Nel 1982, un contagio colpisce gli abitanti di uno sperduto villaggio cileno. La “peste”, così la chiamano tutti, pare sia causata da una delle pulsioni primarie dell’essere umano: la spinta al guardare. Lo sguardo che uccide però non appartiene a una Gorgone pietrificante, né a un cineoperatore il cui occhio meccanico cattura la morte sulla pellicola. La mirada (“sguardo” in spagnolo) mortale è di una Medusa che non ha serpenti ma gioielli camp e lustrini colorati.
Continua la lettura di “LA MISTERIOSA MIRADA DEL FLAMENCO” DI DIEGO CÉSPEDESTutti gli articoli di Ludovico Franco
“MAGELLAN” DI LAV DIAZ
Come Magellano (Gael García Bernal) che devia continuamente la sua rotta attraverso gli oceani, Lav Diaz sonda nuove prospettive stilistiche per il suo cinema: con la produzione di Albert Serra, per la prima volta non gira in lingua tagalog e adotta il colore. Diaz riporta la violenza del colonialismo alle sue radici arcaiche, rilegge la figura dell’esploratore e il mito dell’Età delle “scoperte”.
Continua la lettura di “MAGELLAN” DI LAV DIAZ“ANYTHING THAT MOVES” DI ALEX PHILLIPS
La routine di un sex worker ai tempi delle app di incontri si intreccia con la routine di un serial killer talmente ossessionato da lui da arrivare a decimarne i clienti. Questo sviluppo narrativo sull’eterno accoppiarsi di sesso e morte può forse ricordare Maniac, Hollywood 90028, o Cruising (anche qui i poliziotti incarnano perverse forze del disordine). E come non pensare alla recente trilogia di Ti West, corollario dei body genres di Linda Williams?
Continua la lettura di “ANYTHING THAT MOVES” DI ALEX PHILLIPS“LA CLESSIDRA” DI WOJCIECH JERZY HAS
Alla 25ª edizione del TOHorror, nella sezione “matter(s) of time”, non poteva mancare La clessidra, film apolide di Wojciech Jerzy Has che sfugge a ogni definizione. In un celebre saggio, Cvetan Todorov colloca il fantastico in uno spazio liminale tra lo strano e il meraviglioso. Sospeso nell’indecidibilità surrealista che sfuma la realtà nell’onirico, il film appartiene – e allo stesso tempo si sottrae – alla categoria del fantastico. Tra il grottesco di Fellini e la poesia di Parajanov, Has rilegge e tradisce le irrappresentabili opere di Bruno Schulz in una temporalità che, più che all’oltre-realtà, guarda all’oltretomba.
Continua la lettura di “LA CLESSIDRA” DI WOJCIECH JERZY HAS“QUIR” DI NICOLA BELLUCCI
Quir si apre sulle tombe di un cimitero, un po’ come Volver. Ma, a differenza del film di Almodovar, qui siamo di fronte a una tragica storia vera di cui leggiamo i nomi: Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, brutalmente assassinati a Giarre il 31 ottobre 1980, solo perché erano due “ziti” (fidanzati).
Continua la lettura di “QUIR” DI NICOLA BELLUCCI“QUEERPANORAMA” DI JUN LI
Il nastro di Möbius è una particolare superficie con una sola faccia. Come già lo era Strade perdute di David Lynch, Queerpanorama – presentato allo scorso Festival di Berlino – è un’applicazione labirintica di questo principio matematico sull’infinitezza, in cui tutto si ripete, ma non ciclicamente, senza una netta distinzione tra il prima e il dopo, il passato e il presente, l’inizio e la fine.
Continua la lettura di “QUEERPANORAMA” DI JUN LI“LE RETOUR DU PROJECTIONNISTE” DI ORKHAN AGHAZADEH
Nell’incipit della Strada di Swann, Marcel Proust ricorda come da piccolo amasse osservare le immagini proiettate dalla lanterna magica: vere e proprie apparizioni che raccontavano leggende, come in una vetrata vacillante e passeggera. Su un’altura avvolta nella nebbia al confine con l’Iran, si distinguono le silhouettes di un uomo e un ragazzo a cavallo: il giovane controlla lo schermo di un computer portatile, nel tentativo di connettersi alla rete internet e acquistare l’occorrente per riportare in vita un vecchio proiettore analogico, rispolverato da un ex proiezionista dell’URSS. Manca però l’elemento imprescindibile per far funzionare la lanterna magica: la luce, data da una semplice eppure introvabile lampadina.
Continua la lettura di “LE RETOUR DU PROJECTIONNISTE” DI ORKHAN AGHAZADEH“PARADIS PARIS” DI MARJANE SATRAPI
Nel reticolo metropolitano di Parigi, si aggira la più fedele compagna della vita umana: la morte. Diventata celebre con Persepolis, Marjane Satrapi – illustratrice e fumettista ancor prima che regista – assegna alla Grande Mietitrice il ruolo di assoluta protagonista del suo ultimo film. In tutte le sue forme e declinazioni, la vediamo sconvolgere le esistenze di diversi personaggi, cuciti in una vasta trama di cui pian piano emergono gli intrecci.
Continua la lettura di “PARADIS PARIS” DI MARJANE SATRAPI“NINA” DI ANDREA JAURRIETA
Čechov ha coniato un principio drammaturgico ormai celebre: se in scena c’è un fucile, non può non sparare. Nina (Patricia L. Arnaiz), il cui nome rimanda proprio a Il gabbiano, quel fucile lo porta sempre con sé. Dopo trent’anni a Madrid, ritorna nella sua città natale, pronta a colpire. Come una cacciatrice, attende il momento ideale per vendicarsi dell’uomo che abusava di lei quando era ragazza, una niña.
Continua la lettura di “NINA” DI ANDREA JAURRIETA