In questo 35° Torino Film Festival c’è stato spazio per più di un film frutto del cinema portoghese; il più bello lo abbiamo visto nella sezione “Onde” del Festival: si tratta di Colo, di Teresa Villaverde. Come sappiamo, il Portogallo vive già da tempo un periodo di dura crisi economica, che è anche una crisi sociale, un’impasse esistenziale che divora l’intera civiltà; la regista di Lisbona sceglie proprio di raccontarci questo mondo, visto attraverso gli occhi di una famiglia che forse, prima di soffocare nella morsa della crisi, era mediamente benestante e ora è memore di un passato migliore del presente, come si nota da certi dettagli nell’appartamento in cui vive la famiglia. Continua la lettura di “Colo” di Teresa Villaverde
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“Diorama” di Demetrio Giacomelli
Ogni giorno migliaia di persone si svegliano, prendono l’auto e si recano suoi posti di lavoro o allo stadio. Questa la nostra routine quotidiana, fatta di gesti compiuti senza pensarci, eppure intorno a noi c’è un mondo che continua il suo ciclo. Demetrio Giacomelli con il suo documentario Diorama ci racconta proprio questo mondo invisibile, che vive insieme e accanto a noi, nei nostri luoghi di lavoro o di svago e pure sotto le nostre automobili.
“DAPHNE” DI PETER MACKIE BURNS
Nel XVI secolo le donne con i capelli rossi erano credute streghe: siamo nel 2017, i sortilegi oscuri sono un un ricordo ormai lontano, ma Daphne è riuscita comunque a stregare il suo pubblico.
Daphne ha 31 anni ma preferisce che non le venga ricordato, vive nel cuore di Londra, lavora in un ristorante rinomato come aiuto chef, non ha una relazione stabile ma ha una vita sessuale decisamente attiva, ama gli alcolici, qualche “spinello” nel corso della giornata, ha un pessimo rapporto con la madre (malata di cancro) e vive con un serpente di nome Scratch. Una trama molto semplice, una personalità complessa.
“Tokyo Vampire Hotel” di Sion Sono
Mostro sacro del cinema contemporaneo giapponese, torna anche quest’anno nelle sale cinematografiche sotto la Mole il regista nipponico Sion Sono con la riduzione per il grande schermo di una mini-serie tv targata Amazon, Tokyo Vampire Hotel. Per la prima volta, Sono si cimenta con i mostri della lunga tradizione mitteleuropea, i vampiri, portando la sua personalissima, sanguinolenta visione della creatura che da secoli infesta le paure ataviche dell’uomo. Continua la lettura di “Tokyo Vampire Hotel” di Sion Sono
“Talien” di Elia Moutamid
Safinat al-Sahra, la nave del deserto. È questo il nome del vecchio camper a bordo del quale Aldo ed Elia hanno deciso di partire. Destinazione: la medina di Fes, in Marocco.
Fin dalle prime sequenze Talien si presenta come un insolito road movie, che utilizza le forme del reportage di viaggio per costruire un’opera in costante equilibrio fra documentario e biografia a soggetto. Al centro c’è la storia di Aldo, ovvero Abdelouahab, che vive e lavora in Italia da più di trent’anni. Prima vendeva tappeti, poi ricambi meccanici, infine è riuscito ad avviare una fabbrica di calzature nell’operosa pianura padana. Qui è cresciuto Elia, suo figlio, italiano di seconda generazione dal perfetto accento bresciano, che adesso lo accompagna nel lungo viaggio di ritorno verso casa.
“Un beau soleil intérieur” di Claire Denis
Un beau soleil intérieur è un film sulla crisi. C’è una donna di mezza età (Isabelle, interpretata da una splendida Juliette Binoche) che ha ancora voglia di trovare l’amore, sospesa tra disillusione e disperazione; ci sono i numerosi amanti che si sono succeduti dopo la fine della relazione col padre di sua figlia, Francois, tutte naufragate tristemente; c’è, tra tutti questi amanti, quello che l’ha segnata di più, trascinandola in un rapporto clandestino morboso, fatto di rincorse, promesse non mantenute, scuse pretestuose; c’è, anche, l’attore affascinante che le ha promesso un amore difettoso ma passionale, o, ancora, l’uomo che ha provato a garantirle l’amore, quello vero, ma vissuto a metà, senza coinvolgerla in toto nella propria vita; c’è, infine, il ritorno dell’amore che non può fare a meno di tornare: ancora Francois, il padre di sua figlia, che però è ormai un amore difettoso, superato, irrecuperabile. Continua la lettura di “Un beau soleil intérieur” di Claire Denis
“The Florida Project” by Sean Baker
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Erika Milani
Translation by: Cristina Di Bona
The story takes place in Orlando. Moonee (played by the great Brooklynn Kimberly Prince) is a six year old girl, who lives with her young mother (Bria Vinaita) at the Magic Castle Hotel, a motel nearby the famous Walt Disney World Resort. This kind of accommodation is the only solution for all those families that can’t afford a real house.
“The Florida Project” di Sean Baker
Ci troviamo ad Orlando, e Moonee (interpretata da una strepitosa Brooklynn Kimberly Prince) è una bimba di sei anni che vive con la giovane madre (Bria Vinaite) al Magic Castle Hotel, un motel nei pressi del celebre Walt Disney World Resort. La loro casa non è altro che l’unica soluzione per tutte quelle famiglie che non possono permettersi una vera sistemazione.
“The Disaster Artist” by James Franco
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Roberto Guida
Translation by: Valeria Alfieri
There are some particular moments, that are very rare in the entertainment industry, or in the art industry or even in sports, or in business that are supposed to involve talents in general, as we often see in the media. The are those moments in which anomalies, short circuits happen, as if a superior force is rebelling to this imposition that makes success available only to the best, the most talented. Continua la lettura di “The Disaster Artist” by James Franco
“The Disaster Artist” di James Franco
Ci sono dei momenti particolari, molto rari nel mondo dello spettacolo, dell’arte come anche dello sport e più in generale nella società dei talenti così come la conosciamo e viviamo, così come ci viene venduta ogni giorno dai media. Si tratta di attimi in cui capitano delle vere e proprie anomalie, dei cortocircuiti, come se una forza superiore si stesse ribellando a questa imposizione che rende il successo e la gloria appannaggio esclusivo dei migliori, dei più bravi. Continua la lettura di “The Disaster Artist” di James Franco
“Un beau soleil intérieur” by Claire Denis
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Giorgia Bertino
Translation by: Emanuela Ismail
Un beau soleil intérieur is about a crisis. It is a story of a middle-aged woman named Isabelle (performed by the excellent Juliette Binoche), who seeks love and is caught between disillusion and despair. She has had many lovers after divorcing her daughter’s father, Francois, but all the stories have sadly sunk. There is, among these lovers, one who has scarred her the most, dragging her in an unhealthy, secret relationship, made of run-ups, broken promises, specious excuses. There is also an handsome actor who had promised her a faulty but passionate love, or again, the man willing to commit to true love, but an incomplete love, as he wouldn’t want her to be completely involved in his life. Lastly, there is the love that cannot help coming back: Francois. Even if it has become a useless, outdated, lost love. Continua la lettura di “Un beau soleil intérieur” by Claire Denis
Italiana.corti: Il continente misterioso
Al Torino Film Festival c’è spazio anche per i cortometraggi. La sezione Il continente misterioso di Italiana.corti quest’anno ha come fil rouge il viaggio introspettivo di un uomo che tenta di riscoprire e comprendere se stesso attraverso un dialogo intimo con la natura e con l’immagine. Continua la lettura di Italiana.corti: Il continente misterioso
Retrospettiva di Brian De Palma
La 35° edizione del Torino Film Festival ha reso omaggio, con una retrospettiva quasi completa, al maestro Brian De Palma, uno dei registi amati dalla direttrice del festival Emanuela Martini, la quale lo ha definito così: «De Palma è un mago dello schermo, uno di quei registi ai quali è quasi sempre riuscita la magia di tenere lo spettatore attaccato alla sedia con gli occhi fissi sullo schermo , un maestro di stile, erede di Hitchcock, ma anche di Godard e di Ejzenštein». Continua la lettura di Retrospettiva di Brian De Palma
” The Scope of Separation” by Yue Chen
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Gianmarco Perrone
Translation by: Valeria Tutino
Boredom, alcohol and cigarettes fill the days of Liu Shidong, the apathetic main character of The Scope of Separation, the first work of the young Chinese director Yue Chen. Liu – as he narrates in voice over – has inherited a large amount of money from his deceased father: this allows him not to work and devote himself to his (presumed) interest. The story hardly proceeds with his encounter with two young women, very different from each other, and with the attempt to work in business: a meaningless plot, like Liu’s life, that leaves room to contemplation and to long and empty dialogues. The choice of the script is undoubtedly well considered, but it undermines the viewer’s involvement. However it fits perfectly to the content of the movie.
Continua la lettura di ” The Scope of Separation” by Yue Chen
” The Scope of Separation,” di Yue Chen
Noia, alcool e sigarette riempiono le giornate di Liu Shidong, apatico protagonista di The Scope of Separation, opera prima del giovane regista cinese Yue Chen. Liu – come ci racconta lui stesso in voice over – ha ereditato una cospicua somma dal padre scomparso: ciò gli permette di non lavorare e dedicarsi al suo (presunto) divertimento. La storia prosegue a fatica con l’incontro con due ragazze, molto diverse tra loro che tentano di dedicasi agli affari: una trama insignificante, come la vita di Liu, che lascia spazio alla contemplazione e a lunghi e vacui dialoghi. Una sceneggiatura senz’altro ponderata, che mina però il coinvolgimento dello spettatore. Continua la lettura di ” The Scope of Separation,” di Yue Chen
“Grace Jones: Bloodlight and Bami” by Sophie Fiennes
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Dora Bugatti
Translation by: Melissa Borgnino
Grace Jones: model, actress, singer, icon. But who is really the Woman that hides behind her character’s mask? Grace Jones: Bloodlight and Bami begins this way: with the main character taking off a mask, revealing a face with harsh and androgynous traits, to the tune of Slave to the Rhythm. To a fan who asks her when she is going to star in another film, she answers that she’s already got her own. Continua la lettura di “Grace Jones: Bloodlight and Bami” by Sophie Fiennes
“Grace Jones: Bloodlight and Bami” di Sophie Fiennes
Grace Jones: modella, attrice, cantante, icona. Ma chi è la Donna che si cela dietro alla maschera del personaggio? Grace Jones: Bloodlight and Bami comincia proprio così, con la protagonista che si sfila una maschera rivelando il suo volto dai tratti duri ed androgini sulle note di Slave to the Rythm. Ad un fan che chiede quando reciterà in un altro film, lei risponde di avere già il suo. Continua la lettura di “Grace Jones: Bloodlight and Bami” di Sophie Fiennes
“Darkest Hour” by Joe Wright
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Annagiulia Zoccarato
Translation by: Federica Franzosi
Before Christopher Nolan’s Dunkirk, the Dynamo operation and the retreat toin Dunkerque had already been the protagonists subject of a moving long shot in Joe Wright’sAtonement. Ten years later, Wright himself deals again with this famous and important
event of British history one more time, but he does it from the backstage, telling the story of how it all came to that and mainly talking about the man behind that desperate rescue (which later turned out to be a very important moral victory): Winston Churchill.
“Darkest Hour” di Joe Wright
Prima dell’ottimo Dunkirk di Christopher Nolan, l’operazione Dynamo e la ritirata da Dunkerque erano state protagoniste di un toccante piano sequenza in Espiazione di Joe Wright. Dopo dieci anni, Wright stesso torna a cimentarsi con questa celebre e importante pagina della storia britannica, ma lo fa dietro le quinte raccontando la storia di come ci si arrivò e soprattutto del fautore di quel disperato salvataggio che si rivelò essere un’importantissima vittoria morale: Winston Churchill.
RETROSPECTIVE REVIEW “NON DIRE GATTO… – A WATCHED CAT…”
Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale
Article by: Fabio Ferrari e Chiara Gioffrè
Translation by: Federica Franzosi
The main characters on the poster for the 35th edition of the Torino Film Festival are Kim Novak and Pyewacket the cat: it is not a surprise, then, that in this edition of the TFF there has been a special retrospective dedicated to our four-legged friends, a homage from the director Emanuela Martini – a cat and film lover – to the “BESTIALE! Animal Film Stars” exhibit at the National Museum of Cinema.
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