In una Lisbona soffocata dalla crisi economica, gli operai di un fabbrica di ascensori si trovano a dover lottare contro la chiusura dello stabilimento. Dopo l’organizzazione di un’occupazione, il gruppo si ritrova solo con la fabbrica da gestire in autonomia, poiché i dirigenti spariti da un giorno all’altro. Cominciano così un periodo di completa inattività in cui gli operai in abiti da lavoro attendono vicino ai loro macchinari spenti che finisca il turno per poter tornare a casa.
Archivi categoria: Film
“A FÁBRICA DE NADA” by PEDRO PINHO
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Lucia Grosso
Translation by: Cristina Di Bona
In Lisbon, struggling with the economic crisis, the workers of an elevator factory have to fight the closing of the plant. They planned its occupation and ended up running a factory without managers, suddenly vanished. A period of inactivity begins. All workers wait for the end of their work shift, standing in front of machines off.
“LORELLO E BRUNELLO” by Jacopo Quadri
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Andrea Venuti
Translation by: Federica Franzosi
Pianetti di Sovana, in Maremma, Tuscany. The two wins Lorello and Brunello Biondi manage the family’s farm, and their days are marked by hard work. Farming life is a far cry from the urban reality, in which work shifts and holidays do not exist. It is a life of sacrifice, threatened by the menacing global market.
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“LORELLO E BRUNELLO” di Jacopo Quadri
Pianetti di Sovana, Maremma Toscana. I gemelli Lorello e Brunello Biondi gestiscono la fattoria di famiglia, e le loro giornate sono scandite dal duro lavoro; la vita contadina è lontana anni luce dalla realtà urbana, in cui turni e ferie non esistono; è una vita di sacrifici su cui incombe minaccioso il mercato globale. Continua la lettura di “LORELLO E BRUNELLO” di Jacopo Quadri
“Dark River” by Clio Barnard
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Ottavia Isaia
Translation by: Emanuela Ismail
Clio Barnard writes and directs Dark River, a movie about past traumas never expelled that haunt Alice (Ruth Wilson) when she returns to the family farm after fifteen years of absence and the recent lost of her father, Richard. To (not) welcome her there is her brother Joe (Mark Stanley), who makes immediately clear he has not forgiven her for not coming back home earlier despite the constant requests of the head of the family; both of them, for different reasons, aim to obtain the rent of the land, but their projects for the farm seem incompatible.
“Dark River” di Clio Barnard
Clio Barnard scrive e dirige Dark River, un film su traumi del passato mai esorcizzati che tormentano Alice (Ruth Wilson) nel momento del ritorno alla fattoria di famiglia dopo quindici anni di assenza e la recente morte del padre Richard. Qui a (non) accoglierla c’è il fratello Joe (Mark Stanley), che mette in chiaro da subito di non averla perdonata per non essere tornata prima nonostante le continue richieste del capofamiglia; entrambi, per ragioni diverse, puntano ad ottenere l’affitto della terra e i loro progetti per la fattoria sembrano inconciliabili.
“Chronicles of the Time of Troubles” by Vladymir Eysner
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Elio Sacchi
Translation by: Emanuela Ismail
Chronicles of the Time of Troubles portrays the confusing and troubled period of the transition from URSS to Russia, from 1989 to 1991. The perestrojka is considered a tragic and complex time, made of deep changes that rock the society. The documentary of the Russian director Vladymir Eysner, investigates the social developments that made this era so difficult, without defining the tragic events that led to the fall of the Berlin’s Wall and the dissolution of URSS.
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“Chronicles of the Time of Troubles” di Vladymir Eysner
Chronicles of the Time of Troubles ritrae il periodo confuso e travagliato del passaggio dall’URSS alla Russia, dal 1989 al 1991. La perestrojka rappresenta un’epoca tragica e complessa, di profondi cambiamenti che sconvolgono la società. Il documentario del regista russo Vladymir Eysner, senza delineare i tragici avvenimenti che portano dalla caduta del muro di Berlino fino alla dissoluzione dell’URSS, indaga i processi sociali che rendono quest’epoca così difficile. Continua la lettura di “Chronicles of the Time of Troubles” di Vladymir Eysner
“Kiss and Cry” by Chloé Mahieu and Lila Pinell
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Gianmarco Perrone
Translation by: Cristina Di Bona
Kiss and Cry, the second work of Chloé Mahieu and Lila Pinell balances reality and fiction. It is a fiction film, the evolution of one of their previous projects: the documentary Boucle piqué, a 2012 medium- length film about a group of ice skaters and their coach, during a summer stage.
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“Kiss and Cry” di Chloé Mahieu e Lila Pinell
Si destreggia sapientemente tra realtà e finzione l’opera seconda di Chloé Mahieu e Lila Pinell selezionata in concorso: Kiss and Cry, infatti, è un film di fiction che sorge da un precedente progetto documentario delle stesse registe. Si tratta di Boucle piqué, mediometraggio uscito nel 2012 che attraverso l’occhio di Chloé e Lila mostrava la realtà di un gruppo di piccole pattinatrici e del loro allenatore durante uno stage estivo.
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“For Now” by Herman Asselberghs and “Le rêve de Nikolay” by Maria Karaguiozova
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Dario Grande
Translation by: Valeria Alfieri
Shown together in the “TFFdoc” section of the festival, For Now and Le rêve de Nikolay are two documentaries that – even though they are very different – share the theme of personal dreams and their way of coming true.
“For Now” di Herman Asselberghs e “Le rêve de Nikolay” di Maria Karaguiozova
Proiettati insieme nella sezione “TFFdoc” del Festival, For Now e Le rêve di Nikolay sono due documentari che, seppur molto diversi tra loro, condividono il tema dei sogni personali e della loro realizzazione. Continua la lettura di “For Now” di Herman Asselberghs e “Le rêve de Nikolay” di Maria Karaguiozova
“Al massimo ribasso” by Riccardo Iacopino
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Erika Milani
Translation by: Valeria Tutino
Diego has a secret, that scars him like a curse and that he cannot accept: he works with the perpetrators, but lives among the victims. He steals trade secrets, through which mafia-companies win public contract tendering. It’s the understory of the plots between corruption and mob, but when Diego falls in love with Anita, he will have to make a choice.
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“Al massimo ribasso” di Riccardo Iacopino
Diego ha un segreto che lo segna come una maledizione e che non riesce ad accettare: lavora con i carnefici, ma vive in mezzo alle vittime. Carpisce segreti industriali grazie ai quali aziende mafiose vincono gare di appalto pubbliche. È il sottobosco degli intrecci tra corruzione e malavita, ma quando si innamora di Anita è costretto a fare una scelta.
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“I Used to Sleep on the Rooftop” by Angie Obeid
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Vanessa Mangiavacca
Translation by: Federica Franzosi
I Used to Sleep on the Rooftop is the first feature film by Angie Obeid, a young director from Lebanon. It is a deep piece of work on many levels: the movie camera moves indiscreetly inside the director’s own apartment (and it stays there during the whole movie), while she herself tells the audience Nuhad’s story. Nuhad lives in Damascus with her husband and their two sons (one of which is Angie’s friend). The sudden start of a war forces the woman to re-evaluate her life and to decide to leave.
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“I Used to Sleep on the Rooftop” di Angie Obeid
I Used to Sleep on the Rooftop è il primo lungometraggio realizzato da Angie Obeid, giovane regista di origine libanese. Un lavoro intimo su più livelli: la macchina da presa si muove indiscreta tra le mura dell’appartamento della stessa regista (e lì rimane per tutta la durata del film), la quale racconta attraverso i suoi occhi la storia di Nuhad. Nuhad vive a Damasco con il marito e due figli (uno dei quali amico di Angie): lo scoppio della guerra porta la donna a rivalutare la propria vita e prendere una scelta, quella di partire. Continua la lettura di “I Used to Sleep on the Rooftop” di Angie Obeid
“Wind River” by Taylor Sheridan
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Fabio Ferrari
Translation by: Laura Cocco
An Indian girl has been found dead in the reserve of Wind River, in Wyoming. She is discovered by Cory Lambert (Jeremy Renner), a skilled hunter who carries a deep grief. The case is assigned to Jane Banner (Elisabeth Olsen), young and inexperienced FBI agent. The two decide to join forces in this investigation, that, from the start, will be difficult and will lead to shocking revelations.
“Wind River” di Taylor Sheridan
Una ragazza indiana viene trovata morta nella riserva di Wind River, nel Wyoming. A scoprirla Cory Lambert (Jeremy Renner), abile cacciatore con un grave lutto alle spalle. Il caso viene affidato a Jane Banner (Elisabeth Olsen), giovane e inesperta agente dell’FBI. I due decidono di collaborare nell’indagine, che si dimostra fin da subito difficile e porterà a rivelazioni sconvolgenti. Continua la lettura di “Wind River” di Taylor Sheridan
“THEY” by Anahita Ghazvinizadeh
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Chiara Gioffrè
Translation by: Melissa Borgnino
They is (or better yet are, since they speak of themselves in the plural form) J, a fourteen-year-old who is not yet sure about their gender identity and who chose to stop, through medical procedures, their body’s development, in order to take some time before deciding if they should keep on living in a male body or start a transition process.
“THEY” di Anahita Ghazvinizadeh
They è (anzi, sono, perché parla di sé al plurale) J, quattordicenne che non ha ancora definito la propria identità di genere e ha deciso di bloccare, con l’aiuto della medicina, lo sviluppo del suo corpo per concedersi un po’ di tempo prima di decidere se continuare a vivere in un corpo maschile o iniziare il processo di transizione.