LUNGA VITA A ERMANNO OLMI

È iniziata nel primo pomeriggio di mercoledì 28 e si è conclusa in tarda serata la retrospettiva dedicata dal Torino Film Festival a Ermanno Olmi, un’occasione non solo per ricordare il regista scomparso lo scorso maggio, ma soprattutto per festeggiarlo, come ha tenuto a precisare la figlia Betta Olmi presente per l’occasione. Insieme a lei il fratello Fabio Olmi, Maurizio Zaccaro, Cecilia Valmarana, Mario Brenta, Giacomo Campiotti e Gianluca Della Cappa.  Un flusso continuo, come lo ha definito in apertura la direttrice Emanuela Martini, pensato come tentativo di dare una fisionomia di quello che è stato Olmi, grande regista ma anche grande uomo, anticipatore e poeta. Continua la lettura di LUNGA VITA A ERMANNO OLMI

“DRIVE ME HOME” BY SIMONE CATANIA

Article by: Tommaso Dufour

Translation by: Gianmarco Caniglia

One man from Caserta and the other from Rome: a few months ago, they did not know each other, but they have more than a few things in common. Marco D’Amore and Vinicio Marchioni are two talented actors with a solid experience. They have common theatrical backgrounds and frequent movie appearances, in addition to being well established among the public of the TV series made by the same director, Stefano Sollima, who “launched” the former with Romanzo Criminale (2008-2010) and the latter with Gomorra (2014 – ongoing). Today they are in Turin to present the first work of a young director, Simone Catania, a producer of documentary films who committed the two actors to a road movie that is touring Italy and Europe. Continua la lettura di “DRIVE ME HOME” BY SIMONE CATANIA

“DRIVE ME HOME” DI SIMONE CATANIA

Un casertano e un romano: fino a qualche mese fa non si conoscevano, ma non sono poche le cose che hanno in comune. Marco D’Amore e Vinicio Marchioni sono due attori di talento e di consolidata esperienza. Condividono la formazione teatrale e l’abituale frequentazione del cinema, oltre all’affermazione presso il pubblico delle serie tv ad opera dello stesso regista, Stefano Sollima, che ha “lanciato” il primo con Romanzo Criminale (2008-2010) e il secondo con Gomorra (2014- in corso). Oggi si trovano a Torino per presentare l’opera prima di un giovane regista, Simone Catania, produttore di documentari che ha impegnato i due attori in un road movie che attraversa l’Italia e l’Europa. Continua la lettura di “DRIVE ME HOME” DI SIMONE CATANIA

“UNTHINKABLE” DI CRAZY PICTURES

Il pregio di Unthinkable, blockbuster a basso costo ambientato nella Svezia contemporanea, prodotto dal collettivo Crazy Pictures con un finanziamento di soli 1,8 milioni di euro – di cui la metà raccolti in crowdfunding -, sta proprio nella resa spettacolare nonostante la scarsità di mezzi. Peccato che la grande padronanza tecnica non possa correggere le incongruenze di una sceneggiatura difettosa e a tratti involontariamente grottesca. Continua la lettura di “UNTHINKABLE” DI CRAZY PICTURES

“UNFORGETTABLES”, LA SEZIONE DI PUPI AVATI

“Quando stamattina mio fratello mi ha chiamato per dirmi di Bernardo, mi è mancato il fiato. Sapevo che stava immaginando di tornare a fare cinema. Questo sogno non si è realizzato”. A parlare è un commosso Pupi Avati, guest director del Torino Film Festival: “Il suo fisico non gli ubbidiva più ma la sua mente e la sua straordinaria progettualità non risentivano della malattia”.

Il ricordo del compianto Bernardo Bertolucci non poteva non aprire la seconda giornata dedicata a Unforgettables, retrospettiva dedicata ad alcune delle più tormentate vite degli eroi della musica. E nessuno meglio di Avati, grande ascoltatore di jazz e classica ma soprattutto clarinettista, poteva essere in grado di raccontare l’intimo rapporto che lega il cinema e la musica.

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“LA DISPARITION DES LUCIOLES” BY SÉBASTIEN PILOTE

Article by: Fulvio Melito

Translation by: Cinzia Angelini

Sébastien Pilote presents a film that moves between lights and shadows, and socio-economic issues. The key to interpret the film and its characters is to be found precisely in the title, La disparition des lucioles: as communicated by the radio announcer, it seems that the fireflies have become extinct for unclear reasons but, certainly, because of mankind. They are small lights in the dark which transform the disquieting into something romantic, just like the protagonist, who lives in a city afflicted by the lack of work and closed in a generational immobility.

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“LA DISPARITION DES LUCIOLES” di Sébastien Pilote

Sébastien Pilote presenta un film che si muove fra luci e ombre, e tra temi di carattere socio-economico. Proprio nel titolo, La disparition des lucioles, si trova la chiave per interpretare l’opera e i suoi personaggi: le lucciole, come comunica lo speaker radiofonico, sembrano essersi estinte per motivi poco chiari, ma certamente per colpa dell’uomo. Sono piccole luci nel buio che trasformano l’inquietante in romantico, proprio come la protagonista, che vive in una città afflitta dalla mancanza di lavoro e chiusa in un’immobilità generazionale.

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“SEX STORY” DI CRISTINA COMENICINI E ROBERTO MORONI

“In un mondo in cui tutto sembra possibile, non riusciamo più a raccontarci”: con questa frase Cristina Comencini riassume il senso più profondo del documentario presentato da lei e Roberto Moroni a questa edizione del Festival.

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ITALIANA.CORTI – PROGRAMME 2

Article by: Alessia Durante

Translation by: Laura Facciolo

A red door. An elevator. We are inside. That’s how Anna Franceschini, the director of What Time Is Love, shows us into a weird and forsaken place. We are in Nuremberg, and it soon becomes clear that we are in a building where toys are tested with the purpose of getting the suitability for the European Community. The images follow each other as fixed shots: a dancing panda, a saxophonist reindeer, a plastic tractor, an elephant puppet. They are suffering many tortures, because even objects can be subjected to violence.  Continua la lettura di ITALIANA.CORTI – PROGRAMME 2

ITALIANA.CORTI – PROGRAMMA 2

Una porta rossa. Un ascensore. Noi dentro. È in questo modo che Anna Franceschini, autrice di What Time Is Love, ci fa entrare in un luogo strano e desolato. Siamo a Norimberga in un edificio dove, lo capiamo subito, vengono testati dei giocattoli. Lo scopo: quello di ottenere l’idoneità per entrare nella Comunità europea. Le  immagini, per lo più inquadrature fisse, si susseguono: un panda ballerino, una renna sassofonista, una trattore di plastica, un elefante di peluche subiscono quelle che sembrano vere e proprie torture, perché in fin dei conti, anche gli oggetti possono subire violenza. Continua la lettura di ITALIANA.CORTI – PROGRAMMA 2

“INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER

Salutato come il cineasta che ha contribuito a riportare in auge l’horror francese con Martyrs (2008)Pascal Laugier torna alla regia (e alla sceneggiatura) firmando un altro film decisamente perturbante. Rispetto al predecessore, esperimento coraggioso che ha incassato pareri molto contrastanti, Incident in a Ghostland è un film meno arduo e più saldamente ancorato alle convenzioni del genere, concedendosi un omaggio al maestro del genere Lovecraft. Continua la lettura di “INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER

“NERVOUS TRANSLATION” BY SHIREEN SENO

Article by: Beatrice Ceravolo

Translation by: Priscilla Valente

Shireen Seno’s second feature-length film is not the common coming of age. The director claims that she had the idea for it in a dream, and the relationship between real and oneiric and between interior and exterior represents the focus of the film. The audience witnesses a fundamental moment in Yael’s life, a shy child who spends her days alone waiting for her mother to come back home or listening to messages on tapes sent by her absent father. The main character’s obsessions, confusion and solitude are reproduced with the awareness of someone who experienced them and did not forget them. Seno told in a Q&A that much of herself has been poured into the character of Yael, both into her personality and into her experience of familiar expatriation. The growing  experience of the character in such a delicate moment of her life may echo something into every one of us.

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“NERVOUS TRANSLATION” di SHIREEN SENO

Il secondo lungometraggio di Shireen Seno è tutt’altro che il solito coming of age. La regista riferisce di aver avuto l’idea per il film in sogno, e proprio il rapporto tra reale e onirico e quello tra esterno ed interno sono al centro del film. Gli spettatori si trovano a seguire un momento fondamentale della vita di Yael, una bambina molto timida che passa le sue giornate sola ad attendere il ritorno della madre o ascoltando i messaggi in cassetta inviati dal padre lontano: le ossessioni, la confusione e la solitudine della protagonista vengono rappresentate con la consapevolezza di chi le ha vissute in prima persona e non le ha dimenticate: Seno ha infatti dichiarato al Q&A che molto di se stessa è stato riversato in Yael, sia caratterialmente che per le vicende di espatrio familiare, ma l’esperienza di crescita in un momento tanto delicato può risuonare certamente con tutti.

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“TEMPORADA” BY ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA

Article by: Fabrizio Spagna

Translation by: Emiliana Freiria

What clear shots this film has, and what natural colours, free from the aesthetical and lighting limitations that some works show. Temporada has a carioca soul, thanks to the vitality and the refinement that the viewer can feel and understand from the first images, while walking the boulevards on the hills of Contagem, a southern metropolis in Brasil, a huge and contradictory country.

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“TEMPORADA” DI ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA

Che belle immagini nitide, questo Temporada, e che colori sani, finalmente sciolti dai vincoli estetici e luministici che tanto cinema imbrigliano. Carioca, sì, nell’animo, con una vitalità e una leggerezza che fin dalle prime immagini si sente e si comprende, mentre si sale, sotto il sole, per i viali sui colli di Contagem, metropoli meridionale di quell’enorme stato contraddittorio che è oggi il Brasile. Continua la lettura di “TEMPORADA” DI ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA

“DEN SKYLDIGE/THE GUILTY” DI GUSTAV MÖLLER

Negli ultimi anni la Scandinavia e in particolare la Danimarca ci hanno abituati a un cinema di altissima qualità e a dimostrarlo è anche il fatto che film come Il Sospetto di Thomas Vinterberg e Land of Mine di Martin Zandvliet siano entrati nella cinquina dei candidati agli Oscar come Miglior Film Straniero. Citare questi film non è un caso perché The Guilty (in originale Den Skyldige), opera prima del giovane danese Gustav Möller, oltre a essere in concorso a Torino36 è anche la proposta della Danimarca per i prossimi premi Oscar.

Bisogna anche aggiungere che, come ha sottolineato la produttrice Lina Flint in conferenza stampa, “in Scandinavia c’è una generazione di cineasti cresciuti con il noir e che vuole contribuire con qualcosa di nuovo per il pubblico per elevare il genere”. Möller si inserisce proprio in questa ondata di noir di altissima qualità di scrittura e messa in scena, e lo fa con la forza di un’opera prima brillante e sicura di sé che non inciampa mai.

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“DEN SKYLDIGE/THE GUILTY” BY GUSTAV MÖLLER

Article by: Annagiulia Zoccarato

Translated by: Cecilia Facchin

Over the past few years, we have been used to see high-quality films coming from Scandinavia, and in particular Denmark. This is also proved by the fact that films such as The Hunt by Thomas Vinterberg and Land of Mine by Martin Zandvliet entered the top five Academy Awards nominees for Best Foreign Language Film. It is important to mention these films, because The Guilty (Den Skyldige in Danish), first work of young Danish director Gustav Möller, is both one of the nominees for the TFF36 contest and Denmark’s choice for the next Academy Awards.

It should be added, as pointed out by producer Lina Flint during the press conference, that “in Scandinavia there’s a generation of filmmakers who grew up with noir and wanted to offer something new to their audiences in order to promote this genre”. Möller belongs to this new wave of brilliantly written and staged noir, thanks to his brilliant and confident first work, that never ceases to impress.

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“ATLAS” BY DAVID NAWRATH

Article by: Tommaso Dufour

Translation by: Giulia Quercia

Family, interpersonal relationships, forgiveness and violence are just a few of the topics that we can find in David Nawrath’s first feature film. The German director, with the producer Britta Knoller, has presented his film at the TFF36 contest. Walter (Rainer Bock) is the protagonist’s name whom, employed by an entrepreneur colluded with mob, clearing evicted residents’ houses for a living; stoically resisting to trouble and being indifferent to the youngest colleagues’ brutality and aggressiveness, he lives alone, speaks as less as he can and sleeps on the floor of his apartment. Even if it seems like the external events don’t affect him directly, his life is going to change.

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“ATLAS” DI DAVID NAWRATH

Famiglia, rapporti interpersonali, perdono e violenza sono alcuni temi del primo lungometraggio a soggetto del regista tedesco David Nawrath che, insieme alla produttrice Britta Knoller, ha presentato il suo film in concorso per il TFF36. Walter (Rainer Bock) è il nome del protagonista che, alle dipendenze di un imprenditore colluso con la malavita, si guadagna da vivere sgomberando le case degli inquilini sfrattati; resistendo stoicamente alla fatica, mostrandosi impassibile alla brutalità e all’aggressività dei suoi colleghi più giovani, vive da solo, parla il meno possibile e dorme sul pavimento di casa. Nonostante appaia impermeabile agli eventi esterni, la sua vita sta per cambiare. Continua la lettura di “ATLAS” DI DAVID NAWRATH

“HOMO BOTANICUS” BY GUILLERMO QUINTERO

Article by: Andrea Bagnasco

Translation by: Cristiana Manni

The botanist Julio Betancur and his assistant Cristian Castro walk through the Colombian jungle collecting and cataloguing numerous plant species.

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Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino