“Sole alto” di Dalibor Matanić

Metafora di amore flagellato da guerra culturale, sociale e politica nella ex Jugoslavia.

Sole alto, film croato del 2015 vincitore del Premio della Giuria di Cannes dello stesso anno, è metafora di vita e amore, di conflitto e passione, di lotta umana e natura. Quest’ultima invade il film in tutta la sua interezza: in ogni episodio; in ogni scena, inquadratura.

Natura in contrasto con la modernità e con l’uomo che tenta di piegarla, uscendo sempre sconfitto. I protagonisti del primo episodio, Jelena e Ivan, 1991 fumano di fronte ad un lago e qualche minuto dopo alcune camionette, con degli uomini armati a bordo, attraversano un prato incontaminato. Case devastate e i loro scheletri si ergono tra gli alberi con sottofondo di fruscio di foglie e canto di uccelli nel secondo episodio, Nataşa e Ante, 2001. Il Rave del terzo episodio, Marija e Luka, 2011 appare circondato dalla natura, la quale infine vince quando Luka torna dalla donna amata. La natura vittoriosa, quindi, fa riflettere Luka, ossia l’uomo.

È esemplare l’uso del dettaglio: il ragno sotto un quadro o su una finestra, il cibo in una busta prima che Jelena parta, la valigia della stessa, la campanella e il libro tra le macerie della scuola, la tromba in mano ad Ivan. Il dettaglio onnipresente è quello di un cane, nero. Un cane guida è davanti a Luka mentre torna a casa, un cane spettatore guarda l’auto di Ante che va via dalla casa di Nataşa.

Un uso eccellente del Primo Piano mette in risalto l’elevata interpretazione degli attori protagonisti (Tihana Lazović e Goran Marković): si vedano gli sputi di Goran durante i litigi, la riflessione di Tihana accovacciata tra due muri, la scena di sesso tra Nataşa e Ante, prima che lei rifiuti il bacio e gli dica: “abbiamo finito”.

Insomma, un film d’autore che potrebbe delineare delle basi solide per un ritorno di tematiche ancora forti.

Davide Ferraro, studente del Corso di Critica cinematografica (DAMS, a.a. 2015-2016)

“SLAM – Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli

Si è svolta, negli affollatissimi spazi Rai di Via Verdi, la conferenza stampa dedicata alla commedia italiana Slam – Tutto per una ragazza, uno dei titoli di punta della sezione Festa Mobile. Hanno risposto alle numerose domande dei giornalisti il regista Andrea Molaioli, le produttrici Francesca Cima e Paola Malanga e gli attori Ludovico Tersigni, Barbara Ramella e Jasmine Trinca, la quale è anche madrina di questa edizione del festival. Continua la lettura di “SLAM – Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli

“Nodo alla gola” (“Rope”) di Alfred Hitchcock

Il primo film a colori di Alfred Hitchcock, basato interamente sul piano sequenza, non è semplicemente un film sperimentale. La cura con cui vengono descritte due menti deviate che si macchiano di un omicidio per il puro gusto di farlo sfida il codice Hays con la sottintesa omosessualità di Brandon e Philip. I due sono legati da un rapporto servo-padrone: Brandon, la mente criminale attratta dal brivido del delitto perfetto, architetta un buffet sopra il sarcofago del morto, invitando – qui sta l’humour necrofilo e perverso – i parenti della vittima, nonché la sua fidanzata e il suo migliore amico. La provocazione di Brandon sta anche nell’invitare un suo vecchio insegnante di filosofia, Rupert Cadell (interpretato da James Stewart), intollerante verso le convenzioni sociali e sostenitore di una nietzschiana teoria sull’omicidio riservato a pochi eletti, ovviamente presa alla lettera e fraintesa dagli assassini.

Sarà il nervosismo di Philip, anello debole della catena, a fare insospettire Rupert e a portarlo allo svelamento dei colpevoli. Il titolo del film, infatti, non si riferisce soltanto allo strangolamento, ma anche al senso di angoscia provocato dall’uccisione. Ma la vera protagonista del film è la macchina da presa che segue i personaggi non solo nei loro movimenti, ma talvolta anche nei loro ragionamenti: lo dimostra la finale ricostruzione del delitto da parte di Rupert. I raccordi sulla schiena (la tecnica di allora non avrebbe permesso di realizzare un unico piano sequenza) e la recitazione degli attori condizionati dagli ostacoli del set e dall’ingombro dei macchinari tecnici, aumentano il senso di claustrofobia e tensione nevrotica. Non a caso, oltre a Nietzsche, viene più volte citato Freud: gli oggetti non sono semplicemente “prove” ma veri e propri “simboli”, come il portasigarette che serve a Rupert per incastrare i colpevoli.

Carlo Montrucchio, studente del Corso di Critica   cinematografica (DAMS, a.a. 2015-2016)

Press conference: Gabriele Salvatores and his Cinque Pezzi Facili

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Giorgia Bertino

Translation by: Chiara Mutti, Giulia Epiro

Last but not least in the busy morning is the press conference with Gabriele Salvatores, guest director for the 34th edition of the TFF. He was inevitably asked about the Cinque Pezzi Facili, naming five films he chose to include in one of the sections of this year’s festival. His favorite feature, says the director, is undoubtedly Jules et Jim, both emotional and delicately evocative and also the loyal keeper of a young Salvatores’ memory, who from ordinary viewer became an aware cinéphile.

Continua la lettura di Press conference: Gabriele Salvatores and his Cinque Pezzi Facili

“Marie et les naufragés” (“Marie and the Misfits”) di Sébastien Betbeder

Una commedia divertente dal retrogusto agrodolce che racconta la storia di un triangolo d’amore dai risvolti stravaganti alla Wes Anderson, ma con la comicità leggera della commedia francese. È questa la squisita ricetta che propone Sébastien Betbeder in Marie et les naufragés, un film deliziosamente anticonvenzionale, che parte dalla commedia per farne qualcosa di più complesso: si ride parecchio, questo è certo, ma la comicità delle singole situazioni porta sempre ad una riflessione sulla complessità della vita e dei rapporti umani.

Continua la lettura di “Marie et les naufragés” (“Marie and the Misfits”) di Sébastien Betbeder

“Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese

Le cosiddette commedie casalinghe”, quelle giocate interamente su un gruppo di persone riunite attorno ad un tavol, sono diventate negli ultimi anni sempre più diffuse all’interno della cinematografia europea. Ha deciso di cimentarsi in questo particolare genere anche Paolo Genovese con il suo film Perfetti sconosciuti.

Il punto di partenza della vicenda è una proposta, apparentemente innocente, fatta dalla padrona di casa ai suoi ospiti: mettere il proprio cellulare sul tavolo e rivelare pubblicamente ogni tipo di comunicazione che verrà ricevuta nel corso della serata. Ben presto questo gioco si tramuterà in un massacro in cui ognuno vedrà svelati i propri segreti, presenti e passati. Le certezze che tutti avevano nei confronti dei loro amici o amiche, mogli o mariti, vengono sgretolate una ad una. Nessuno può fidarsi più di nessuno. Quelli che ognuno ritrova davanti a sé sono dei perfetti sconosciuti.

Il grande pregio di questo film, per certi versi apertamente comico, per altri decisamente malinconico, consiste nell’aver creato un’alchimia assoluta fra i sette attori coinvolti; infatti interagiscono fra loro con una naturalezza talmente disarmante da farli sembrare, anche nella vita reale, amici di lunga data.

Fra di loro spiccano Valerio Mastandrea (Lele) e Giuseppe Battiston (Beppe) ma sono tutti perfettamente adatti ai personaggi che interpretano e hanno saputo caratterizzarli al meglio. Ma prima di tutto sono da apprezzare i dialoghi, ai quali è stata prestata una cura tanto particolareggiata da non farli cadere mai nel banale, evitando così ogni tempo morto per l’intera durata del film. Infine è da notare la metafora dell’eclissi lunare, che segnala il fatto che venga illuminato il “dark side of the Moon” proprio mentre la Luna finisce per oscurarsi.

Mattia Olivero, studente del Corso di Critica cinematografica (DAMS, a.a. 2015-2016)

Sully by Clint Eastwood

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Marco Bellani

Translation by: Silvia Cometti, Miriam Todesco

Almost ten years after “Gran Torino”, Clint Eastwood is back with another means of transport as a vehicle of ideas, stories, values. Then, it was a legendary Ford, symbol of national identity and anti-racism; now, it is the Airsways 1549 scheduled flight, driven by Captain Chelsey Sullenberger. Or, more simply and tenderly, it is like a “Cactus” flown by Sully in New York’s skies as if it were a kite.

Continua la lettura di Sully by Clint Eastwood

“Sully” di Clint Eastwood

A quasi dieci anni di distanza da Gran Torino, Clint Eastwood torna a utilizzare un mezzo di trasporto come veicolo di concetti, storie, valori. Là era una leggendaria Ford, simbolo di identità nazionale e anti-razzismo, qui è il volo di linea Airsways 1549 pilotato dal comandante Chelsey Sullenberger. O più semplicemente, e teneramente, un “Cactus” nei cieli di New York lanciato da Sully come fosse un aquilone.

Continua la lettura di “Sully” di Clint Eastwood

Antiporno by Sion Sono

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Mattia Capone

Translation by: Andreea Catana, Francesca Sala

Excessive, reckless, maverick, unscrupulous. But Sion Sono has also got flaws.

Before talking about  Antiporno, it might be better to explain what watching a movie by this incredible Japanese director really means.
Have you ever heard people saying “Asiatic movies are far too complex, I can’t understand them”? There you go, I’m sure that not even Asians can “understand” Sion. At least not at the first viewing.

Continua la lettura di Antiporno by Sion Sono

CONFERENZA STAMPA DI APERTURA DEL 34° TFF

img_8718
Antonella Parigi, Francesca Leon, Emanuela Martini, Paolo Damilano

C’è una carovana di colori che ogni anno arriva in città e ne festeggia l’istituzione regina (il cinema) invitando dal più piccolo sognatore al più dotto dei suoi critici. Il Torino Film Festival sfoggia per la sua 34esima edizione un perturbante abito viola come il punk e nero come un horror. Continua la lettura di CONFERENZA STAMPA DI APERTURA DEL 34° TFF

Operation Avalanche by Matt Johnson

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Luca Bellocchia

Translation by: Riccardo Abba, Barbara Lisé

Operation Avalanche begins as a found footage comedic mockumentary, turning quickly into a very engaging thriller. This combination of genres results in an intriguing film, providing many plot twists.

Continua la lettura di Operation Avalanche by Matt Johnson

“Sadie” di Craig Goodwill – Conferenza stampa

Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa con il cast di Sadie. Sono presenti il regista Craig Goodwill, le attrici Marta Gastini e Analeigh Tipton e gli attori Jacob Cedegren e Simon Fawcett, e Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte, che ha subito ringraziato pubblicamente l’intera troupe per il legame di reciproco supporto che si è creato durante le riprese.

Per la FCTP il film Sadie di Craig Goodwill rappresenta la possibilità di valorizzare il territorio e i beni artistico-culturali della città di Torino e dintorni. Inoltre, afferma Paolo Manera, “questa collaborazione ha reso possibile la produzione di un film emergente per il cinema internazionale” .

Continua la lettura di “Sadie” di Craig Goodwill – Conferenza stampa

Presentazione di TFF34 al DAMS

15 novembre. Palazzo Nuovo, Aula 33. Ore 09:00

Puntuale si ripresenta la stretta collaborazione tra il TFF e il Dams di Torino. Oggi l’ospite d’eccezione Emanuela Martini, direttrice della kermesse torinese, ha presentato il programma agli studenti, calcando la cattedra universitaria insieme al prof. Alonge durante la lezione di Storia del Cinema.

img_8802

Continua la lettura di Presentazione di TFF34 al DAMS

OPENING PRESS CONFERENCE OF THE 34TH TFF

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Marco Bellani

Translation by: Silvia Cometti

Every year, a colourful caravan comes to town to celebrate its major institution (cinema), in a jamboree where everybody is welcome, from the most unknown dreamer to the most renowned film critic. For its 34th edition, the Torino Film Festival flaunts an uncommon dress, purple as punk and black as a horror picture.
Continua la lettura di OPENING PRESS CONFERENCE OF THE 34TH TFF

“Antiporno” di Sion Sono

Esagerato, sconsiderato, anticonformista, spregiudicato.  Ma Sion Sono ha anche dei difetti.

Prima di parlarvi di Antiporno forse è meglio che vi spieghi che significa andare a vedere un film di questo incredibile regista giapponese.
Avete presente quando vi dicono “Il cinema orientale è troppo complesso e non riesco a capirlo”? Ecco,sono convinto che non “capiscano” Sion Sono neanche gli orientali. Almeno, non alla prima visione.

Continua la lettura di “Antiporno” di Sion Sono

Trent’anni di Incubi. Dylan Dog in mostra a Torino

Era il lontano 26 settembre 1986 quando nelle edicole faceva la sua comparsa un albo che avrebbe fatto storia. Dylan Dog il nome e Tiziano Sclavi, persona schiva ed eccentrica, il creatore. Si presentava come un fumetto horror, ma definirlo così sarebbe riduttivo, perché gli albi pescavano a piene mani da tradizioni e generi diversi e, in alcuni casi, sembrava di leggere trasposizioni su carta del miglior Ai confini della Realtà. A distanza di trent’anni, il Sottodiciotto Film Festival ha deciso di rendere omaggio all’iconico indagatore dell’incubo con una mostra alla Pinacoteca Albertina di Torino dal 18 novembre al 13 dicembre.

Continua la lettura di Trent’anni di Incubi. Dylan Dog in mostra a Torino

“Non essere cattivo” di Claudio Caligari

1995, Ostia. Vittorio e Cesare sono più che amici, sono “fratelli”, cresciuti insieme nella stessa periferia e compagni di una vita che non li soddisfa, fatta di spaccio, cocaina, notti in discoteca, donne facili e con la voglia di affermarsi in un mondo che li ha abbandonati. Le loro strade a un certo punto si separano, ma certi legami non si possono rompere, nel bene e soprattutto nel male.

Continua la lettura di “Non essere cattivo” di Claudio Caligari

“Mio cugino è il Sindaco di New York” di Vincenzo Lerose

Mio cugino è il sindaco di New York è un interessante documentario di Vincenzo Lerose presentato in anteprima nazionale nella sezione Panoramica Doc del Glocal movie Piemonte FilmFestival. Con ironia e autocritica ci mostra un paese di cinquemila anime che può vantare l’origine del ceppo famigliare del Sindaco di New York.

Grassano è un paese in provincia di Matera, luogo originario della famiglia del regista in cui questo si reca d’estate a salutare i parenti.  Un paesino da favola, arroccato su un pendio. Vi sono tutti gli aspetti del “bel paese” che noi tutti amiamo: i bambini giocano nella piazza principale tirando pallonate alla Panda parcheggiata della Polizia Municipale, le nonnine vanno a messa la domenica e si fermano a chiacchierare davanti alla chiesa rigorosamente all’ombra. Ma dove sono finiti i giovani? Tutti immigrati al Nord per studiare nelle grandi università. Molti vorrebbero tornare perché sentono la mancanza di Grassano, ma il paese non offre nulla.

Continua la lettura di “Mio cugino è il Sindaco di New York” di Vincenzo Lerose

“Amore tossico” di Claudio Caligari

La routine quotidiana di un gruppo di giovani tossicodipendenti romani, tra Ostia e Roma, tra “spade” e furtarelli per procurarsi la dose quotidiana. Tra periferie degradate e monotonia, si snodano le vicende di Cesare, Michela e dei loro amici, personaggi quasi macchiettistici, ormai perduti completamente nel tunnel della droga.

Continua la lettura di “Amore tossico” di Claudio Caligari

Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino