Clara è onesta, priva di filtri e condizionamenti. Ha un legame viscerale con il suo corpo, con gli altri, col sesso, con la natura. Santa in grado di guarire i malati, bambina nel corpo di una donna di 42 anni, adulta senza vincoli morali, subisce la stretta conservativa di una società religiosa, quella costaricana, in cui un matriarcato aggressivo ricalca l’ottusa violenza patriarcale. Nathalie Álvarez Mésen, in concorso alla 39esima edizione TorinoFilmFestival, presenta un’opera prima che è un progetto d’arte cinematografica. Con un background da attrice mimica, la regista forgia un film “tattile” costruito sulla poesia del gesto e de linguaggio corporeo. Di qui la scelta felice di Wendy Chinchilla Araya, danzatrice contemporanea, nel ruolo di protagonista. Una performance, la sua, modellata sulla capacità di comunicare con i sensi e con la pelle. Le parole non bastano a tradurre gli impulsi primordiali che danzano in Clara. Il corpo può.
Continua la lettura di “CLARA SOLA” DI NATHALIE Álvarez Mesén“BULL” BY PAUL ANDREW WILLIAMS
Article by Davide Gravina
Translated by Eléna Bellino
“If I survive, I’ll kill you all”. Bull (Neil Maskell), addressing his enemies, who were once his family, utters these words which would belong in the banal prologue to a classic revenge movie. The British director, however, astonishes the audience of Torino Film Festival ’39 and presents an extraordinary work which finds its essence not in the unexpected and desperate need for revenge but in a ruthless search for salvation.
Continua la lettura di “BULL” BY PAUL ANDREW WILLIAMS“UNDEAD VOICES” DI MARIA IORIO E RAPHAËL CUOMO; “È SOLO A NOI CHE STA LA DECISIONE” DI ISABELLA BRUNO
Un film amatoriale in Super 8mm del 1975, abbandonato nella cantina della regista per anni, deteriorato gravemente dall’umidità del lago vicino al quale vive: questo è il punto di partenza di Undead Voices, il documentario di Maria Iorio e di Raphaël Cuomo che si propone di riportare in vita il film femminista Donne emergete! di Isabella Bruno. La storia di Donne emergete! è quella di molti film del cinema femminista militante: «Non c’è stato sufficiente interesse verso la loro conservazione, sono state considerate opere non degne» commenta la curatrice e storica Annamaria Licciardello, sottolineando come questa problematica si aggiunga al già esiguo numero di femministe che si sono cimentate nella regia in questo periodo storico. «Si trattava di ragazze giovani che non avevano i mezzi per fare cinema, a loro volta mantenute a distanza, come ancora avviene, da tutto ciò che è tecnico-scientifico o tecnologico, e quindi di dominio maschile». È stato prodotto così poco e di quel poco si conserva una minima parte: «C’è un vero e proprio buco nella storia» aggiunge Licciardello.
Continua la lettura di “UNDEAD VOICES” DI MARIA IORIO E RAPHAËL CUOMO; “È SOLO A NOI CHE STA LA DECISIONE” DI ISABELLA BRUNO“EL PLANETA” DI AMALIA ULMAN
L’artista multidisciplinare Amalia Ulman debutta in concorso al TTF 39 con il suo primo lungometraggio El planeta, già presentato al Sundance Festival del 2021. Il micro-budget e una piccola troupe composta da cinque persone rendono questo esordio un esperimento che rievoca il cinema indipendente statunitense degli anni ’90.
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Article by Enrico Nicolosi
Translated by Elena Soldà
Thanks to the perfect restoration of the “Cinematography Sperimental Center”, particularly careful to the sound tracks editing (very important for the point of the movie), and the presentation in the “Back to Life” section of TFF39, the Turin audience was able to see, most likely for the first time, “Number One” by Gianni Buffardi (1973). The movie is pervaded by a conscious madness and clarity of purpose, often unknown to the “crime-genre movies”, which in that period filled Italian theatres
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Un trip lungo 64 minuti e 1700 kilometri. Un viaggio in treno che oscilla tra luce e oscurità, scandagliando un Vietnam metafisico, passando per il diciassettesimo parallelo – il luogo più bombardato al mondo – e l’insediamento Ruc, popolo che alimenta il fuoco sacro il cui spegnimento comporterebbe l’estinzione del mondo.
Continua la lettura di “LUZ VIAJE OSCURO”, DI TIN DIRDAMAL, EVA CADENA“DER MENSCHLICHE FAKTOR” DI RONNY TROCKER
«Ho l’impressione che più massiva è la nostra comunicazione e più prospettive e opinioni consumiamo, più superficiale questa comunicazione diventa». Così Ronny Trocker commenta il soggetto del suo film che, osservando le reazioni dei diversi membri di quella che sembra una perfetta famiglia tedesca – istruita, benestante e bilingue – a seguito di una piccola effrazione nella loro casa al mare, indaga i rapporti umani e le dinamiche, spesso disfunzionali, che li sottendono.
Continua la lettura di “DER MENSCHLICHE FAKTOR” DI RONNY TROCKER“QUATTORDICI GIORNI” BY IVAN COTRONEO
Article by Marco Ghironi
Translated by Alexandra Oancea
Presented out of competition at TFF39, “Quattordici giorni” is the fourth feature film directed by Ivan Cotroneo, an acknowledged Italian television author and screenwriter, who decided to turn into a movie one of his novels from 2020, co-written with Monica Rametta, who was also involved in the screenwriting of the movie.
Continua la lettura di “QUATTORDICI GIORNI” BY IVAN COTRONEOAVI MOGRABI – MASTERCLASS / “THE FIRST 54 YEARS – AN ABBREVIATED MANUAL FOR MILITARY OCCUPATION”
Il titolo della masterclass del regista israeliano Avi Mograbi, Breve manuale per liberare il cinema dal reale – incursioni documentarie di Avi Mograbi, è decisamente esplicativo. Riflette quello del suo film presentato nella sezione TFFDoc / Fuori concorso: The First 54 Years – An Abbreviated Manual for Military Occupation, e sottende il medesimo approccio: partire dalle immagini specifiche – nel caso della masterclass i lungometraggi Z32 (2008) e The First 54 Years, nel caso del film l’archivio di interviste dell’associazione Breaking the Silence – per ricavare nei rispettivi campi di pertinenza – la strategia militare e il cinema documentario – delle riflessioni più ampie e applicabili in contesti differenti.
Continua la lettura di AVI MOGRABI – MASTERCLASS / “THE FIRST 54 YEARS – AN ABBREVIATED MANUAL FOR MILITARY OCCUPATION”“THE DAY IS OVER” DI QI RUI
Al suo debutto cinematografico Qi Rui presenta in Concorso la toccante storia di Zhang Jiaxing (Li Yingchun), una bambina di dodici anni in fuga da un mondo opprimente e soffocante. La protagonista, infatti, vive in un villaggio estremamente povero nelle montagne della Cina e un giorno viene presa di mira dai suoi compagni di classe, perché erroneamente accusata di furto.
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Ispirato ai fatti realmente accaduti narrati nell’omonimo romanzo del 1884 di Enrico Costa , Il muto di Gallura è l’unico lungometraggio italiano in concorso al TFF 39. Nella Sardegna di metà Ottocento, una faida scoppia tra due famiglie galluresi innescando un conflitto che attraverso una catena di torti reciproci si protrae per diversi anni; in nome dell’antica e sacra legge del taglione, ben 70 persone vengono uccise, molte per mano di un ragazzo sordomuto, Bastiano Tarsu.
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“Somos malas, podemos ser peores” Siamo cattive, possiamo esserlo di più.
Le note di una tromba nel silenzio di una sala di registrazione sembrano presagire il boato di un terremoto. Così si apre il documentario di Dora Garcia, quasi celando – temporaneamente – la dirompenza dell’argomento che tratterà. È la musica, infatti, il germe di quest’opera, il cui titolo è la traduzione spagnola di “Wenn ich mir was wünschen dürfte”, una canzone del compositore tedesco Friedrich Holländer… se potessi desiderare qualcosa. Le delicate sessioni di registrazione si alternano alle intense immagini delle lotte del movimento femminista che da cinque anni travolgono Città del Messico. La delusione, la sofferenza inascoltata delle donne, si protraggono da così a lungo che la tristezza, la vulnerabilità derivata dall’abbandono, si sono trasformate in scudo e spada allo stesso tempo. Questo è ciò che la canzone comunica, riecheggiando per l’intera durata del film.
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Article by Davide Gravina
Translated by Valerio Copponi
Never-ending opening credits, accompanied by shots of race cars burning rubber and going around in endless circles open the first feature film by Philippe Grégoire, premiered in competition at TFF39. The film, without sacrificing its biting humour, recounts a piece of Alexander Mastrogiuseppe’s life (Robert Naylor), a boy raised in Napierville, a remote and forgotten Canadian village, who leaves his birthplace to go work as a customs officer on the border between the US and Canada. Grégorie describes the same path which he has walked himself, going from living in his hometown to working as a customs officer, to be able to pay for his film studies. Migration towards a different world is just one of many points of contact between the director’s life and the protagonist’s. Indeed, he focuses on the cultural background to which he is bound, thanks to the racetrack built by his grandparents in Napierville.
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Article by Cristian Cerruti
Translated by Francesca Luna Lombardo
“Why can’t a woman be named Luciano?”
Lucy Salani
C’è un soffio di vita soltanto, presented in the section “Fuori concorso / L’incanto del reale”, tells the story of Luciano Salani, the oldest living transsexual in Italy, whose existence was marked by survival in the Dachau concentration camp. Starting from the idea of making a documentary on the story of a survivor, Botrugno and Coluccini find themselves faced with a character who goes far beyond any possible categorisation. Lucy is fluid, multifaceted, alien. A fluidity that emerges right from her choice to keep her first name: Luciano. The proposal to officially change her name to a feminine one, made several times to Lucy, has always received a negative answer. The name is not seen as a label to define her gender, but represents the memory of her parents, a memory that forges Lucy Salani’s personality.
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«Se sopravvivo, vi uccido tutti» . Bull (Neil Maskell), rivolto ai suoi nemici, che un tempo erano la sua famiglia, pronuncia queste parole che sembrano costituire il banale prologo per un classico revenge movie. Il regista britannico, però, stupisce il pubblico del TFF39 e presenta una straordinaria opera che ha la sua essenza non nell’insperato e disperato bisogno di vendetta, ma in una spietata ricerca di salvezza.
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Grazie al perfetto restauro del Centro Sperimentale di Cinematografia, particolarmente attento a curare le tracce sonore (fondamentali per il senso del film), e alla presentazione nella sezione “Back to Life” del TFF39, il pubblico torinese ha potuto vedere, molto probabilmente per la prima volta, Number One di Gianni Buffardi (1973). L’opera, nonostante faccia della confusione il suo marchio distintivo e la sua ragion d’essere, è pervasa da una lucida follia e da una chiarezza d’intenti spesso sconosciuta ai “poliziotteschi” che in quel periodo inondavano i cinema italiani.
Continua la lettura di “NUMBER ONE” DI GIANNI BUFFARDI“QUATTORDICI GIORNI” DI IVAN COTRONEO
Presentato fuori concorso al TFF39, Quattordici giorni è il quarto lungometraggio di Ivan Cotroneo, affermato autore televisivo e sceneggiatore italiano che firma l’adattamento di un suo omonimo romanzo del 2020, scritto a quattro mani con Monica Rametta, co-sceneggiatrice anche di questa trasposizione.
Continua la lettura di “QUATTORDICI GIORNI” DI IVAN COTRONEO“RAGING FIRE” BY BENNY CHAN
Article by Sara Longo
Translated by Mattia Prelle
The incorruptible agent Cheung Sung-bong (Donnie Yen) and his former partner Yau Kong-nao (Nicholas Tse) portray two faces of the same coin: facing each other is more or less like watching your own reflection through an opaque glass without recognizing yourself. Their destinies, indissolubly interwoven, could have switched, if they would have made different choices a long time ago. But now that the past is knocking at their door the time has come at last to settle the score.
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Article by Marco Ghironi
Translated by Elèna Bellino
The radiant lightheartedness of youth in 1940s France, scourged by anti-Semitic laws. “Une jeune fille qui va bien” is the debut full-length movie by Sandrine Kiberlain, presented in May during la Semaine de la Critique in Cannes and in competition at the Torino Film Festival 39.
Continua la lettura di “UNE JEUNE FILLE QUI VA BIEN” BY SANDRINE KIBERLAIN“BIPOLAR” BY QUEENA LI
Article by Niccolò Buttigliero
Translated by Lorenzo Papa and Elena Soldà
Bipolar inaugurates the new section of the Torino Film Festival called “Incubator”, a new space dedicated to idiosyncratic gazes, to what cannot be pigeonholed. A feverish creative buzz that Queena Li perfectly conveys in her movie.
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