Archivi categoria: TFF 42 – 2024

“IL CORPO”, BY VINCENZO ALFIERI

Article by Elisa Gnani

Translation by Silvia Matera

We are rarely forgiving with Italian fiction filmmaking. We tend to consider it like a box full of unassuming or mediocre products, but films like Il corpo prove us wrong.

Continua la lettura di “IL CORPO”, BY VINCENZO ALFIERI

“THE SUMMER BOOK” BY CHARLIE MCDOWELL

Article by Brigitta Mariuzzo

Translation by Martina Perrero

Grief is an island in the middle of the sea, where the summers of childhood have been embedded. A suspended place, waiting for a storm that is slow to break and of the arrival of those who have long since failed to return.

Continua la lettura di “THE SUMMER BOOK” BY CHARLIE MCDOWELL

“THE SUMMER BOOK” DI CHARLIE MCDOWELL

Il dolore è un’isola in mezzo al mare dove sono rimaste incastonate le estati dell’infanzia. Un luogo sospeso in attesa di una tempesta che tarda a scoppiare e dell’arrivo di chi da tempo non vi ha più fatto ritorno.

Continua la lettura di “THE SUMMER BOOK” DI CHARLIE MCDOWELL

“HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS” BY ALI ASGARI

Article by Alessandro Pomati

Translation by Laura Cattani

In Tehran a search is taking place inside a big house: men are rifling through drawers and closets, boxes of personal belongings are being taken away. Nothing we have not already seen in the context of the Iranian dictatorship. But there is one jarring detail: the owner of the searched house is sitting petrified on the couch, while his place would be elsewhere, in a director’s chair, for example, directing that short, chilling sequence shot capturing the search. That is Ali Asgari, impatiently waiting for the authorities to do their work in his apartment-atelier and leave him alone, at least for the time being.

Continua la lettura di “HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS” BY ALI ASGARI

“HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS” DI ALI ASGARI

All’interno di una grande casa di Teheran si sta svolgendo una perquisizione: uomini che frugano nei cassetti e nelle ante degli armadi, scatole di effetti personali che vengono portate via; nulla che non si sia mai visto nel contesto della dittatura iraniana. Ma c’è un dettaglio che stona: il proprietario della casa perquisita, seduto impietrito sul divano mentre il suo posto sarebbe altrove, su una sedia da regista, ad esempio, a dirigere quel breve e raggelante piano sequenza che immortala la perquisizione; si tratta di Ali Asgari, in impaziente attesa che le autorità svolgano il loro lavoro nel suo appartamento-atelier e lo lascino in pace, almeno per il momento.

Continua la lettura di “HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS” DI ALI ASGARI

“EIGHT POSTCARDS FROM UTOPIA” BY RADU JUDE E CHRISTIAN FERENCZ-FLATZ

Article by Romeo Gjokaj

Translation by Martina Marino

Radu Jude and Christian Ferencz-Flatz’s latest work is deeply rooted in the socio-political context of post-revolution Romania, narrating the last thirty years of the country’s history through the commercials that accompanied its people towards democracy. It is an experimental found-footage documentary, divided into eight chapters displaying dozens of commercials played back-to-back: an overwhelming and ever-changing flow of ideals, dreams and hopes. Thus, we find ourselves reliving a fragment of the utopia promised by the end of socialism, yet an utopia that, however, is jarring and full of contradictions.

Continua la lettura di “EIGHT POSTCARDS FROM UTOPIA” BY RADU JUDE E CHRISTIAN FERENCZ-FLATZ

“EIGHT POSTCARDS FROM UTOPIA” DI RADU JUDE E CHRISTIAN FERENCZ-FLATZ

L’ultimo lavoro di Radu Jude e Christian Ferencz-Flatz affonda le sue radici nel contesto socio-politico della Romania post-rivoluzione, raccontando gli ultimi trent’anni della vita del Paese attraverso le pubblicità che hanno accompagnato il popolo rumeno verso la democrazia. Un documentario sperimentale di montaggio, suddiviso in otto capitoli che presentano decine di spot riprodotti uno dietro l’altro: un flusso travolgente di ideali, sogni e speranze in continua evoluzione. Ci troviamo così a rivivere un pezzo dell’utopia che la fine del socialismo prometteva, un’utopia però stridente e piena di contraddizioni.

Continua la lettura di “EIGHT POSTCARDS FROM UTOPIA” DI RADU JUDE E CHRISTIAN FERENCZ-FLATZ

“DUINO”, BY JUAN PABLO DI PACE AND ANDRÉS  PEPE ESTRADA

Article by Alessandra Sottini.

Translation by Irene Pezzini.

(Sexual) identity and love. When these planes of emotional and subjective experience intertwine with each other during adolescence, inevitably everything becomes amplified and confused. And when the awareness that comes with maturity, you either come to terms with yourself or you remain in a limbo.

Continua la lettura di “DUINO”, BY JUAN PABLO DI PACE AND ANDRÉS  PEPE ESTRADA

“CORRESPONSAL”, BY EMILIANO SERRA

Article by Alessandro Pomati.

Translation by Alessandra Rapone.

An informer for the armed wing of the Argentine dictatorship in 1978, called Ulrich, works with images: photographic images or those created by amateur film cameras. This may be a didactic detail, since the way the director Emiliano Serra (in his first fiction feature film) ‘uses’ his main character, in particular the way he captures and defines him in the writing, makes him, in turn, a ‘camera’: the narrative proceeds only when he is present, and the viewer sees and hears only what Ulrich sees and hears. Furthermore, the impassivity of the protagonist’s face (played by Gabriel Rosas) and the monochord setting of his voice, able to read both a confidential report and an article about the upcoming football World Cup with the same intonation, emphasize the idea of a coldness that only a machine or an inanimate object could have. The eyes, not surprisingly, are the only expressive feature.

Continua la lettura di “CORRESPONSAL”, BY EMILIANO SERRA

“CORRESPONSAL” DI EMILIANO SERRA

Informatore per il braccio armato della dittatura argentina nel 1978, Ulrich lavora con le immagini: immagini fotografiche o realizzate da cineprese amatoriali. È questo un dettaglio forse didascalico, dal momento che il modo in cui il regista Emiliano Serra (al suo primo lungometraggio di finzione) “utilizza” il suo personaggio principale, ovvero il modo in cui lo riprende e lo definisce a livello di scrittura, lo rendono a sua volta una “macchina da presa”: la narrazione procede soltanto quando lui è presente e lo spettatore vede e sente soltanto ciò che vede e sente Ulrich. Inoltre, l’impassibilità del volto del protagonista (interpretato da Gabriel Rosas) e l’impostazione monocorde della sua voce, capace di leggere con la stessa intonazione un rapporto confidenziale e un articolo sugli imminenti mondiali di calcio, rimarcano l’idea di una freddezza che solo una macchina o un oggetto inanimato potrebbero avere. Sono gli occhi, non a caso, il solo tratto espressivo.

Continua la lettura di “CORRESPONSAL” DI EMILIANO SERRA

THE PRESS CONFERENCE OF 42° TORINO FILM FESTIVAL (NOVEMBER 22-30, 2024)

The press conference presenting the 42nd edition of the Torino Film Festival was held in the setting of Villa Miani in Rome. In the presence of the president of the National Cinema Museum, Enzo Ghigo, and its director Carlo Chatrian, the newly installed artistic director Giulio Base announced the festival’s program under the intense and magnetic gaze (printed on a poster placed behind him) of Marlon Brando from Last Tango in Paris, chosen as the poster for the new edition. And perhaps it isn’t a coincidence that precisely an interpretation of the Hollywood rebel star directed by a master of Italian cinema was chosen as the guiding image of the kermesse, given the new direction’s attention to America and Italy, as would be confirmed by the large number of guests and titles (both first and second works, which have always been the privileged object of the Turin event, as well as restorations) from the two countries.

Continua la lettura di THE PRESS CONFERENCE OF 42° TORINO FILM FESTIVAL (NOVEMBER 22-30, 2024)

LA CONFERENZA STAMPA DEL 42° TORINO FILM FESTIVAL (22-30 NOVEMBRE 2024)

Nella cornice di Villa Miani, a Roma, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della 42sima edizione del Torino Film Festival. Alla presenza del presidente del Museo Nazionale del Cinema, Enzo Ghigo, e del suo direttore Carlo Chatrian, il neoinsediato direttore artistico Giulio Base ha annunciato il programma del festival sotto lo sguardo intenso e magnetico (ancorché stampato su un cartellone posto alle sue spalle) del Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi, scelto come manifesto della nuova edizione. E forse non è un caso che proprio un’interpretazione del divo ribelle di Hollywood diretta da un maestro del cinema italiano sia stata scelta come immagine guida della kermesse, vista l’attenzione riservata dalla nuova direzione proprio all’America e all’Italia, come confermerebbe il grande numero di ospiti e titoli (sia opere prime e seconde, da sempre oggetto privilegiato della manifestazione torinese, sia restauri) provenienti dai due Paesi.

Continua la lettura di LA CONFERENZA STAMPA DEL 42° TORINO FILM FESTIVAL (22-30 NOVEMBRE 2024)