, regista romeno, paese che rappresenta il cinema più vitale e curioso degli ultimi anni in europa” così Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival, presenta i cinque giurati del concorso della 34° edizione.

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Tre documentari sull’amore

Quest’anno la parola scelta dai curatori del Tffdoc è “Amore”. E ieri sera al cinema Massimo sono stati proiettati i primi due documentari di questa sezione: We Make Couples e Les amours de la pieuvre. Questi sono stati preceduti dal documentario di Jean-Daniel Pollet La femme aux cent visages che ci mostra ottanta opere d’arte – tra dipinti e sculture – regalandoci un bellissimo omaggio alla femminilità.

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“The Alchemist Cookbook” by Joel Potrykus

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Mattia Capone

Translation by: Andreea Catana, Francesca Sala

The young and alienated Sean isolated himself in a caravan in the woods, where he starts doing research in the field of alchemy, along with his cat Kaspar as only companion. On the run from a society where he never really found his place, his brother represents the only connection with the civilization by providing him with the most bizarre equipment and materials for his alchemical experiments.

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“The Alchemist Cookbook” di Joel Potrykus

Il giovane ed emarginato Sean si è isolato in una roulotte in mezzo ai boschi, avviando le sue ricerche nel campo dell’alchimia, con il gatto Kaspar come unica compagnia. In fuga da una società in cui non ha mai veramente trovato il suo posto, ha come unico tramite con essa il fratello che lo rifornisce delle più stravaganti attrezzature e materiali per i suoi esperimenti alchemici.

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“Absolutely Fabulous – The Movie” di Madie Fletcher

Edina e Patsy sono due donne che cercano di rilanciare la loro carriera nello spietato mondo della moda, ma si macchiano inaspettatamente del crimine massimo: spingono per errore Kate Moss nel Tamigi e la supermodella non riemerge. Il mondo la crede ormai morta e le due subiscono umiliazioni di ogni genere, incluso anche l’essere accusate di omicidio e diventare di conseguenza il bersaglio mediatico di tutto il mondo. Il successo tanto sognato e desiderato arriverà, con loro grande sorpresa. Absolutely Fabulous è l’adattamento cinematografico dell’omonima serie tv della BBC, che oltre alle protagoniste Jennifer Sauders e Joanna Lumley e alla Moss, conta nel cast star del mondo della moda come Lara Stone, Daisy Lowe, Alexa Chung e Stella McCartney.  Costruito e sviluppato sui due personaggi principali, il film in poco più di un’ora ricrea il mood divertente e stravagante che contraddistingue il prodotto della BBC.

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“Romeo and Juliet” by Kenneth Branagh

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translation by: Silvia Cometti, Miriam Todesco

After last year success of Hamlet, played by Benedict Cumberbatch, the Torino Film Festival and the British theatre are united once again (Nexo Digital is responsible for distribution in Italy). This year, it’s time for another classic Shakespearean play: Romeo and Juliet. The tragedy of the star-crossed lovers has been adapted in many forms during the years: from Zeffirelli’s classic to the colourful Romeo + Juliet by Baz Luhrmann; set among Puerto Ricans in New York and in Nazis Prague. This year, the audience had the opportunity of tasting the London theatre scene of last season, thanks to the production of Romeo and Juliet, as staged by The Kenneth Branagh Theatre Company, the theatre company founded by the famous actor.

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“Romeo and Juliet” di Kenneth Branagh

Dopo il successo dell’Hamlet di Benedict Cumberbatch lo scorso anno, ritorna il connubio tra il Torino Film Festival e il teatro londinese, distribuito in Italia da Nexo Digital. Quest’anno tocca a un altro grande classico del teatro shakespeariano: Romeo e Giulietta. La tragedia degli amanti sfortunati è stata oggetto negli anni di numerosissimi adattamenti: dal classico di Zeffirelli al colorato Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann; dall’ambientazione tra i portoricani di New York a quella nella Praga nazista. Al Festival di quest’anno gli spettatori hanno potuto avere un assaggio del panorama teatrale londinese della scorsa stagione con la produzione di Romeo and Juliet messa in scena da The Kenneth Branagh Theatre Company, compagnia teatrale del celebre attore inglese.

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“Sadie” di Craig Goodwill

Il Torino Film Festival è all’inizio e nel programma emerge subito il primo film che farà scandalo: Sadie di Craig Goodwill.
Durante il tour promozionale di un suo libro in Italia, la scrittrice in erba Sadie Glass incontra il suo ex amante Alex, che la convince a seguirlo assieme a un’enigmatica ragazza di nome Francesca in una villa immersa nella campagna piemontese. Qui Sadie dovrà affrontare i demoni del suo passato, restando coinvolta in un surreale gioco di omicidi e tradimenti.

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“Los decentes” di Lukas Valenta Rinner

Quattro donne alle prese con un colloquio  per un lavoro da cameriera. Tra queste una in particolare catalizza l’attenzione: è più evasiva delle altre, ha un aspetto sciatto e trasandato e un viso che le dà più anni di quelli che dice di avere. Inizia così Los decentes, secondo lungometraggio di Lukas Valenta Rinner, dopo gli eclettici titoli di testa, che richiamano quelli di Godard nell’uso dei colori (il rosso e il blu) e che tramite la grafica, costituita anche da ideogrammi, indicano immediatamente la  coproduzione tra Austria, Argentina  e Corea del sud.

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“Sono Guido e non Guido” di Alessandro Maria Buonomo

Esordisce sul grande schermo Alessandro Maria Buonomo, uno dei sette professionisti della Elianto Film, con il suo primo lungometraggio Sono Guido e non Guido, un geniale mockumentary in cui si ritrovano gli elementi propri del documentario, con tanto di sigla di Superquark in sottofondo, mescolati all'animazione stilizzata, il tutto innervato da una forte ironia.


Il personaggio principale è il torinese Guido Catalano, scrittore, poeta e cabarettista, coinvolto in una vicenda surreale che si adatta perfettamente al suo personaggio, una rockstar sex symbol, simpatico però farabutto, in grado di coinvolgere, di spettacolo in spettacolo, un pubblico sempre maggiore. Eppure non sembra essere solo questo: dalle poesie scaturiscono una malinconia e un malessere che non gli appartengono. 

Quelle parole sono infatti di suo fratello Armando Catalano.

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Erase Everything I Said About Love by Guillermina Pico

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Marco Bellani

Translation by: Andreea Catana, Francesca Sala

Showing up at a film festival with a film without plot and actors, it is the leap of a fish outside water or the hazard of who knows how to swim upstream.

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Pyromanian by Erik Skjoldbjærg

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Valentia Di Noi

Translation by: Giulia Epiro, Chiara Mutti

Pyromanian is a movie by the Norwegian director Erik Skjoldbjærg, who was already well-known for Insomnia (1997), which Christopher Nolan signed to remake.

The film is set in 1981 in Finsland, Norway. Son of a fireman, Dag is a reserved young man, who, after the military service, goes back home to his family. From the very beginning, he clearly appears to be a weird character, as he is morbidly attracted by the fire. As a matter of fact, the viewer knows for the whole time that it is him who sets the neighbors’ houses on fire Continua la lettura di Pyromanian by Erik Skjoldbjærg

“Pyromanen” (“Pyromaniac”) di Erik Skjoldbjærg

Pyromanen è un film del regista norvegese Erik Skjoldbjærg, più conosciuto per Insomnia (1997) di cui Christopher Nolan ha firmato un remake.

Pyromanen è ambientato nel 1981 nella cittadina di Finsland in Norvegia, e il protagonista Dag è un ragazzo taciturno, figlio di un pompiere. Dopo aver completato il servizio militare, torna dalla sua famiglia. Il regista fin da subito evidenzia la stranezza del ragazzo, attratto morbosamente dal fuoco. Infatti lo spettatore fin da subito è a conoscenza del fatto che a incendiare le case dei suoi vicini è proprio lui. Continua la lettura di “Pyromanen” (“Pyromaniac”) di Erik Skjoldbjærg