“BREEDER” BY JENS DAHL

Article by Giacomo Bona

Translated by Nadia Tordera

In a former sugar factory that has been converted into laboratories for experimenting therapies capable of stopping aging, Dr. Ruben (Signe Egholm Olsen) conducts her experiments, financially supported by Thomas (Anders Heinrichsen). The theories of the doctor, specifically a veterinarian, allow her to soon find an effective cure only for men. However, therapy for women is not so immediate and requires additional research, which is performed on human guinea pigs – including Mia (Sara Hjort Ditlevsen), Thomas’s wife – who are kidnapped by Ruben’s two male assistants, the Dog and the Pig.

Continua la lettura di “BREEDER” BY JENS DAHL

“BREEDER” di JENS DAHL

In un’ex fabbrica di zucchero riadattata a laboratorio per la sperimentazione di terapie in grado di fermare l’invecchiamento, la dottoressa Ruben (Signe Egholm Olsen) conduce i suoi esperimenti, supportata finanziariamente da Thomas (Anders Heinrichsen). Le teorie della dottoressa, nello specifico una veterinaria, le consentono di trovare presto una cura efficace solo per gli uomini. La terapia per le donne, invece, non è così immediata e richiede ricerche supplementari, che vengono eseguite su cavie – tra le quali anche Mia (Sara Hjort Ditlevsen), moglie di Thomas – che vengono rapite dai due assistenti uomini di Ruben, il Cane e il Maiale.

Continua la lettura di “BREEDER” di JENS DAHL

MASTERCLASS. “SPEDIZIONE TORINESE” CON ALEKSANDR SOKUROV E I SUOI ALLIEVI

La seconda Masterclass del 38° Torino Film Festival si è svolta domenica 22 novembre e ha ospitato il regista Aleksandr Sokurov e i suoi allievi dell’Università Statale di San Pietroburgo. Come precisato da Alena Shumakova, curatrice dell’incontro, il maestro Sokurov non ha bisogno di molte presentazioni: autore di documentari, elegie e film innovativi (fra i tanti, Arca russa, 2002), è uno dei più importanti registi russi. In questa sede, comunque, Sokurov ha preferito dare rilievo alla sua attività didattica, lasciando spazio al dialogo tra i suoi studenti e quelli dell’Università e del Politecnico di Torino. Questi ultimi, infatti, hanno potuto visionare in anteprima Il tempo degli inizi (2020), l’insieme di cortometraggi realizzati dagli allievi russi. In merito a queste opere, il maestro ha precisato che nel suo percorso di docente cerca sempre di non influenzare gli studenti con la sua personale visione di cinema; ogni studente presenta caratteristiche e influenze diverse, che vanno coltivate e preservate. Gli studenti a loro volta hanno confermato questo modus operandi: il maestro apre orizzonti di possibilità, senza mostrare esempi concreti. 

Continua la lettura di MASTERCLASS. “SPEDIZIONE TORINESE” CON ALEKSANDR SOKUROV E I SUOI ALLIEVI

“THE LAST HILLBILLY” BY DIANE SARA BOUZGARROU AND THOMAS JENKOE

Article by Roberto Guida

Translated by Paola Macchiarella

In the heart of the Appalachian Mountains, at an altitude of about three hundred meters, there is Talcum, a small, independent village. Brian Ritchie and his family have been living for decades here, where there used to be mines. They have seen the development of economic decline, environmental decay and social violence. Local people are called hillbillies, which means yokels, rednecks, a name that has become their identity. Among them, there’s Brian himself, who lives trapped between a mythical past and a future with no perspectives. He is one of the last witnesses of an endangered world, which serves as the inspiration for this poetry.

Continua la lettura di “THE LAST HILLBILLY” BY DIANE SARA BOUZGARROU AND THOMAS JENKOE

“THE LAST HILLBILLY” DI DIANE SARA BOUZGARROU E THOMAS JENKOE

Nel cuore degli Appalachi, a circa trecento metro di altezza sorge Talcum, un piccolo insediamento indipendente dall’amministrazione locale. Brian Ritchie e la sua famiglia vivono da decenni in questa zona, un tempo terra di miniere. Hanno visto svilupparsi un mix esplosivo di declino economico, disastro ecologico e violenza sociale. Li chiamano hillbillies, cioè bifolchi, zotici montanari, un insulto diventato per molti un segno identitario. Tra questi lo stesso Brian, che vive intrappolato tra un passato mitico e un futuro senza prospettive. È uno degli ultimi testimoni di un mondo in estinzione che, proprio per questo, ispira la sua poesia.

Continua la lettura di “THE LAST HILLBILLY” DI DIANE SARA BOUZGARROU E THOMAS JENKOE

ITALIANA.CORTI

Article by Andrea Bruno

Translated by Nadia Tordera

Divided into two separate programs of about one hour each, there are eight films that make up the competitive ITALIANA.CORTI section of the 38th Torino Film Festival. The variety of gazes is remarkable but perhaps there is a common thread that unites them and that must be sought in the attention that almost all directors turn to intimate and everyday stories, often able to rise, sometimes unexpectedly, towards the territories of epic. Above all they share a lively linguistic research which usually uses archival material, found footage, Super 8, or collage in the almost desperate experimentation of new expressive solutions.

Continua la lettura di ITALIANA.CORTI

ITALIANA.CORTI

Ripartiti in due programmi distinti di circa un’ora ciascuno, sono otto i film che compongono la sezione competitiva ITALIANA.CORTI del 38° Torino Film Festival. La varietà di sguardi è notevole, ma forse c’è un filo rosso che li unisce e che va ricercato nell’attenzione che quasi tutti i registi rivolgono a storie intime e quotidiane, spesso capaci di elevarsi, talora inaspettatamente, verso i territori dell’epica. Soprattutto, li accomuna una vivace ricerca linguistica, che nella sperimentazione quasi disperata di nuove soluzioni espressive ricorre in molti casi al materiale d’archivio, al found footage, al Super 8, al collage.

Continua la lettura di ITALIANA.CORTI

“CAMP DE MACI” by EUGEN JEBELEANU

Article by Carola Capello

Translated by Paola Macchiarella

First work of the director Eugen Jebeleanu, Camp de Maci is inspired by a real event happened in 2013 in Bucarest, when a group of homophobic demonstrators interrupted some LGBTQ+ film screenings.

Continua la lettura di “CAMP DE MACI” by EUGEN JEBELEANU

“CAMP DE MACI” DI EUGEN JEBELEANU

Diretto da Eugen Jebeleanu (al suo esordio cinematografico), Camp de Maci prende ispirazione da un evento realmente accaduto a Bucarest, nel 2013, quando alcune proiezioni di film LGBTQ+ vennero interrotte da gruppi di manifestanti omofobi.

Continua la lettura di “CAMP DE MACI” DI EUGEN JEBELEANU

“CLEANERS” By GLENN BARIT

Article by Fabio Bertolotto

Translated by Nadia Tordera

The “cleaners” to which the title refers are a group of eight students from a strict Catholic school in the Philippines. They are defined in this way because they are the protagonists of four stories in which they are forced to respect obtuse educational rules that require them to be clean and correct at all costs. Cleaners also describes the pressures that young people experience from a world that is dirty and superficial.

Continua la lettura di “CLEANERS” By GLENN BARIT

“CLEANERS” DI GLENN BARIT

Gli “addetti alle pulizie”, a cui fa riferimento il titolo, sono un gruppo di otto studenti e studentesse di una rigida scuola cattolica delle Filippine. Vengono definiti così perché sono protagonisti di quattro vicende in cui sono costretti a rispettare ottuse regole educative che impongono di essere puliti e corretti a tutti i costi. Cleaners descrive anche le pressioni che i ragazzi subiscono da un mondo che invece è sporco e superficiale.

Continua la lettura di “CLEANERS” DI GLENN BARIT

“REGINA” BY ALESSANDRO GRANDE

Article by Marco Ghironi

Translated by Francesca Cozzitorto

Regina, the only Italian film in competition at the Turin Film Festival 2020, is Alessandro Grande’s first feature film.

The director’s long experience with the short film form explains the mastery of the story-telling in a more extended time, without ever losing the viewer’s attention. A whirlwind of music, glances, silences and lies converge in a real coming-of-age story. The protagonists are the young Regina (Ginevra Francesconi) and her father Luigi (Francesco Montanari), who are committed to helping his daughter fulfill the dream of becoming a singer in every possible way. He had the same dream but he had to give up on it after his wife passed away. However, everything changes when an unforeseen event disrupts their lives.

Continua la lettura di “REGINA” BY ALESSANDRO GRANDE

“REGINA” DI ALESSANDRO GRANDE

Regina, unico film italiano in concorso al Torino Film Festival 2020, è il primo lungometraggio di Alessandro Grande.

La grande esperienza del regista con la forma cortometraggio risuona nella maestria nel narrare una storia in un tempo più dilatato, senza perdere mai l’attenzione dello spettatore. Un turbinio di musica, sguardi, silenzi e bugie confluiscono in un vero e proprio racconto di formazione. Ad esserne protagonisti sono la giovane Regina (Ginevra Francesconi) e suo padre Luigi (Francesco Montanari), impegnato ad aiutare la figlia a coronare il sogno di diventare cantante con ogni possibile sotterfugio; stesso obiettivo che lui ha dovuto abbandonare dopo la morte della moglie. Tutto cambia però quando un evento imprevisto sconvolge le loro vite.

Continua la lettura di “REGINA” DI ALESSANDRO GRANDE

“AL LARGO” BY ANNA MARZIANO

Article by Francesco Dubini

Translated by Giulia Neirone

“A disorienting and extraordinary experience” that’s how Anna Marziano defines Al largo, her metamorphic and complex film, which combines philosophic research and cinematographic knowledge. The documentary wants to analyze the pain related to an illness, in a timeless context which connects the director’s personal experience and Nietzsche and Winnicott’s works.

Continua la lettura di “AL LARGO” BY ANNA MARZIANO

“AL LARGO” DI ANNA MARZIANO

“Un’esperienza straniante e fantasmagorica”: così Anna Marziano definisce il suo Al largo, film metamorfico e complesso, che unisce ricerca filosofica e sapienza cinematografica. Il documentario si propone di frequentare il dolore legato alla malattia, in un terreno d’indagine atemporale che mette in dialogo l’esperienza personale dell’autrice con la lettura di Nietzsche e Winnicott.

Continua la lettura di “AL LARGO” DI ANNA MARZIANO

“A RIFLE AND A BAG” BY CRISTINA HANES, ISABELLA RINALDI, ARYA ROTHE

Article by Alessandro Pomati

Translated by Nadia Tordera

Since the 1960s in the Indian jungle the militant Maoist group of Naxalites has operated in charge of protection (even violent) of the tribal minorities of the sub-continent. Since their foundation these armed groups have played the role of “public enemy nr.1”  for the country’s internal security.

However for the rebels who had surrendered, total amnesty and protection from retaliation by former militant comrades, were always guaranteed within well-protected communities. And A Rifle and a Bag, the first work of the collective “NoCut Film” formed by Cristina Haneş, Isabella Rinaldi and Arya Rothe, is about one of these realities of “refugees”.

Continua la lettura di “A RIFLE AND A BAG” BY CRISTINA HANES, ISABELLA RINALDI, ARYA ROTHE

“A RIFLE AND A BAG” DI CRISTINA HANES, ISABELLA RINALDI, ARYA ROTHE

Nella jungla indiana, a partire dagli anni Sessanta, opera il gruppo maoista militante dei naxaliti, preposto alla tutela (anche violenta) delle minoranze tribali del sub-continente. Dalla loro fondazione, questi gruppi armati hanno rivestito il ruolo di “nemico pubblico n.1” per la sicurezza interna del Paese.

Per i ribelli che si fossero arresi sono però sempre state garantite la totale amnistia e la protezione dalle ritorsioni dagli ex compagni di militanza, all’interno di comunità ben salvaguardate. Ed è su una di queste realtà di “rifugiati” che si concentra A Rifle and a Bag, opera prima del collettivo “NoCut Film”, formato da Cristina Haneş, Isabella Rinaldi e Arya Rothe.

Continua la lettura di “A RIFLE AND A BAG” DI CRISTINA HANES, ISABELLA RINALDI, ARYA ROTHE

“FRIED BARRY” By RYAN KRUGER

Article by Noemi Castelvetro

Translated by Paola Macchiarella

Specialized film critics were caught rather off guard, because cinema has experienced a change when it comes to the ways it is exploited. On the other hand, new perspectives emerged in terms of film discourse and instruments to understand it. It is especially evidentin films like this one, in which the stated intent is to tell a certain audience to beat it. That being said, it is very difficult to examine Fried Barry without distorting it, but it is also unnecessary to dissect it in order to extract an additional critical consideration, which would be “too much of a good thing”.

Continua la lettura di “FRIED BARRY” By RYAN KRUGER

“FRIED BARRY” DI RYAN KRUGER

Se la critica cinematografica specializzata si è trovata a tratti spiazzata per il cambiamento nelle forme e nelle modalità di fruizione del cinema, al contempo si sono delineate nuove prospettive di collocazione rispetto alla sfera discorsiva del film e degli strumenti per approcciarla. Soprattutto se nel film in questione, come in questo caso, campeggia la voglia di mandare a quel paese un certo tipo di pubblico. Premessa fatta, è complesso cercare di approfondire Fried Barry senza snaturarlo, come non è indispensabile setacciarlo per estrapolare quella riflessione critica in più che “stroppierebbe il troppo”. 

Continua la lettura di “FRIED BARRY” DI RYAN KRUGER

“EYIMOFE” By ARIE E CHUKO ESIRI

Article by Angelo Elia

Translated by Carmen Tucci

Eyimofe (This is my desire), first feature film by Arie and Chuko Esiri  (two brothers) is, like we can guess from the title, a movie about desire. The two protagonists, Mofe and Rosa, want to leave Nigeria and go abroad: they won’t succeed and they will learn at a high price not to confuse their own desire with their own satisfaction.

Continua la lettura di “EYIMOFE” By ARIE E CHUKO ESIRI

Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino