“Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto” di Marilena Moretti

“I registi devono essere spietati altrimenti sono per il catering”

Alberto Signetto era sicuramente “spietato”. Amava paragonarsi a un rinoceronte perché era un “animale cocciuto, grosso, ingombrante e poco addomesticabile, infido…” e rappresentava la lotta al conformismo. Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto, l’ultimo lavoro di Marilena Moretti, omaggia uno dei cineasti torinesi più sottovalutati. Continua la lettura di “Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto” di Marilena Moretti

“CasaOz” di Alessandro Avataneo

 

Spesso dolore e sofferenza possono essere motori potenti, possono spingere le persone verso direzioni inaspettate: è così che nel lontano 2007 inizia la storia di CasaOz.

CasaOz, prima di essere un associazione Onlus, è una Casa diurna che accoglie le famiglie i cui figli hanno incontrato la malattia, qualunque essa sia.  Nasce della volontà della sua direttrice, Enrica Baricco,  la quale ha avuto la sensibilità e la forza di interrogarsi su come fosse possibile alleviare quella sofferenza che lei conosce bene. La risposta è stata dunque la creazione di un porto sicuro in cui non solo i bambini hanno la possibilità di giocare, imparare e fare i compiti, ma anche  i genitori possono trovare un orecchio disposto ad ascoltarli, o più semplicemente un luogo in cui possono sedersi e riprendere fiato.

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“The Guest” di Adam Wingard

Il ritorno col botto degli anni Ottanta

I Peterson sono una famiglia perfettamente normale, ancora in lutto per la morte del loro primogenito Caleb, caduto in missione di guerra in Medio Oriente. Un giorno un ragazzo chiamato David Collins si presenta alla loro porta sostenendo di aver servito nell’esercito con Caleb e di avergli promesso di prendersi cura dei suoi cari. Mentre all’inizio viene accolto con diffidenza, David riesce in breve tempo a guadagnarsi la stima e l’affetto di tutta la famiglia, inclusa quella dei due fratelli di Caleb, Anna e Luke. Ma dopo una serie di episodi violenti che coinvolgono la piccola comunità, Anna comincia a sospettare che David nasconda qualcosa e che non sia realmente chi dice di essere. Continua la lettura di “The Guest” di Adam Wingard

THE GUEST – THE 80’s ARE BACK WITH A BANG

Article by: Paolo Nosenzo

Translation by: Ilaria Codeluppi

 The Petersons are a perfectly normal family, still grieving for the death of their elder son, Caleb, fallen in the Middle East. One day, a boy named David Collins knocks on their door, saying that he has served in the army with Caleb, and that he had promised him to take care of his beloved ones. At the beginning, they are a bit suspicious, but David soon gains the respect and affection of the whole family, including Caleb’s siblings, Anna and Luke. After a few violent episodes happen in the small community, Anna starts to suspect that David is hiding something, and that he’s not really who he says he is.

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“Jaws” (“Lo squalo”) di Steven Spielberg

Una Paura che non svanisce mai

Sono passati ormai 39 anni da quando, in quel lontano 1975, Steven Spielberg realizzò uno di quei film che ha fatto epoca non solo per il successo di critica e di pubblico, ma si è imposto come evento culturale a livello di immaginario collettivo. Da quella lontana estate tutti coloro che hanno visto questo film non riescono a guardare il mare con occhi sereni. Tanto si è scritto, ma il fascino che suscita sul pubblica resta sempre immutato. Continua la lettura di “Jaws” (“Lo squalo”) di Steven Spielberg

LET’S GO

Article by: Matteo Bagnasacco

Translation by: Paola Pupella

 “Let’s go”, directed by Antonietta De Lillo, was included in the section “Diritti & Rovesci”, a new section of the 32nd Torino Film Festival edited by Paolo Virzì.  In her film, the director of “Il resto è niente (Everything else is nothing)” tells the story of Luca Musella.

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ROLLING THUNDER: THERE ARE NO AMERICAN FLAGS

Article by: Emanuel Trotto

Translation by: Paola Pupella

A Vietnam veteran, unsuited, insomniac, unable to integrate in society, finally arms himself and carries out a massacre. We are not talking about Taxi Driver, but a just subsequent film to Scorsese’s masterpiece (showing only one year later, in 1977): Rolling Thunder.

Both films arise from the anguished pen of Paul Schrader, who, after a noteworthy activity as a scriptwriter (The Yakuza for Sidney Pollack, Obsession for Brian De Palma), firmly intended to become a director. However, because of production problems, his project was rather handed to John Flynn as director and Heywood Gould as re-scriptwriter. Schrader’s debut will happen later, in 1978, with a working class drama entitled Blue Collar.

The story of alienation and revenge of Major Rane is perfect. When the protagonist comes back to his hometown in Texas, after 7 years of imprisonment in Vietnam (that scarred him deeply), his fellow citizens reward “his heroism” with a box of silver dollars. Some bandits proceed to steal his money and kill cruelly his wife and his child. Major Rane then decides to take the law into his own hands.

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“ROLLING THUNDER” DI JOHN FLYNN

Un reduce dal Vietnam disadattato, insonne, incapace di integrarsi nella Società alla fine del film si arma di tutto punto e fa una carneficina.  No, non sto parlando di Taxi Driver, bensì di un film appena successivo (di un anno: è infatti del 1977) al capolavoro di Scorsese: Rolling Thunder. Entrambi i film nascono dalla penna tormentata di Paul Schrader che, dopo una notevole attività di sceneggiatore (The Yakuza per Sidney Pollack, Complesso di colpa per Brian De Palma), era fermamente intenzionato a passare dietro la macchina da presa ma, per problemi produttivi, il progetto è stato poi affidato per la regia John Flynn e per la riscrittura a Heywood Gould.

Schrader esordì  ripiegando sul dramma “operaio” Tuta blu nello stesso anno. Ma la storia di alienazione e vendetta del Maggiore Rane era perfetta: questi torna a casa, in Texas, dopo sette anni di prigionia in Vietnam (che lo segnano profondamente) e la comunità gli riconosce “per eroismo” una cassa di dollari d’argento. Dei banditi rubano i soldi e gli uccidono barbaramente moglie e figlio. Rane decide di farsi giustizia da solo. Continua la lettura di “ROLLING THUNDER” DI JOHN FLYNN

CINQUE CORTOMETRAGGI DI SPAZIO TORINO

Piacevole è vedere come la mancanza di fondi e la scarsità di distribuzione non tolgano mai l’entusiasmo e la voglia di fare dei giovani cineasti, che si cimentano nella nobile arte del cortometraggio. E’ una vera e propria palestra per i registi del futuro; da Spielberg a Lucas passando per Ridley Scott e Nolan, il corto già mostra quello che sarà lo stile visivo di un cineasta. Ieri sera, nella sala 1 del Reposi, alcuni filmmaker piemontesi hanno iniziato la rincorsa, forse, ai mostri sacri sopra citati. Continua la lettura di CINQUE CORTOMETRAGGI DI SPAZIO TORINO

“THE DUKE OF BURGUNDY” DI PETER STRICKLAND

Il film di Peter Strickland The Duke of Burgundy è l’unica opera terza in concorso al TFF32.

Il tempo e il luogo dell’azione sono imprecisati. Siamo in una curiosa comunità interamente femminile che gravita attorno a un istituto di entomologia. Le donne, vestite secondo la moda anni ’60 e ’70, tengono letture scientifiche, si aggirano con aria assorta in bicicletta e vivono in vecchie ville gotiche ricoperte d’edera.

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Cinque cortometraggi di Josephine Decker

 

Dagli States, echi di favole gotiche

Un dolce terremoto è l’omaggio dedicato alla giovane filmmaker americana Josephine Decker. Gone Wild, Madonna Mia violenta, Thou Wast Mild and Lovely, Balkan Camp e Butter on the Latch sono i cinque lavori presentati al Torino Film Festival. Tra accenti mumblecore e realismo magico, le opere della regista statunitense devono molto ai film di Joe Swanberg (regista del celebre Uncle Kent), che la Decker stessa definisce suo mentore, e all’ossessiva simbiosi panica che è alla base dei romanzi di John Steinbeck. Continua la lettura di Cinque cortometraggi di Josephine Decker

ECHOES OF GHOTIC FAIRY TALES FROM THE STATES

butter on the latch

Article by: Alessandro Arpa

Translation by: IlariaRana

 A soft earthquake has been dedicated to Josephine Decker, a young American filmmaker. “Gone Wild”, “Madonna miaviolenta”, “Thou wast mild and lovely”, “Balkan Camp” and “Butter on the latch” are the films she presented at the Turin Film Festival. Her films include Mumblecore elements and magic realism. In fact, Josephine Decker draws inspiration from Joe Swanberg (director of the renowned film “Uncle Kent”), whomshe considers her mentor, and from John Steinbeck and his novels based on an obsessive panic symbiosis.

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N-CAPACE, ELEONORA DANCO’S DEBUT AS A FILM DIRECTOR

Article by: Giulia Conte

Translation by: Ilaria Codeluppi

 Eleonora Danco, theatre author and actress, makes her debut as a film director with her first feature-length movie. N-Capace is the second movie, together with Frastuono, by DavideMaldi, that represents Italy in this 32nd Turin Film festival.

Eleonora Danco plays a woman, a tormented soul, that wanders around from Terracina to Rome, places which have a connection both to her childhood and her present life. Along the way, she questions the teenagers and elderly people she meets, asking questions about death, school, love, sex, religion, homosexuality, violence and traditions. Her purpose is to understand their feelings through the answers, and to feel their emotions.

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THE BABADOOK

Article by: Davide Bertolino

Translation by: Carla Cristina Loddo

After the success both of the critic and the audience at the Sundance Film Festival, The Babadook, first feature film by the newcomer Jennifer Kent, participates in competition at the Torino Film Festival. Even by following with absolute rigour the classical phases of horror films with a possession subject (the monster, the kid who plays with the presence, the mother initially incredulous), the Australian film cleverly avoids banality giving a new point of view, certainly in a more psychological and deeper way than numerous other products of the same genre.

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“The Babadook” di Jennifer Kent

Reduce del successo di critica e pubblico al Sundance, The Babadook, primo lungometraggio dell’esordiente Jennifer Kent, approda in concorso al Torino Film Festival. Pur seguendo con assoluto rigore gli schemi dell’horror a tematica fantasmi/possessione (il mostro, il bambino che gioca con la presenza soprannaturale, la madre inizialmente incredula), il film australiano si districa abilmente dal tranello della banalità proponendoci un punto di vista nuovo, decisamente più intimo rispetto alle numerose produzioni del genere. Continua la lettura di “The Babadook” di Jennifer Kent

WISDOM AND HAUGHTINESS

Article by: Romilda Boffano

Translation by: Ilaria Rana

“La Sapienza” is the fifth feature film by Eugéne Green. Its preview was screened last summer at the Locarno Film Festival and it opens the section “Onde” of the 32nd Turin Film Festival. This film tells about the meeting between two couples. Alexandre and Alienor Schmidt are married and they are an architect and a psychoanalyst respectively.

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“LA SAPIENZA” DI EUGÈNE GREEN

La Sapienza, quinto lungometraggio di Eugène Green, presentato in anteprima al festival di Locarno quest’estate e film d’apertura della sezione Onde del TFF 32, racconta l’incontro tra due coppie.  La prima è costituita da Alexandre e Alienor Schmidt, marito e moglie, rispettivamente architetto e psicoanalista.

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Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino