Archivi categoria: Torino Film Festival

“Triangle” di Costanza Quatriglio

Triangle è il nome della fabbrica tessile che prese fuoco nel 1911 a New York nella quale morirono 146 persone, quasi tutte donne.
Il 3 ottobre 2011 a Barletta è crollata un palazzina all’interno della quale lavoravano, in nero, numerose operaie tessili di cui 5 hanno perso la vita. Continua la lettura di “Triangle” di Costanza Quatriglio

“Togliatti(grad)” di Federico Schiavi e Gian Piero Palombini

L’orgoglio italiano riemerge in Togliatti(grad)

Alla fine degli anni Sessanta nella Russia europea venne fondata la città industriale di Togliatti, dove sarebbe sorta un enorme stabilimento della Fiat. Questo viene raccontato nel documentario Togliatti(grad), di Federico Schiavi e Gian Piero Palombini. Continua la lettura di “Togliatti(grad)” di Federico Schiavi e Gian Piero Palombini

“La scuola d’estate” di Jacopo Quadri

Jacopo Quadri, diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia e collaboratore di registi come Mario Martone (è stato il montatore de Il giovane favoloso) e Francesca Archibugi, rende omaggio ad uno dei ‘pilastri’ del teatro italiano, Luca Ronconi, con un documentario sul laboratorio del Centro Teatrale Santacristina a Gubbio, dove da qualche anno si riuniscono giovani diplomati dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico per confrontarsi con il Maestro. Continua la lettura di “La scuola d’estate” di Jacopo Quadri

“The Big Fix” di Jeremy Kagan

Strizzando l’occhio al ’68, il giallo si tinge di commedia

Moses Wine (Richard Dreyfuss) è un detective privato che vive alla giornata. Nel ’68 era un giovane attivista a Berkeley, ma i sogni hanno lasciato spazio al disincanto. Viene assunto da una sua vecchia fiamma (Susan Anspach) per risolvere un caso di spionaggio elettorale nei confronti di un politico californiano; ma la faccenda è ben più pericolosa di quanto si immagini… Continua la lettura di “The Big Fix” di Jeremy Kagan

“Nova Dubai” di Gustavo Vinagre

“L’unica donna che mi abbia mai eccitato è mia nonna”- Erezioni paesaggistiche deturpanti della Nova Dubai

Nova Dubai è l’appellativo che gli abitanti di São José dos Campos, in Brasile, hanno attribuito ad un complesso di grattacieli in costruzione. Il regista Gustavo Vinagre, ritornato nel quartiere Jardim Alvorada della città brasiliana dopo essere rimasto per quattro anni all’estero, si ritrova davanti ad un paesaggio completamente diverso da quello precedente. Decide allora di fare un documentario per ricostruire lo spazio dei ricordi deturpati dalla speculazione edilizia e per riappropriarsene. Continua la lettura di “Nova Dubai” di Gustavo Vinagre

“Memorie – In viaggio verso Auschwitz” di Danilo Monte

Danilo, regista e protagonista, in occasione del 30° compleanno del fratello Roberto, appassionato di Seconda Guerra Mondiale, decide di regalargli un viaggio per un posto in cui sarebbe sempre voluto andare: Auschwitz. Un viaggio di riconciliazione tra i due fratelli, il cui rapporto si è rotto nel momento in cui Roberto ha intrapreso la strada della tossicodipendenza e dell’alcolismo, passando tra carceri, comunità e reparti psichiatrici.

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“One Cut, One Life” di Lucia Small

Lucia Small ritorna al Torino Film Festival a sette anni da The Axe in the Attic senza la compagnia del noto collaboratore Ed Pincus venuto a mancare il 5 Novembre dello scorso anno. In fondo però è come se Pincus fosse stato con noi in sala. Il documentario infatti è una carrellata di immagini, di esperienze e di pillole di saggezza dell’uomo e della sua malattia terminale.  L’ultima pagina del suo Diaries 1971-1976. Continua la lettura di “One Cut, One Life” di Lucia Small

Quattro cortometraggi “In the Claws of Light”

In the Claws of Light è il titolo sotto il quale Davide Oberto ha raggruppato quattro film che compongono parte della sezione Italiana.corti. Un esplicito omaggio al cinema di Lino Brocka, regista filippino nonché uno dei massimi esponenti del cinema queer, scomparso prematuramente nel 1991 a causa di un incidente stradale. Continua la lettura di Quattro cortometraggi “In the Claws of Light”

“En chance til” (“A Second Chance”) di Susanne Bier

“Questo film parte dall’immagine di qualcuno che porta via un bambino da un luogo in cui non sta bene”.  È con queste parole che Susanne Bier (regista danese, vincitrice del premio Oscar nel 2011 per Un mondo migliore) presenta il suo ultimo film, A Second Chance, un’opera a metà tra dramma e thriller che vede nel ruolo di protagonista Nikolaj Coster-Waldau (Il Trono di Spade, Headhunters). Continua la lettura di “En chance til” (“A Second Chance”) di Susanne Bier

“Cold in July” di Jim Mickle

Chiunque abbia letto uno qualsiasi dei romanzi di Joe R. Lansdale avrà percepito fin da subito la capacità dello scrittore di rendere “cinematografici” i suoi racconti. I suoi libri sono come un grande drive in, luogo tanto caro a Lansdale, in cui il lettore diventa uno spettatore che sullo schermo può trovare qualsiasi cosa: l’horror, il western, il noir, la fantascienza, il tutto sapientemente combinato in grandi storie surreali da leggere/guardare sgranocchiando pop corn. Continua la lettura di “Cold in July” di Jim Mickle

“Infinitely Polar Bear” (“Teneramente folle”) di Maya Forbes

Mark Ruffalo commuove e diverte

Dimentichiamoci la famiglia perfetta, quella in cui un bambino cresce nel migliore dei modi, mamma e papà lavorano e nessuno soffre di qualche malattia. Entriamo nel mondo di Cam (Mark Ruffalo), un uomo, un padre e un marito a cui, dopo un forte esaurimento nervoso, viene diagnosticata una forma di psicosi maniaco-depressiva, ovvero un disturbo bipolare. L’anno è il 1978 è la famiglia Stuart deve fare i conti con questo problema. Maggie (Zoe Saldana), moglie di Cam, deve prendersi tutte le responsabilità, lavorare sodo e prendersi cura delle due bambine. Ma questo non basta. Continua la lettura di “Infinitely Polar Bear” (“Teneramente folle”) di Maya Forbes

“For Some Inexplicable Reason” di Gábor Reisz

 

La commedia ungherese che non ti aspetti

Aron (Áron Szentesi), ventinovenne di Budapest, è il protagonista di For Some Inexplicable Reason, lungometraggio d’esordio del regista ungherese Gàbor Reisz, in concorso al 32°TFF.

Il giovane, neolaureato in cinema, non ha un lavoro e non sembra nemmeno troppo interessato a trovarne uno. Anzi, trascorre le giornate a struggersi per una recente storia d’amore miseramente fallita  e a fantasticare di morire così, accasciandosi improvvisamente sul ciglio della strada, sull’autobus, nei luoghi e nelle situazioni più impensabili. Ha due genitori forse troppo oppressivi (ma non senza ragione) e un gruppo di amici fedelissimi con cui condivide grandi bevute, tutti con una carriera o con dei figli.

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“P’tit Quinquin” di Bruno Dumont

 

 

La serie tv che sembra un film

ARTE ha lasciato carta bianca al regista Bruno Dumont per realizzare questa mini serie TV. Alla serie hanno dedicato alcune pagine i Cahiers du Cinéma dello scorso settembre: nell’editoriale Stéphane Delorne ha presentato P’tit Quinquin come una “bomba” e vede nella serie un gesto radicale. I Cahiers la considerano la produzione più pazza che sia stata realizzata da molto tempo. Continua la lettura di “P’tit Quinquin” di Bruno Dumont

“The Sugarland Express” (“Sugarland Express”) di Steven Spielberg

In fuga per l’America per ritrovare noi stessi

Nel 1974, due anni dopo l’inaspettato successo di Duel, il giovane Spielberg porta sugli schermi uno dei suoi film più intimisti e sottovalutati. The Sugarland Express non è infatti solo un film on the road come tante se ne producevano all’epoca, ma è un viaggio attraverso l’amore per l’America e per il Cinema. Continua la lettura di “The Sugarland Express” (“Sugarland Express”) di Steven Spielberg

PREMIO MARIA ADRIANA PROLO 2014 A BRUNO BOZZETTO

La profondità nell’essenzialità

Vedere in una stessa sede Bruno Bozzetto e Piero Angela è un’emozione riservata a pochi. La sera del 27 novembre questo privilegio è stato concesso solo ai fortunati che sono riusciti a mettersi in coda in tempo, data la moltitudine di persone accorse in occasione dell’evento e la ristrettezza della sala Massimo 2.

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“Anuncian sismos” (“Announce Erathquakes”) di Rocio Caliri e Melina Marcow

Breve invito al suicidio

Avete presente un Manet dipinto dai carcerati? Ecco questo è Anuncian Sismos, opera prima di Rocio Caliri e Melina Marcow, giovanissime registe argentine. Il film, prodotto dalla Hulot Cine, è ispirato ad una storia vera. Una città del Nord dell’Argentina è colpita da numerosi suicidi giovanili; decide quindi di prendere precauzioni e studiare una strategia per risolvere il problema. Continua la lettura di “Anuncian sismos” (“Announce Erathquakes”) di Rocio Caliri e Melina Marcow

“Actress: Diary of a Mad Housewife” di Robert Green

 

Dopo aver interpretato per anni il ruolo di Theresa D’Agostino nella serie targata HBO The Wire , l’attrice Brandy Burre decide di abbandonare la carriera di attrice per dedicarsi a suoi due figli e al compagno Tim Reinke. Trasferitasi a Bancon, periferia di New York, Brandy si trova immersa in un mondo che la coglie del tutto impreparata; pannolini, bollette e pasti da cucinare sembrano non far per lei. Continua la lettura di “Actress: Diary of a Mad Housewife” di Robert Green

“Life After Beth” di Jeff Baena

C’era una volta a Zombieland…

Rampollo della middle class residente nel facoltoso quartiere di Brian Grove, Zachary Orfman (Dane DeeHan) perde l’amata fidanzatina Bethany (Aubrey Plaza) in seguito al morso di un serpente velenoso. Seguono elaborazione del lutto, chiacchiere sui budini che la ragazza mangiava da piccola, partite a scacchi fino alle tre di mattina con i genitori di lei Maury (John C. Reilly) e Geenie (Molly Shannon) che cercano di mantenere in vita il ricordo di Beth. Questa non tarda a farsi viva, come se niente fosse accaduto, come se si fosse trattato di uno scherzo di cattivo gusto. Continua la lettura di “Life After Beth” di Jeff Baena

“Whe Are What We Are” di Jim Mickle

Quello che ci fa paura di più

Chi ha detto che un remake è un film inferiore rispetto all’originale? Certamente se il nuovo prodotto non contiene nulla di più – se non addirittura meno – di quanto c’era nell’originale, allora la risposta non è altro che un “doppione”.  Molte recenti operazioni di questo tipo ne sono la prova (Carrie di Kimberly Pierce, per fare un esempio). Ma se invece si parte dal prodotto originale come idea iniziale e poi si decide di prendere una strada completamente differente lavorando su elementi nuovi, allora si può realizzare qualcosa di più: si pensi a The Departed – Il bene e il male di Martin Scorsese in rapporto con Infernal Affairs di Andrew Lau. Sono due prodotti completamente autonomi.  Continua la lettura di “Whe Are What We Are” di Jim Mickle